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LA STAMPA
Il libro
27 dicembre 2005
L’amore di Machiavelli per la libertà
di Mario Baudino

Quando Machiavelli scrive a Francesco Vettori «amo la patria mia più dell'anima» non afferma affatto un principio pagano, ma un principio cristiano che aveva profonde radici nella storia di Firenze: partendo da questo assunto, e in contrapposizione all'interpretazione data da Isahia Berlin, Maurizio Viroli va in cerca del «Dio di Machiavelli», in un saggio che è anche una risentita presa di posizione «civile». Perché il «Dio di Machiavelli», questa la conclusione implicita, sarebbe proprio ciò che manca all'Italia moderna. L'atteggiamento religioso del pensatore toscano non sarebbe mai stato di tipo strumentale, interpretazione che ha, come osserva Viroli, «una lunga storia»: la fede in quel suo Dio che compare qua e là nei testi come una presenza a volte remota ma sempre intensissima è non solo sincera, ma profondamente vissuta, nel senso di una religiosità «repubblicana» che anticipa la religione civile della rivoluzione americana.

Machiavelli non è né pagano né ateo: è invece colui che rigettando pietismi e clericalismi immaginò per primo di «sostituire una religione che predicava la docilità, e rendeva gli uomini deboli, con una religione che insegnasse l'amore della libertà e della virtù». Sono molte interessanti le pagine in cui Viroli studia da questo punto di vista i principi che guidavano la vita pubblica della Repubblica di Firenze. Probabilmente pochi, almeno tra l’élite, credevano davvero che la città fosse la «Nuova Gerusalemme», ma in compenso erano fermamente convinti che «governare per il bene pubblico fosse un dovere religioso, nel senso preciso di un dovere verso Dio».

Questa stessa idea sta alla base del pensiero di Machiavelli, che ne fa anzi la sua bandiera per una rigenerazione dell'Italia: il suo cristianesimo repubblicano è un invito alla modernità e - come sottolinea Viroli ricordando Hannah Arendt - parte essenziale delle teorie politiche sulla rivoluzione che hanno ispirato le repubbliche moderne. In altre parole, il suo Dio è destinato a diventare quello delle democrazie. Anche in Italia: lo studioso fa ricorso a Croce, e alla sua «relione della libertà», per tendere quel filo che collega il pensatore fiorentino al nostro presente: «Quando il fascismo, vero figlio della cattiva educazione religiosa, trascinò l'Italia nella tragedia della guerra, fu la religione della libertà ad aiutare la rinascita morale e civile».

Autore: Maurizio Viroli
Titolo: Il Dio di Machiavelli e il problema morale dell'Italia
Edizioni: Laterza
Pagine: 312
Prezzo: 35 euro
INES TABUSSO