00 26/01/2013 11:23
Poco a poco lei spari dallo specchio.
Al mattino, un rapido controllo le permetteva di notare le sbavature del fondo tinta verso il collo o sulle sopracciglie o gli eccessi di cipria sui lati delle gote.

I capelli lavati al risveglio , sotto ladoccia, prendevano la giusta piega , docili fili di granoturco dal colore castano dorato intenso , corti , per poter avere tutta l’energia a disposizione.

Lei aggiungeva poco per sentirsi rifinita, del colore blu o turchese sulle palpebre o un po’ di kajal.
I vestiti, scelti con cura nei colori e nella consistenza, erano pero’ acquistati quasi alla cieca o come se visti addosso a un’altra persona, perchè lei non riusciva ad essere là, mentre provava una nuova maglia o l’ultima giacca.Ci fu la fase del nero, del blu, del rosa, del rosso… giacquero fino a quando, durante un trasloco , tutto venne dato a un’associazione di beneficienza

Il profumo, immancabile, consentiva il momento di incontro con se stessa durante la discesa dei 9 piani in ascensore, quando il cubicolo sigillato, le rimandava il suo delizioso profumo, diverso a ogni cambio di stagione. Poi, in strada diventava quella scatola, confezionatadecentemente che andava automaticamente al lavoro .

Il fine settimana c’erano gli altri,chiacchere solite, il pranzo da preparare insieme, la scoperta delle ossessioni culinarie degli altri , qualche risata, la sigaretta con il caffé, la passeggiata nella città d’arte, i negozi, il bar …e ancora chiacchere intorno al nulla… cosi, per non macchiare un’amicizia fragile e inconsistente.

Le lunghe vacanze erano il momento in cui lei riprendeva possesso del suo corpo.Le giornate al mare erano piene di turchese, anche quando teneva gli occhi chiusi e sentiva la calura sfiorare i suoi contorni , quasi immutabili di ragazza dalla lunga primavera ostinata, assolutamente non desiderosa di entrare nell’estate della maturità e delle conseguenze.