ArenaPolitica www.arenapolitica.tk

L'analisi di Antonio Polito sul risultato del PD alle regionali

  • Messaggi
  • OFFLINE
    -Giona-
    Post: 9.526
    Post: 2.044
    Registrato il: 09/09/2005
    Sesso: Maschile
    [IMG]http://i3.tinypic.com/xc2c11.gif[/IMG]
    Ha bruciato la tessera
    00 02/04/2010 09:08
    www.ilriformista.it/stories/Prima%20pagina/200789/

    A furia di pareggi il Pd non vincerà mai lo scudetto
    di Antonio Polito
    Il test di Pier Luigi

    Dice Ignazio Marino che nel Pd c'è «un gruppo dirigente che opera senza ascoltare il Paese». Marino è un medico, e valente, ed è abituato ad auscultare i suoi pazienti prima di operare. Ma il Paese non è un malato, e il Pd ausculta, eccome se ausculta, forse ausculta anche troppo. Il problema non è che il Pd non ascolta il Paese, ma che c'è una parte del Paese che non ascolta il Pd. Non è un difetto di orecchie, ma di parola. E di pensiero.

    Ne consegue che il partito di Bersani non può cavarsela con una scrollata di spalle, come avveniva ai tempi dei suoi predecessori, mettendo in risalto il buono che pure c'è nel voto di domenica e spazzando sotto il tappeto tutto il resto. Ieri il leader del Pd ha dato due dati veri: il suo partito migliora un po' rispetto alle europee, e la distanza tra le due coalizioni migliora anche di più. Dunque Bersani non canta vittoria, ma nemmeno accetta la parola «sconfitta». Di pareggio si tratta.

    Ma, come sa chi segue il calcio, ci sono pareggi che valgono quanto una sconfitta se a conseguirli è chi insegue. Se la Roma avesse pareggiato con l'Inter, non avrebbe dato quella spallata al campionato che le serviva per riaprirlo. Questa è la condizione attuale del Pd. Insegue. Insegue ancora. Più o meno alla stessa distanza. Contento non può essere.

    Il Pd ha però un vantaggio: il fattore tempo. Ha davanti a sé tre anni di campionato, non due mesi. Dunque, per prima cosa, non deve perdere la speranza di farcela. Da questo punto di vista cambiare allenatore sarebbe un suicidio. Intanto perché li ha già provati tutti, nel 2009 ha cambiato tre segretari, e di potenziali leader non ne ha praticamente più nessuno. E poi, prima di riaprire un'altra debilitante guerriglia interna, bisognerebbe almeno sapere su che cosa, bisognerebbe individuare il problema.

    Alcuni dicono che il problema è il modulo. C'è chi vorrebbe tornare a quello a una punta, il Pd e basta, autosufficienza e vocazione maggioritaria. Il Grande Pd. L'idea di Veltroni. Già provata alle politiche, con netta sconfitta. Altri dicono che ci vuole il modulo a due punte, Pd più Udc, un nuovo centro-sinistra col trattino. Provato in Piemonte, senza successo, seppure per soli 9000 voti. E infine ci sono i fautori del modulo a tre punte, Pd più Udc più Idv, e cioè tutti insieme contro Berlusconi. Ha funzionato in Liguria, ma può essere credibile per il governo nazionale, Casini e Di Pietro a braccetto? Infine c'è chi dice tutto a sinistra, modello Vendola. Ma era tutto a sinistra anche il modello Bonino, e non ha funzionato. La mia opinione è che i moduli contino fino a un certo punto, e comunque non garantiscano la vittoria.

    Vediamo allora la tesi di chi sostiene che è tutto un problema di condizione atletica, di muscoli e di forza. Più tosti contro Berlusconi? Si è già perso correndo dietro a Di Pietro. Più morbidi con Berlusconi? Non ci si è ancora mai veramente provato, ma permettetemi di dubitare che con i voti che prende l'Idv e quelli che si sono aggiunti dei grillini l'idea possa essere praticata senza rischi elettorali.

    Questione di giocatori? Troppo vecchi e usurati quelli che mette in campo il Pd, ce ne vorrebbero di nuovi e più freschi? Mah. Vendola ha vinto, certo, anche se freschissimo non era. Ma Bonino, che era freschissima, ha perso. La Marini in Umbria o Rossi in Toscana, freschi freschi, hanno vinto senza far rimpiangere i predecessori. De Luca, fresco, ha perso come Loiero, stagionatissimo.

    C'è infine l'ipotesi che punta tutto sul rapporto con i tifosi: stare tra la gente, come la Lega. Costruire un partito popolare, come dice Bersani. Di sicuro non fa male, ma davvero si può pensare che basti stare tra la gente se alla gente non si sa che cosa dire?

    E qui torniamo al punto di partenza. Che cosa dice il Pd al popolo italiano? Non al suo popolo, che lo vota comunque. Ma a tutto l'altro popolo, quello che anche quando non vota Berlusconi vota Lega o si astiene, e al Pd non ci pensa proprio. Quello che abita in particolare al Nord, ma non solo.

    È qui, secondo me, la debolezza strutturale del Pd. Manca di una proposta convincente e dirompente su ciò che davvero interessa l'elettorato, e cioè condizione sociale, futuro economico, aspirazioni di vita. Manca di risposte per quei ceti produttivi che Dario Di Vico, in un recente saggio, ha definito «i piccoli». Piccoli artigiani, piccoli imprenditori, piccoli risparmiatori, piccoli lavoratori: tutta quella gente che deve cavarsela senza la protezione di una Confindustria o di una Cgil. L'Italia che o produce o muore.

    In tutta la campagna elettorale Bersani, è vero, si è sforzato di parlare dei problemi reali del paese, come si usa dire. Ma non basta parlarne, bisogna dire che cosa fare, metterci su delle cifre, dimostrare che sono realistiche e compatibili col bilancio dello stato, e sennò indicare dove prendere i soldi. Bisogna avere un messaggio, un aggancio sociale, un'identità, sapere da che parte si sta. In Piemonte, il Pd era con la Fiat o con i lavoratori in cassa integrazione? Serve un insieme di slogan e idee, poche e chiare, in grado di reggere la concorrenza dell'ideologia forte di Tremonti. Bisogna avere una proposta riformista per i ceti medi, che non si limiti a proteggere i soliti noti ma ambisca a conquistare nuovi elettori. Altrimenti, se si punta a fare il pieno dei propri tifosi, senza curarsi degli altri, si finisce per trovare lo stadio vuoto e scoprire che l'astensionismo colpisce più te che l'avversario.

    Bersani può farlo. Un tempo, prima di diventare segretario, non si occupava che di questo, di togliere al Pd il marchio del partito della spesa pubblica. È ora che torni a farlo, perché è per questo che è stato scelto.
    ___________________

    Per definire "fresca" la Bonino ce ne vuole di buona volontà...
    Riprendendo la parte che ho messo in grassetto, aggiungerei: l'Italia che preferisce magari anche una "legge ad personam" piuttosto che la tassazione al 20% sui risparmi di una vita. In realtà, durante la seconda parte della XIV legislatura (2001-2006) il centrosinistra era riuscito a conquistarne una buona parte con la sua martellante propaganda antiberlusconiana (in gran parte condotta non dai partiti in sé, ma da certe "avanguardie" come i girotondini ecc.) ma poi se n'è presto alienata la simpatia per i magri risultati ottenuti da Prodi, Padoa-Schioppa & co. e per il potere di condizionamento del governo da parte dell'estrema sinistra.



    "Nonostante la loro tendenza a costruire Morti Nere, mi sono sempre considerato un tipo da Impero" - Sheldon Cooper, da The Big Bang Theory
  • OFFLINE
    Pius Augustus
    Post: 14.553
    Post: 6.066
    Registrato il: 06/01/2006
    Città: ROMA
    Età: 36
    Sesso: Maschile
    [IMG]http://i1.tinypic.com/xc16cy.gif[/IMG]
    Salvatiiii!!!
    <IMG SRC="http://img286.imageshack.us/img286/5528/nuovo0vb.gif" BORDER="0">
    00 02/04/2010 11:26
    la classe ce "produce o muore" è la stessa che grazie a berlusconi ha lucrato sull'euro, ha evaso le tasse, ha prosperato con le sue corporazioni antisociali ed incivili (tassisti, farmacisti, ecc.ecc.) ed adesso trova splendida l'idea di lanciarsi sulla pubblica amministrazione come male del paese, quando il male principale sono loro.
    é la gente che appoggiò il fascismo, la parte peggiore della dc, ed ora papi. Per parafrasare giona, è gente che se ne fotte delle leggi ad personam, o di qualsiasi altra cosa di immorale, illegale, incivile in questo paese. Hanno anche la vista troppo corta per rendersi conto che da un governo che salva alitalia con i loro soldi non ci si guadagna niente. Pensano solo all'interesse immediato, puramente personale. Sono il peggio che l'italia abbia prodotto, e non per nulla sono lo zoccolo duro di papi.