«Rappresenta una immagine fuorviante, mortificante e superficiale della maternità». Alessandra Mussolini, presidente della commissione parlamentare per l'Infanzia, e le deputate Gabriella Carlucci e Manuela Di Centa ce l'hanno con lo spot della Tim trasmesso in questi giorni in televisione. Per questo annunciano «un' interpellanza urgente in commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera dei Deputati». Secondo le tre parlamentari, il messaggio veicolato dalla pubblicità della compagnia telefonica, che è rivolto «al largo pubblico, specialmente adolescenziale», finisce per «sostenere costumi sessuali promiscui e irresponsabili». SESSUALITA' ANNI 70 - «Nella pubblicità - dicono - si evidenza chiaramente come non vi sia la certezza della paternità di un nascituro che viene ridotto, quindi, al prodotto del gioco di una notte, che peraltro rispolvera un concetto della sessualità tipico degli anni '70 oramai superato. Mettere al mondo un figlio - concludono - è un atto di amore e di responsabilità che non può essere svilito e offeso per mere speculazioni commerciali». RADUNO - Nello spot finito nel mirino, si vede una giovane in una sorta di raduno hippie: la protagonista, dopo aver fatto il test di gravidanza, comunica via sms la sua maternità a una serie di ragazzi e di uomini. Per tutti lo stesso messaggio: «Avremo un bambino».
il rat-man, 16/07/2008 13.42: ci sono cose + serie del quale discutere