00 28/11/2005 21:45
LA REPUBBLICA
19 ottobre 2005
"Ma anche le banche, anzi i banchieri, sono una delle spine nel fianco del Cavaliere. «Domenica, con le primarie dell´Unione - dice - si è visto che tutto il sistema delle banche è in mano loro. Se togliamo Capitalia, si vedrà che tutte le principali banche, dalla Bnl (che ora è dell´Unipol) al Montepaschi sono della sinistra. Anche su questo gli italiani dovranno riflettere». E mentre parla, Berlusconi pensa soprattutto a Corrado Passera (Intesa), ad Alessando Profumo (Unicredit) e Giovanni Consorte (Unipol) visti in fila in attesa di votare per le primarie". *


CORRIERE DELLA SERA
28 novembre 2005
"ROMA - Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi entra nel patto di sindacato di Capitalia. È questo il risultato, dell'assemblea di Capitalia che ha dato il via libera alla fusione con Fineco e alla scissione di Mcc. I soci hanno approvato entrambe le operazioni con una maggioranza superiore al 99%. Contemporaneamente hanno rivoluzionato l'accordo di governo della banca. Nel patto di sindacato della banca entrano la Fininvest della famiglia Berlusconi,(con lo 0,46%) la Fineldo di Merloni, Italmobiliare (famiglia Pesenti) e Angelini, il gruppo farmaceutico che fa capo alla famiglia omonima. Tutti apporteranno le azioni Capitalia rivenienti dal concambio di scissione di MCC. Si diluisce, in seguito al riassetto, la quota di Abn Amro, che passa al 7,68% dal precedente 9%, restando primo azionista. Il patto tornerà a riunirsi dopo le feste e in quell'occasione, ha spiegato il presidente dell'accordo parasociale Vittorio Ripa di Meana, gli olandesi decideranno se reintegrare o meno la partecipazione. In caso contrario, gli altri soci potrebbero arrotondare il proprio pacchetto. Abn ha facoltà di recedere dal patto da ottobre 2006". **



AGI
28 novembre 2005
Oggi in Italia
Servizio speciale realizzato per conto della Presidenza del Consiglio dei Ministri
CAPITALIA: CUFFARO, NESSUN INTERESSE DISMETTERE PARTECIPAZIONE
(AGI) - Taormina, 28 nov. - La regione siciliana non ha "nessun interesse a dismettere la partecipazione" nel gruppo Capitalia: e' quanto ha affermato il presidente della regione, Salvatore Cuffaro, nel suo intervento al convegno della Confindustria siciliana "L'isola del tesoro". Il presidente della regione ha cosi' sgomberato il campo dall'ipotesi di uscita della regione dalla compagine azionaria di Capitalia come ha richiesto nei giorni scorsi il presidente della Confindustria Sicilia, Giuseppe Costanzo. Ricordando che la partecipazione della regione siciliana al gruppo bancario Capitalia, "ammonta a 350 milioni di euro (72 milioni di azioni per un valore di 4,8 euro ad azione)", Cuffaro ha affermato che "la Regione fa oggi parte di un gruppo bancario che si e' distinto, negli ultimi due anni, per una forte caratterizzazione della presenza sul territorio siciliano". "Non esiste quindi - ha proseguito Cuffaro - un sistema bancario 'assente' nel mezzogiorno, esiste, forse, la necessita' di qualificarlo".
"Sicuramente la nostra partecipazione - sono parole del presidente della regione siciliana - ha contribuito a creare valore per la regione, a proteggere la presenza in Sicilia del Banco di Sicilia e dei suoi dipendenti, e a catalizzare indirizzi di sviluppo che hanno nella Sicilia una priorita' assoluta. Fino a quando il Banco di Sicilia, con i suoi 7.000 dipendenti, fara' parte del gruppo Capitalia - ha detto ancora Cuffaro - non abbiamo nessun interesse a dismettere la partecipazione. Entro la fine del mese di dicembre verra' presentato il piano industriale dell'Irfis (l'istituto di credito a medio termnine controllato da Capitalia con il 76% e dove la Regione Sicilia e' al 21%,ndr) che prevedera', su nostra richiesta, una competenza ben definita, all'interno di Capitalia, per le piccole e medie industrie siciliane. Se dovesse essere opportuno - ha annunciato il presidente della regione - chiedero' al gruppo Capitalia di valutare da subito la possibilita' di coinvolgimento nel capitale di imprenditori siciliani. Sono certo che le risorse gia' disponibili per l'attivita' di 'private equity' in Sicilia (complessivamente dal prossimo anno la regione disporra' di due fondi e di cento milioni di euro per le imprese) sono adeguate alla domanda potenziale che il nostro sistema imprenditoriale puo' offrire".
(AGI) Lda/Fpg 281041 NOV 05 .
281133 NOV 05



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LA REPUBBLICA
19 ottobre 2005
ECONOMIA E POLITICA - "Tfr, basta regali ai sindacati Banche in mano alla sinistra" Berlusconi attacca, ma è scontro con Maroni e Alemanno - Epifani: "Parole inutilmente e stupidamente offensive" L´Unione: "Sconcertante" Dai ministri di Lega e An replica immediata: "Il premier è male informato"

ROMA - Silvio Berlusconi riaccende lo scontro con i sindacati e apre un nuovo fronte inedito, quello con i banchieri: accusa entrambi di lavorare per il "nemico", cioè di simpatizzare per il centrosinistra. Alla convention per la costituzione del partito dei moderati, il premier non usa affatto toni temperati e scatena la bagarre anche nella maggioranza di governo, con i ministri del Welfare, Roberto Maroni (Lega) e per le Politiche agricole, Gianni Alemanno (An), schieratisi con Cgil, Cisl e Uil. Senza considerare la netta presa di distanze del segretario dimissionario dell´Udc, Marco Follini.

Per attaccare a freddo i sindacati, Berlusconi sceglie il tema della riforma del Tfr, che mette in gioco quasi 13 miliardi l´anno, appetiti dai fondi integrativi contrattuali ma anche dalle assicurazioni, compresa quella Mediolanum, di cui la Fininvest è azionista di maggioranza. «Non dobbiamo fare in finale di legislatura altri doni ai sindacati con il sistema del Tfr, dell´Inps e dei patronati. Regaliamo montagne di soldi ai sindacati che sono in opposizione a noi e non li spendono per il bene di tutti, ma per l´interesse di una parte». A conferma della sua tesi Berlusconi ricorda lo sciopero generale proclamato per il 25 novembre («una visione chiara sulla politicizzazione dei sindacati») e il contributo - sostiene - di Cgil, Cisl e Uil alla riuscita delle primarie nel centrosinistra. Conclusione: niente riforma del Tfr. Che però è stata presentata dal ministro Maroni il quale, quindi, replica duramente: «Non sono d´accordo con Berlusconi. La riforma del Tfr non è un regalo ai sindacati. Il premier è male informato e mal consigliato. Abbiamo il dovere morale di approvare una riforma per i giovani». Così il ministro del Welfare si sente costretto ad ammettere che «per una volta» ha ragione Guglielmo Epifani, che aveva detto: «Berlusconi non sa quello che dice. È offensivo, inutilmente e stupidamente». A nome di An parla Alemanno: «Stiamo con il ministro Maroni». Dice Follini: «Ho un´idea diversa da Berlusconi. Non credo che la società civile sia di sinistra, credo che vada ascoltata anziché regalarla alla sinistra». L´Unione parla di un «inaudito e sconcertante attacco ai sindacati» (Cesare Damiano, Ds), di una «flagrante conflitto di interessi» (Tiziano Treu, Margherita) e di una «visione distorta della democrazia» (Renzo Innocenti, Ds).

Ma anche le banche, anzi i banchieri, sono una delle spine nel fianco del Cavaliere. «Domenica, con le primarie dell´Unione - dice - si è visto che tutto il sistema delle banche è in mano loro. Se togliamo Capitalia, si vedrà che tutte le principali banche, dalla Bnl (che ora è dell´Unipol) al Montepaschi sono della sinistra. Anche su questo gli italiani dovranno riflettere». E mentre parla, Berlusconi pensa soprattutto a Corrado Passera (Intesa), ad Alessando Profumo (Unicredit) e Giovanni Consorte (Unipol) visti in fila in attesa di votare per le primarie.

Più scontato, ma sempre a modo suo, l´attacco al "vero" avversario Romano Prodi: «Ho sentito Prodi che ha detto di voler tassare i Bot e Cct, e questo vuol dire che non capisce nulla di economia, visto che sarebbe un disastro tassare le rendite». E poi: «Avete visto Ricucci cosa ha guadagnato? Povero Ricucci..., dico povero si fa per dire visto che gli invidiamo tutti qualche cosa e sapete bene cosa...». Nel pomeriggio l´ultima esternazione economica: «La Bce introduca l´euro di carta per riparare in parte al carovita provocato dal cambio sbagliato voluto dai governi della sinistra».(r.ma.)




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CORRIERE DELLA SERA
28 novembre 2005
Si diluisce la quota di Abn Amro
Capitalia: Fininvest entra in patto sindacato
La finanziaria della famiglia del presidente del Consiglio entra a far parte del gruppo di controllo della banca romana

ROMA - Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi entra nel patto di sindacato di Capitalia. È questo il risultato, dell'assemblea di Capitalia che ha dato il via libera alla fusione con Fineco e alla scissione di Mcc. I soci hanno approvato entrambe le operazioni con una maggioranza superiore al 99%. Contemporaneamente hanno rivoluzionato l'accordo di governo della banca. Nel patto di sindacato della banca entrano la Fininvest della famiglia Berlusconi,(con lo 0,46%) la Fineldo di Merloni, Italmobiliare (famiglia Pesenti) e Angelini, il gruppo farmaceutico che fa capo alla famiglia omonima. Tutti apporteranno le azioni Capitalia rivenienti dal concambio di scissione di MCC. Si diluisce, in seguito al riassetto, la quota di Abn Amro, che passa al 7,68% dal precedente 9%, restando primo azionista. Il patto tornerà a riunirsi dopo le feste e in quell'occasione, ha spiegato il presidente dell'accordo parasociale Vittorio Ripa di Meana, gli olandesi decideranno se reintegrare o meno la partecipazione. In caso contrario, gli altri soci potrebbero arrotondare il proprio pacchetto. Abn ha facoltà di recedere dal patto da ottobre 2006.
DICHIARAZIONI - Alla luce di queste novità si spiegano le dichiarazioni rilasciate nei giorni scorsi da Berlusconi. Dopo le primarie dell'Ulivo, che avevano visto parecchi banchieri recarsi alle urne, il premier aveva rilasciato alcune dichiarazioni al vetriolo. Aveva lamentato l'ostilità di molte banche verso il governo. «Tranne Capitalia» aveva osservato. Adesso le ragioni di quelle parole diventano molto più chiare. Hanno arrotondato la loro quota all'interno di Capitalia Toro (famiglia De Agostani), Tosinvest (famiglia Angelucci), Colacem - famiglia Colaiocovo), Cinecittà centro commerciale (che fa capo alla famiglia Tori) e Keryx. Oltre alla Fondazione Manodori che era presente nel capitale di Fineco.
INES TABUSSO