00 31/08/2007 11:14
Nel turbinìo di iniziative d'immagine del Comune di Cabras e dell'Area marina protetta "Sinis - Mal di Ventre" gestita dalla medesima Amministrazione comunale si segnala l'assenza di concretezza per salvaguardare beni ambientali unici ed irripetibili. Sparisce la sabbia quarzifera da Is Aruttas ? Ma è colpa delle cornacchie che la portano via per fare un dispetto al Comune di Cabras, naturalmente ! Vero sindaco Trincas ?




da La Nuova Sardegna



Ambiente, nuovo allarme sulla costa dell'Oristanese. Is Aruttas, sparisce la spiaggia. Erosione o furto di sabbia ?


C'è preoccupazione per il futuro della spiaggia di Is Aruttas. Il lembo bianco di chicchi di riso si sta assottigliando sempre più e potrebbe alla fine scomparire. Se gli estimatori, che sono tantissimi, di questa località, ci facessero un salto in questi giorni, si troverebbero al cospetto di una spiaggia diversa. Perlomeno sul versante destro, ormai quasi irriconoscibile. La sabbia di quarzo non c'è più. Eppure appena lo scorso maggio, prima dell'inizio della stagione balneare, la situazione era nella normalità. Certo, ai bei tempi era un'altra cosa, ma tre mesi fa la quarzite bianca del Sinis a Is Aruttas c'era. Eccome. Niente a che vedere con lo striminzito arenile di questa fine di agosto. Prima di gridare al disastro ecologico, però, occorre fare una riflessione. Una delle probabili cause della scomparsa del quarzo da Is Aruttas potrebbe essere del tutto naturale. Si tratta dell'erosione causata dai flutti marini. Ma un profano potrebbe avanzare qualche dubbio quanto mai legittimo. Come mai l'erosione colpisce solo il lato destro della spiaggia ? Che poi, guarda caso, è anche quello più frequentato. Chissà, potrebbe essere una questione di correnti marine. Oppure il fenomeno dei furti di sabbia sarebbe più grave del previsto. Se così fosse, sarebbe chiaro come le parole non bastino a offrire protezione ai granelli di quarzo. Neanche tanto tempo fa in Comune si era parlato di istituire il numero chiuso dei bagnanti, di controlli, di divieto di accesso in spiaggia con indosso scarpe chiuse e altro ancora. La sostanza, comunque, è una sola: che si tratti di cause naturali o di azione dell'uomo, a Is Aruttas il quarzo sta scomparendo.







Un arenile sempre più striminzito C'è il rischio di disastro ecologico. La scomparsa dei chicchi di quarzo potrebbe essere legata solo a fattori naturali.


"Portare via la sabbia è un reato": ormai lo sanno quasi tutti ma è sempre meglio ricordarlo. Infatti, chi paga il parcheggio a Is Aruttas non può non vedere lo striscione attaccato al chioschetto dei parcheggiatori su cui campeggia un monito a caratteri cubitali: "Portare via la sabbia è un reato", appunto. Eppure, qualcosa non va. I conoscitori di Is Aruttas, se ci facessero un salto in questi giorni, si troverebbero al cospetto di una spiaggia diversa. Perlomeno sul versante destro, ormai quasi irriconoscibile. La sabbia di quarzo non c'è più. Eppure, appena lo scorso maggio la situazione era nella normalità. Certo, ai bei tempi era un'altra cosa, ma tre mesi fa la quarzite bianca del Sinis a Is Aruttas c'era eccome. Niente a che vedere con lo striminzito lembo bianco di questa fine di agosto. E dire che ormai quando si parla di sabbia di quarzo viene spontanea l'associazione d'idee con l'arenile di Is Aruttas. Ironia della sorte, una delle poche spiagge cabraresi dove la sabbia fossile del Sinis non si trova quasi più. Prima di gridare al disastro ecologico occorre fare una riflessione. Una delle probabili cause della scomparsa del quarzo da Is Aruttas potrebbe essere del tutto naturale. Si tratta dell'erosione causata dai flutti marini. Effettivamente se ne è parlato parecchio in questi anni. Ma un profano potrebbe avanzare qualche dubbio quanto mai legittimo. Come mai l'erosione colpisce solo il lato destro della spiaggia ? Che poi, guarda caso, è anche quello più frequentato. Chissà, potrebbe essere una questione di correnti marine. Oppure, e qui tremerebbero le gambe a chi ha cercato di preservare l'arenile proponendo numerosi divieti (peraltro sempre rimasti sulla carta), il fenomeno dei furti di sabbia sarebbe più grave del previsto. Se così fosse, sarebbe chiaro come le parole non bastino ad offrire protezione ai granelli di quarzo. Neanche tanto tempo fa in Comune si era parlato di istituzione del numero chiuso dei bagnanti, di controlli capillari, di divieto di accesso in spiaggia con indosso scarpe chiuse, di divieto di pennichella sul telo da spiaggia (accusato di essere, una volta bagnato, uno dei maggiori responsabili del furto involontario di sabbia). In poche parole, si parlava dell'ultima frontiera dell' educazione ambientale. Contromosse pubblicizzate ampiamente, ma di fatto quasi mai applicate, fatta eccezione per un minimo di controllo sui furti della sabbia. Ma, che si tratti di cause naturali o di cattive abitudini dei frequentatori del lido, rimane un dato di fatto: il quarzo non abita più a Is Aruttas. Una storia già sentita che rimanda alla memoria i fatti di un'altra perla del Mediterraneo, incastonata nell'arcipelago di La Maddalena. La "spiaggia rosa" di Budelli, a causa della minuziosa opera di predazione dei turisti, di rosa aveva conservato solo il nome. Ora, dopo alcuni anni di chiusura totale, pare che qualche granello di granito rosa sia riemerso dai fondali marini. Chissà, forse anche Is Aruttas, la famosa spiaggia del quarzo bianco, tra qualche anno potrebbe avere solo il nome del minerale fossile che la contraddistingue. Allora, forse, dalle parole si passerà ai fatti. Sempre che non sia troppo tardi.