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IL MESSAGGERO
16 Marzo 2007
Mastella: «La mia legge sulle intercettazioni
fermerà la corsa a questi scoop vergognosi»
di MASSIMO MARTINELLI

ROMA - Clemente Mastella li indossa volentieri i panni della Cassandra: «Avevo fretta per il mio provvedimento, è vero. Perchè sapevo che prima o poi sarebbe successa una cosa del genere». La vicenda Sircana, intende il Guardasigilli. E assesta il colpo doppio: approvazione in tempi rapidi del suo ddl che regolamenta l’uso delle intercettazioni legali e illegali e, soprattutto, nuovi poteri al Garante della Privacy, per far rispettare i suoi regolamenti.
In effetti l’Autority ne aveva pochini, di poteri; anzi quasi nessuno.
«Lo so, ma i poteri richiedono anche norme diverse. Adesso io credo che i nuovi poteri dell’Autority possano essere tranquillamente inseriti all’interno del mio provvedimento».
Ci vorrà una ”megacorsia” preferenziale, allora.
«Non è un discorso di corsia preferenziale: è che si è perso tempo. Io immaginavo che potessero succedere cose di questo genere; e adesso se il Parlamento approva velocemente il provvedimento, tutte queste informazioni vergognose che abbiamo visto sui giornali in questi giorni, che rovinano la vita delle persone, ledono la loro dignità o infangano la loro rispettabilità, non verranno più pubblicate».
Amato dice che doveva finirci in mezzo un politico per sbloccare l’impasse.
«Non condivido il ministro Amato. Certo, i politici sono più esposti, questo è il dramma».
E il provvedimento difende la politica.
«Quando la politica non ha più la mitezza di un tempo, accade che si può vincere o perdere anche per colpa di queste cose, perchè l’elemento morale o immorale può avere una sua conseguenzialità, soprattutto sotto campagna elettorale. Io ho fatto questo provvedimento immaginando un obbiettivo: voglio una democrazia che sia filtrata e depurata da queste vicende, in cui possono avere un ruolo i servizi deviati, i magistrati, gli avvocati».
Eppure qualcuno lo ha detto che è un provvedimento pensato per vip e politici.
«Partiamo dal punto di vista che questa non è la difesa dei politici o dei vip, questo è un atto di estrema garanzia per la libertà. Perchè se garantisco la libertà delle persone, poi vengono tutelate tutte le altre libertà, la libertà investigativa, la libertà associativa, la libertà di stampa. Ma se si fa violenza alla libertà, si fa violenza alla persona. Se la politica vuole salvare la democrazia, deve fare atti di questo genere».
La sua legge sembra voler mettere la sordina alle intercettazioni e ai giornali che le pubblicano.
«Nessuna museruola per nessuno; però francamente, che in quattro anni si siano spesi un miliardo e trecento milioni di euro di intercettazioni in tutta Italia, cioè quasi quanto una manovra finanziaria, mi sembra eccessivo».
Qualcun altro si domanda se i magistrati di Potenza non abbiano inchiesta più importanti da seguire di quelle sulle frequentazioni sessuali di attrici e modelle.
«Non mi interessa andare a fare la pulci al magistrato, ho mandato gli ispettori. Ma anche loro, che accertamenti potranno fare? E poi io non posso entrare nel merito delle priorità che si danno i magistrati. Se le decidono da soli, nella loro autonomia.».
Sembra che abbiano intercettato per un mese il direttore di telegiornale, che non era indagato nè parte lesa. Le risulta?
«Non lo so, immagino che lo leggerò sui giornali. Come ho detto ho mandato i miei ispettori a Potenza, con un mandato di indagine ampio. Se si sono verificate irregolarità, le accerteranno».




INES TABUSSO