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L'UNITA'
26 novembre 2006
Broglio col bene che ti voglio
Uliwood Party
di Marco Travaglio

La notte delle elezioni ero a Telelombardia a commentare i dati che via via giungevano dal Viminale. Era in studio l'ex sondaggista di Berlusconi, Luigi Crespi, il quale confrontava i dati con i sondaggi e gli exit poll di tutti gli istituti di rilevamento italiani e stranieri, e rilevava che tutti avevano azzeccato al dettaglio i risultati di tutti i partiti, anche i piu' piccoli, tranne due: l'esito di FI (sottostimato dai sondaggisti) e la percentuale delle schede bianche (sovrastimato dai sondaggisti). E chiudeva con una sola parola: "Brogli". Poi arrivo' il ds Franco Grillini, che rivelo': "Il partito sta presidiando le prefetture, abbiamo l'impressione che stia accadendo qualcosa di grave". Da allora decine di giornalisti raccontavano a mezza voce che quella notte Pisanu e Berlusconi avevano litigato furiosamente. Per sette mesi i giornali hanno atteso senza fiatare che il Viminale si degnasse di comunicare i dati delle schede bianche: un ritardo che nemmeno nelle isole Andamane. Per sette mesi stampa e tv hanno riferito, senza muovere un sopracciglio, le accuse di Berlusconi che dava per sicuri i "brogli della sinistra". Per sette mesi i giornali, salvo rare eccezioni, hanno finto di non accorgersi dell'uscita di un libro, "Il broglio" di Agente Italiano, pieno di riferimenti precisi sui misteri del 9-10 aprile. Ora due giornalisti, Enrico Deaglio e Beppe Cremagnani, hanno avuto il coraggio di fare quello che in Italia non fa quasi piu' nessuno: un'inchiesta giornalistica. Ci hanno messo la faccia e la firma. L'hanno intitolata "Uccidete la democrazia!". Da ieri e' in tutte le edicole, in dvd, con Diario. Finora, soltanto Lucia Annunziata ed Enrico Bertolino hanno avuto il coraggio di parlarne in tv. Comunque la si pensi, e' doveroso vederla e discuterne, per evitare che anche quest'inchiesta, come tante nel recente passato, scivoli via come un'opinione piu' o meno fondata, dunque confutabile con altre opinioni in un bel dibattito catodico. Lo scriveva l'altroieri Michele Serra su Repubblica: ci vorrebbe un Garante dei Fatti, un'Authority dell'Oggettivita' per farla finita con l'opinionismo che sta uccidendo il giornalismo. Se Deaglio e Cremagnani fanno domande giuste, qualcuno dovra' fornire risposte giuste. Se Deaglio e Cremagnani diffamano o calunniano qualcuno, dovranno essere condannati per calunnia o diffamazione ("Se ha ragione Pisanu, mi portera' via la casa", ha detto Deaglio). Ma se dicono cose vere, se quelle cose sono realmente accadute, in galera non ci dovranno finire loro. Ci dovra' finire chi quelle cose le ha fatte. E, finche' non sapremo la verita', i giornali dovranno tener vivo l'argomento, pretendendo la verita'. Che non e' un diritto del centrosinistra (cosi' poco interessato a sapere se e' stato davvero scippato) e dei suoi elettori, ma di tutti i cittadini italiani, comunque abbiano votato. Il tema e' un po' piu' cruciale del velo islamico, del delitto di Cogne e della fiction di Lino Banfi. Perche', se le accuse sono vere, hanno un solo nome: colpo di Stato. Il giallo c'e' tutto: le bianche (ma non le nulle) che crollano uniformemente in tutto il Paese alle politiche, per risalire prodigiosamente un mese dopo alle amministrative; il ministro dell'Interno che, anziche' stare al Viminale, fa la spola con casa Berlusconi mentre il flusso dei dati s'interrompe per un lungo periodo; i sondaggi che azzeccano tutti i partiti tranne uno, il solito; l'improvviso giro di prefetti alla vigilia delle urne; il Viminale che tace per sette mesi proprio sulle schede bianche; la società informatica addetta allo scrutinio elettronico in quattro regioni, che ha come partner il figlio del ministro. E Bellachioma che, come la famosa gallina che canta per prima perche' ha fatto l'uovo, tuona contro i brogli della sinistra ancor prima che le urne siano aperte, per poi proseguire dopo. Il dvd del Diario ha anche le sue debolezze. Per esempio, colloca i presunti brogli in sede di conteggio centrale, anziche' (come faceva il libro di Agente Italiano) nei seggi, prima della compilazione dei verbali. Per esempio, trae la conclusione (non dimostrata) che tutti i misteri del 9-10 aprile si spiegano con un milione e mezzo di voti sottratti dalla destra alla sinistra, rischiando cosi' di depotenziare i fatti provati: e cioe' i buchi neri che finora il Viminale non ha spiegato. Si spera che, dopo il lungo sonno, i giornali terranno viva la faccenda finche' tutti i dubbi non saranno cancellati. Per ora, grazie Enrico e grazie Beppe.





INES TABUSSO