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IL TEMPO
26 gennaio 2006
ADORABILI FROTTOLE

LA GRANDE forza di Silvio Berlusconi è raccontarle bene, ma così bene, che alla fine ci crede pure lui. Avrà fatto sorridere e suscitato più di una battuta ieri l’intemerata del premier durante il programma di Maria Latella sulla sofferenza che gli starebbe provocando l’incessante pellegrinaggio di trasmissione televisiva in trasmissione: «Odio la tv». Eppure anche questa incredibile osservazione fatta da chi sulla tv ha costruito tutta la sua fortuna, non è del tutto nuova. Berlusconi la racconta a se stesso fin dalle prime polemiche sull’utilizzo del piccolo schermo come leva elettorale. Ricordo un’intervista che gli feci al telefono poche settimane dopo il suo primo defenestramento da palazzo Chigi, nella primavera del 1995. Si stava discutendo della prima legge sulla par condicio, e al termine del colloquio Berlusconi se ne uscì con uno sfogo talmente unico che ne conservo ancora la registrazione. «Io non ho proprio l’ambizione dell’apparire», spiegò il fondatore di Forza Italia, «scapperei via piuttosto che fare una sfilata davanti a un drappello. Poi faccio tutto, anche se la gente non lo pensa. In fondo sono stato editore 15 anni delle mie tv e sono apparso lì due o tre volte. Perché io ho l’idiosincrasia ad andarci. Lo faccio perché ci sono costretto. Ma appena potessi non farlo... Lo sa che tutte le volte che mi vedo in tv mi faccio schifo?». È passato tanto tempo, eppure Berlusconi non è cambiato: la sua caratteristica in fondo è proprio questa, una assoluta genuinità perfino quando racconta adorabili frottole. Per certi versi è la sua forza principale, che attrae tanta gente. Ma è anche la sua debolezza: da quel che si è raccontato non torna mai indietro, e invece spesso sarebbe più saggio. Gli viene difficile dirsi : «Forse ho esagerato. Non ce l’ho fatta, non è stato possibile farcela. Scusatemi...». E invece sarebbe il metodo più saggio, e altrettanto genuino, per raccontare con il cuore in mano questi cinque anni.

INES TABUSSO