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IL GIORNALE
9 settembre 2005
Governo pronto a ridisegnare i collegi elettorali
- di Redazione -
da Roma

Il voto si avvicina e la popolazione italiana cambia. Ecco perché oggi il
Consiglio dei ministri esaminerà un provvedimento per la modifica dei collegi
elettorali. Lo ha confermato ieri il ministro dell'Interno, Giuseppe Pisanu.
«La Costituzione - ha spiegato Pisanu - dice che i collegi vanno rivisti
in base ai dati dell'ultimo censimento. La legge dispone che nei collegi
uninominali, la popolazione che li compone può oscillare tra il 10% in meno
o in più della media calcolata per i collegi di quella regione o circoscrizione».

E dopo l'ultimo censimento, ha rilevato, «alcuni collegi sono andati sotto
o sopra quei limiti e dunque bisogna rivederli e portarli a norma». Inoltre,
ha proseguito Pisanu, «occorrerà modificare la legge Tremaglia per il voto
degli italiani all'estero che, così come è adesso, non può essere applicata».
Occorre infatti, ha osservato, «togliere 12 collegi dalla Camera e 6 dal
Senato per assegnarli alle circoscrizioni estere. Abbiamo così trovato un
modo che consente, in via transitoria,

di ricavare 12 collegi della Camera togliendoli dal proporzionale, mentre
un'altra soluzione è stata trovata per il Senato». Il provvedimento, «comporta
che il Molise non abbia collegi proporzionali, ma alla fine si è deciso di
far diventare proporzionale uno dei collegi uninominali della regione».




VEDI:

www.osservatoriosullalegalita.org/
22 aprile 2005

Con un comunicato stampa del 19 aprile, il Ministero dell'Interno ha reso
noto che "e' stato predisposto uno schema di decreto legge che garantirebbe,
anche in caso di scioglimento anticipato delle camere, il regolare svolgimento
delle votazioni (pur non essendo ancora terminata la procedura di revisione
dei collegi elettorali nazionali) e la contestuale attuazione della legge
Tremaglia sul voto degli Italiani residenti all'estero".

Sempre secondo il comunicato "il varo di un simile decreto, che tocca una
materia delicatissima come quella elettorale, presuppone l'adesione di tutti
i gruppi parlamentari". A tale proposito e' interessante leggere cio' che
dice la nostra Costituzione sulle circoscrizioni elettorali. L'argomento
e' affrontato negli articoli 56 per la Camera e 57 per il Senato.

Per la Camera "la ripartizione dei seggi tra le circoscrizioni, fatto salvo
il numero dei seggi assegnati alla circoscrizione Estero, si effettua dividendo
il numero degli abitanti della Repubblica, quale risulta dall'ultimo censimento
generale della popolazione, per seicentodiciotto e distribuendo i seggi in
proporzione alla popolazione di ogni circoscrizione, sulla base dei quozienti
interi e dei più alti resti.

Per il Senato "la ripartizione dei seggi fra le Regioni, fatto salvo il numero
dei seggi assegnati alla circoscrizione Estero, previa applicazione delle
disposizioni del precedente comma (i.e.: Nessuna Regione può avere un numero
di senatori inferiore a sette; il Molise ne ha due, la Valle d'Aosta uno.),
si effettua in proporzione alla popolazione delle Regioni, quale risulta
dall'ultimo censimento generale, sulla base dei quozienti interi e dei più
alti resti.

Giustamente il ministero parla di "materia delicatissima". Lo e', infatti,
soprattutto da quando siamo passati al sistema elettorale uninominale, perche'
la ridefinizione dei confini dei collegi puo' dar luogo a significativi cambiamenti
nei risultati di voto.

Nei Paesi dove si vota da molto tempo con il sistema uninominale sono stati
anche coniati dei termini particolari per alludere al lavoro di rinnovo dei
confini dei collegi. Per esempio "gerrymandering" e' un termine che si riferisce
alla manipolazione dei confini di una circoscrizione elettorale allo scopo
di favorire i detentori di una carica o un partito politico, in particolar
modo quando i candidati siano solo due.

La parola si usa sia come verbo, per significare la commissione dell'abuso,
che come sostantivo per descrivere il risultato dell'operazione di revisione.
Si tratta di un vocabolo costruito sul nome di Elbridge Gerry, antico governatore
del Massachusetts.

Nel 1812 vennero appunto ridefinite le circoscrizioni elettorali per favorire
i candidati del partito Repubblicano di Jefferson.
Due giornalisti stavano guardando la mappa con i nuovi distretti, quando
uno dei due si accorse che il perimetro di un distretto aveva assunto un
aspetto simile a quello di una "salamander" (salamandra). L'altro gli rispose
che pareva piuttosto una "Gerry-mander", e cosi' nacque la nuova parola.
Una forma di gerrymandering si verifica tutte le volte in cui si modificano
i confini di un collegio allo scopo di eliminare un'area con un'alta concentrazione
di persone che votano in modo simile, per esempio per un certo partito politico.

Un caso piu' complesso e' quello in cui un'area con un'alta concentrazione
di elettori simili viene spezzettata in tanti distretti, facendo si' che
il partito interessato abbia una piccola maggioranza in ciascun collegio,
piuttosto che un'ampia maggioranza in un collegio solo. In un modo simile,
ma contrario, si possono tracciare i confini in modo che gli oppositori dei
"manipolatori" si ritrovino concentrati nel minor numero possibile di collegi,
in modo da rendere minima la loro rappresentanza e influenza.

Negli Stati Uniti il gerrymandering che si basa soltanto sulla razza degli
elettori e'stato dichiarato incostituzionale dalla Corte Suprema per la prima
volta nel 1993, e successivamente in altri due casi, nel 1995 e nel 1999.
Anche negli Stati Uniti la revisione dei distretti avviene in occasione dell'ultimo
censimento generale, che negli Usa si ripete ogni dieci anni.

L'uso di sofisticati programmi usati per tracciare le linee delle nuove circoscrizioni
puo' far si' che con il clic di un mouse si possa determinare una sconfitta
o una vittoria.

Attenzione dunque: la materia e' davvero delicatissima.

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