00 12/04/2012 15:00
Il Testo del documento sotto riportato è stato ritrovato e sequestrato nel 1982 alla figlia di Licio Gelli, gran maestro della loggia P2, assieme al memorandum sulla situazione politica in Italia.Pubblicato in: Commissione parlamentare d'inchiesta sulla loggia massonica P2 IX Legislatura Allegati alla relazione serie II: documentazione raccolta dalla Commissione Volume terzo Documenti citati nelle relazioni Tomo VII-bis, Doc. XXIII n. 2-quater/3/VII-bis, pp611-625.

PREMESSA

1) L' aggettivo democratico sta a significare che sono esclusi dal presente piano ogni movente od intenzione anche occulta di rovesciamento del sistema2) il piano tende invece a rivitalizzare il sistema attraverso la sollecitazione di tutti gli istituti che la Costituzione prevede e disciplina, dagli organi dello Stato ai partiti politici, alla stampa, ai sindacati, ai cittadini elettori.3) Il piano si articola in una sommaria indicazione di obiettivi, nella elaborazione di procedimenti - anche alternativi - di attuazione ed infine nell'elencazione di programmi a breve, medio e lungo termine.4) Va anche rilevato, per chiarezza, che i programmi a medio e lungo termine prevedono alcuni ritocchi alla Costituzione successivi al restauro delle istituzioni fondamentali.

OBIETTIVI

1) Nell'ordine vanno indicati:

a) i partiti politici democratici, dal PSI al PRI, dal PSDI alla DC al PLI (con riserva di verificare la Destra Nazionale)b) la stampa, escludendo ogni operazione editoriale, che va sollecitata al livello di giornalisti attraverso una selezione che tocchi soprattutto: Corriere della Sera, Giorno, Giornale, Stampa, Resto del Carlino, Messaggero, Tempo, Roma, Mattino, Gazzetta del Mezzogiorno, Giornale di Sicilia, per i quotidiani; e per i periodici: Europeo, Espresso, Panorama, Epoca, Oggi, Gente, Famiglia Cristiana. La RAI-TV va dimenticata.c) i sindacati, sia confederali CISL e UIL, sia autonomi, nella ricerca di un punto di leva per ricondurli alla loro naturale funzione anche al prezzo di una scissione e successiva costituzione di una libera associazione dei lavoratori;d) il Governo, che va ristrutturato nella organizzazione ministeriale e nella qualità degli uomini da proporre ai singoli dicasteri;e) la magistratura, che deve essere ricondotta alla funzione di garante della corretta e scrupolosa applicazione delle leggi;f) il Parlamento, la cui efficienza e' subordinata al successo dell'operazione sui partiti politici, la stampa e i sindacati.

2) Partiti politici, stampa e sindacati costituiscono oggetto di sollecitazioni possibili sul piano della manovra di tipo economico finanziario. La disponibilità di cifre non superiori a 30 o 40 miliardi sembra sufficiente a permettere ad uomini di buona fede e ben selezionati di conquistare le posizioni chiave necessarie al loro controllo.Governo, Magistratura e Parlamento rappresentano invece obiettivi successivi, accessibili soltanto dopo il buon esito della prima operazione, anche se le due fasi sono necessariamente destinate a subire intersezioni e interferenze reciproche, come si vedrà in dettaglio in sede di elaborazione dei procedimenti.

3) Primario obiettivo e indispensabile presupposto dell'operazione e' la costituzione di un club (di natura rotariana per l'etereogenità dei componenti) ove siano rappresentati, ai migliori livelli, operatori, imprenditoriali e finanziari, esponenti delle professioni liberali, pubblici amministratori e magistrati, nonché pochissimi e selezionati uomini politici, che non superi il numero di 30 o 40 unità. Gli uomini che ne fanno parte debbono essere omogenei per modo di sentire, disinteresse, onestà e rigore morale, tali cioè da costituire un vero e proprio comitato di garanti rispetto ai politici che si assumeranno l'onere dell'attuazione del piano e nei confronti delle forze amiche nazionali e straniere che lo vorranno appoggiare. Importante e' stabilire subito un collegamento valido con la massoneria internazionale.


PROCEDIMENTI

1) Nei confronti del mondo politico occorre:a) selezionare gli uomini - anzitutto - ai quali può essere affidato il compito di promuovere la rivitalizzazione di ciascuna rispettiva parte politica (per il PSI, ad esempio, Mancini, Mariani e Craxi; per il PRI: Visentini e Bandiera; per il PSDI: Orlandi e Amidei; per la DC: Andreotti, Piccoli, Forlani, Gullotti e Bisaglia; per il PLI: Cottone e Quilleri; per la Destra Nazionale (eventualmente): Covelli);b) in secondo luogo valutare se le attuali formazioni politiche sono in grado di avere ancora la necessaria credibilità esterna per ridiventare validi strumenti di azione politica;c) in caso di risposta affermativa, affidare ai prescelti gli strumenti finanziari sufficienti -con i dovuti controlli- a permettere loro di acquisire il predominio nei rispettivi partiti;d) in caso di risposta negativa usare gli strumenti finanziari stessi per l'immediata nascita di due movimenti: l'uno, sulla sinistra (a cavallo fra PSI-PSDI-PRI-Liberali di sinistra e DC di sinistra), e l'altro sulla destra (a cavallo fra DC conservatori, liberali, e democratici della Destra Nazionale). Tali movimenti dovrebbero essere fondati da altrettanti clubs promotori composti da uomini politici ed esponenti della società civile in proporzione reciproca da 1 a 3 ove i primi rappresentino l'anello di congiunzione con le attuali parti ed i secondi quello di collegamento con il mondo reale. Tutti i promotori debbono essere inattaccabili per rigore morale, capacità, onestà e tendenzialmente disponibili per un'azione politica pragmatistica, con rinuncia alle consuete e fruste chiavi ideologiche. Altrimenti il rigetto da da parte della pubblica opinione e' da ritenere inevitabile.

2) Nei confronti della stampa (o, meglio, dei giornalisti) l'impiego degli strumenti finanziari non può, in questa fase, essere previsto nominativamente. Occorrerà redigere un elenco di almeno 2 o 3 elementi, per ciascun quotidiano o periodico in modo tale che nessuno sappia dell'altro. L'azione dovrà essere condotta a macchia d'olio, o, meglio, a catena, da non più di 3 o 4 elementi che conoscono l'ambiente. Ai giornalisti acquisti dovrà essere affidato il compito di "simpatizzare" per gli esponenti politici come sopra prescelti in entrambe le ipotesi alternative 1c e 1d.In un secondo tempo occorrerà:a) acquisire alcuni settimanali di battaglia;b) coordinare tutta la stampa provinciale e locale attraverso una agenzia centralizzata;c) coordinare molte TV via cavo con l'agenzia per la stampa locale;d) dissolvere la RAI-TV in nome della libertà di antenna ex art. 21 Costit.

3) Per quanto concerne i sindacati la scelta prioritaria e' fra la sollecitazione alla rottura, seguendo cioè le linee già esistenti dei gruppi minoritari della CISL e maggioritari dell'UIL, per poi agevolare la fusione con gli autonomi, acquisire con strumenti finanziari di pari entità i più disponibili fra gli attuali confederati allo scopo di rovesciare i rapporti di forza all'interno dell'attuale trimurti.Gli scopi reali da ottenere sono:a) restaurazione della libertà individuale, nelle fabbriche e aziende in genere per consentire l'elezione dei consigli di fabbrica, con effettive garanzie di segretezza del voto;b) ripristinare per tale via il ruolo effettivo del sindacato di collaboratore del fenomeno produttivo in luogo di quello legittimamente assente di interlocutore in vista di decisioni politiche aziendali e governative.Sotto tale profilo, la via della scissione e della successiva integrazione con gli autonomi sembra preferibile anche ai fini dell'incidenza positiva sulla pubblica opinione di un fenomeno clamoroso come la costituzione di un vero sindacato che agiti la bandiera della libertà di lavoro e della tutela economica dei lavoratori. Anche in termini di costo e' da prevedere un impiego di strumenti finanziari di entità inferiori all'altra ipotesi.

4) Governo Magistratura e Parlamento

a) selezionare gli uomini - anzitutto - ai quali può essere affidato il compito di promuovere la rivitalizzazione di ciascuna rispettiva parte politica (Per il PSI, ad esempio Mancini, Mariani e Craxi; per il PRI: Visentini e Bandiera; per il PSDI: Orlandi e Amidei; per la DC: Andreotti, Piccoli, Forlani, Gullotti e Bisaglia; per il PLI: Cottone e Quilleri; per la Destra Nazionale (eventualmente): Covelli);b) in secondo luogo valutare se le attuali formazioni politiche sono in grado di avere ancora la necessaria credibilità esterna per ridiventare validi strumenti di azione politica;c) in caso di risposta affermativa, affidare ai prescelti gli strumenti finanziari sufficienti - con i dovuti controlli - a permettere loro di acquisire il predominio nei rispettivi partiti;d) in caso di risposta negativa usare gli strumenti finanziari stessi per l'immediata nascita di due movimenti: l'uno, sulla sinistra (a cavallo fra PSI - PSDI - PRI - Liberali di sinistra e DC di sinistra), e l'altro sulla destra (a cavallo fra DC conservatori, liberali, e democratici della Destra Nazionale). Tali movimenti dovrebbero essere fondati da altrettanti clubs promotori composti da uomini politici ed esponenti della società civile in proporzione reciproca da 1 a 3 ove i primi rappresentino l'anello di congiunzione con le attuali parti ed i secondi quello di collegamento con il mondo reale. Tutti i promotori debbono essere inattaccabili per rigore morale, capacità, onestà, e tendenzialmente disponibili per un'azione politica pragmatica, con rinuncia alle consuete e fruste chiavi ideologiche. Altrimenti il rigetto da parte della pubblica opinione e' da ritenere inevitabile.
PROGRAMMI

Per programmi si intende la scelta, in scala di priorità, delle numerose operazioni in forma di:
a) azioni di comportamento politico ed economico;b) atti amministrativi (di Governo);c) atti legislativi; necessari a ribaltare - in concomitanza con quelli descritti in materia di procedimenti - l'attuale tendenza di disfascimento delle istituzione e, con essa, alla disottemperanza della Costituzione i cui organi non funzionano più secondo gli schemi originali. Si tratta, in sostanza, di "registrare" - come nella stampa in tricromia - le funzioni di ciascuna istituzione e di ogni organo relativo in modo che i rispettivi confini siano esattamente delimitati e scompaiano le attuali aree di sovrapposizione da cui derivano confusione e indebolimento dello Stato.A titolo di esempio, si considerano due fenomeni:1) lo spostamento dei centri di potere reale dal Parlamento ai sindacati ed al Governo ai padronati multinazionali con i correlativi strumenti di azione finanziaria. Sarebbero sufficienti una buona legge sulla programmazione che rivitalizzi il CNEL e una nuova struttura dei Ministeri accompagnate da norme amministrative moderne per restituire ai naturali detentori il potere oggi perduti;2) l'involuzione subita dalla scuola negli ultimi 10 anni quale risultante di una giusta politica di ampliamento dell'area di istruzione pubblica, non accompagnata però dalla predisposizione di corpi docenti adeguati e preparati nonché dalla programmazione dei fabbisogni in tema di occupazione.Ne e' conseguente una forte e pericolosa disoccupazione intellettuale - con gravi deficienze invece nei settori tecnici nonché la tendenza a individuare nel titolo di studio il diritto al posto di lavoro. Discende ancora da tale stato di fatto la spinta all'egualitarismo assolto (contro la Costituzione che vuole tutelare il diritto allo studio superiore per i più meritevoli) e, con la delusione del non inserimento, il rifugio nella apatia della droga oppure nell'ideologia dell'eversione anche armata. Il rimedio consiste: nel chiudere il rubinetto del preteso automatismo: titolo di studio - posto di lavoro; nel predisporre strutture docenti valide; nel programmare, insieme al fenomeno economico, anche il relativo fabbisogno umano; infine nel restaurare il principio meritocratico imposto dalla Costituzione.Sotto molti profili, la definizione dei programmi intersecherà temi e notazioni già contenute nel recente Messaggio del Presidente della Repubblica - indubbiamente notevole - quale diagnosi della situazione del Paese, tenendo, però, ad indicare terapie più che a formulare nuove analisi.Detti programmi possono essere esecutivi - occorrendo - con normativa d'urgenza (decreti legge).a) Emergenza a breve termine . Il programma urgente comprende, al pari degli altri provvedimenti istituzionali (rivolti cioè a "registrare" le istituzioni) e provvedimenti di indole economico-sociale.a1) Ordinamento giudiziario: le modifiche più urgenti investono:- la responsabilità civile (per colpa) dei magistrati;- il divieto di nomina sulla stampa i magistrati comunque investiti di procedimenti giudiziari;- la normativa per l'accesso in carriera (esami psicoattitudinali preliminari);- la modifica delle norme in tema di facoltà libertà provvisoria in presenza dei reati di eversione - anche tentata - nei confronti dello Stato e della Costituzione, nonché di violazione delle norme sull'ordine pubblico, di rapina a mano armata, di sequestro di persona e di violenza in generale.a2) Ordinamento del Governo1 - legge sulla Presidenza del Consiglio e sui Ministeri (Cost. art. 95) per determinare competenze e numero (ridotto, con eliminazione o quasi dei Sottosegretari);2 - legge sulla programmazione globale (Cost. art. 41) incentrata su un Ministero dell'economia che ingloba le attuali strutture di incentivazione (Cassa Mezz. - PPSS - Mediocredito Industria - Agricoltura), sul CNEL rivitalizzato quale punto d'incontro delle forze sociali e sindacali, imprenditoriali e culturali e su procedure d'incontro con il Parlamento e le Regioni;3 - riforma dell'amministrazione (Cost. artt. 28 -97 - 98) fondato sulla teoria dell'atto pubblico non amministrativo, sulla netta separazione della responsabilità politica da quella amministrativa che diviene personale (istituzione dei Segretari Generali di Ministero) e sulla sostituzione del principio del silenzio-rifiuto con quello del silenzio-consenso;4 - definizione della riserva di legge nei limiti voluti e richiesti espressamente dalla Costituzione e individuazione delle aree di normativa secondaria (regolamentare) in ispecie di quelle regionali che debbono essere obbligatoriamente limitate nell'ambito delle leggi cornice.

a3) Ordinamento del Parlamento1) ripartizione di fatto, di competenze fra le due Camere (funzione politica alla CD e funzione economica al SR);2) modifica (già in corso) dei rispettivi Regolamenti per ridare forza al principio del rapporto (Cost. art. 64) fra maggioranza-Governo da un lato, e opposizione, dall'altro, in luogo della attuale tendenza assemblearistica;3) adozione del principio delle sessioni temporali in funzione di esecuzione del programmagovernativo.


b) Provvedimenti economico-sociali

b1) abolizione della validità legale dei titoli di studio (per sfollare le università e dare il tempo di elaborare una seria riforma della scuola che attui i precetti della Costituzione);b2) adozione di un orario unico nazionale di 7 ore e 30' effettive (dalle 8,30 alle 17) salvi i turni necessari per gli impianti a ritmo di 24 ore, obbligatorio per tutte le attività pubbliche e private;b3) eliminazione delle festività infrasettimanali e dei relativi ponti (salvo 2 giugno – Natale - Capodanno e Ferragosto) da riconcedere in un forfait di 7 giorni aggiuntivi alle ferie annuali di diritto;b4) obbligo di attuare in ogni azienda ed organo di Stato i turni di festività - anche per sorteggio - in tutti i periodi dell'anno, sia per annualizzare l'attività dell'industria turistica, sia per evitare la "sindrome estiva" che blocca le attività produttive;b5) revisione della riforma tributaria nelle seguenti direzioni:1 - revisione delle aliquote per i lavoratori dipendenti aggiornandole al tasso di svalutazione 1973-76;2 - nettizzazione all'origine di tutti gli stipendi e i salari delle P.A. (onde evitare gli enormi costi delle relative partite di giro);3 - inasprimento delle aliquote sui redditi professionali e sulle rendite;4 - abbattimento delle aliquote per donazioni e contributi a fondazioni scientifiche e culturali riconosciute, allo scopo di sollecitare l'autofinanziamento premiando il reinvestimento del profitto;5 - alleggerimento delle aliquote sui fondi aziendali destinati a riserve, ammortamenti, investimenti e garanzie, per sollecitare l'autofinanziamento delle aziende produttive;6 - reciprocità fra Stato e dichiarante nell'obbligo di mutuo acquisto ai valori dichiarati edaccertati;b6) abolizione della nominatività dei titoli azionari per ridare fiato al mercato azionario esollecitare meglio l'autofinanziamento delle aziende produttive;b7) eliminazione delle partite di giro fra aziende di Stato ed istituti finanziari di mano pubblica in sede di giro conti reciprochi che si risolvono - nel gioco degli interessi - in passività inutili dello stesso Stato;b8) concessione di forti sgravi fiscali ai capitali stranieri per agevolare il ritorno dei capitali dall'estero;b9) costituzione di un fondo nazionale per i servizi sociali (case - ospedali - scuole - trasporti) da alimentare con:1 - sovraimposta IVA sui consumi voluttuari (automobili - generi di lusso)2 - proventi dagli inasprimenti ex b5)4;3 - finanziamenti e prestiti esteri su programma di spesa;4 - stanziamenti appositi di bilancio per investimenti;5 - diminuzione della spesa corrente per parziale pagamento di stipendi statali superiori a L. 7.000.000 annui con speciali buoni del Tesoro al 9% non commerciabili per due anni. Tale fondo va destinato a finanziare un programma biennale di spesa per almeno 10.000 miliardi.
Le riforme di struttura relative vanno rinviate a dopo che sia stata assicurata la disponibilità dei fabbricati, essendo ridicolo riformare le gestioni in assenza di validi strumenti (si ricordino i guasti della riforma sanitaria di alcuni anni or sono che si risolvette nella creazione di 36.000 nuovi posti di consigliere di amministrazione e nella correlativa lottizzazione partitica in luogo di creare altri posti letto) Per quanto concerne la realizzabilità del piano edilizio in presenza della caotica legislazione esistente, sarà necessaria una legge che imponga alle Regioni programmi urgenti straordinari con termini brevissimi surrogabili dall'intervento diretto dello Stato; per quanto si riferisce in particolare all'edilizia abitativa, il ricorso al sistema dei comprensori obbligatori sul modello svedese ed al sistema francese dei mutui individuali agevolati sembra il metodo migliore per rilanciare questo settore che e' da considerare il volano della ripresa economica;
b10) aumentare la redditività del risparmio postale elevando il tasso al 7%;b11) concedere incentivi prioritari ai settori:I - turisticoII - trasporti marittimiIII - agricolo specializzato (primizie zootecnia)IV - energetico convenzionale e futuribile (nucleare - geotermico - solare)V - industria chimica fine e metalmeccanica specializzata di trasformazione; in modo dasollecitare investimenti in settori ad alto tasso di mano d'opera ed apportatori di valuta;b12) sospendere tutte le licenze ed i relativi incentivi per impianti di raffinazione primaria del petrolio e di produzione siderurgica pesante.
c) Pregiudiziale e' che oggi ogni attività secondo quanto sub a) e b) trovi protagonista e gestore un Governo deciso ad essere non già autoritario bensì soltanto autorevole e deciso a fare rispettare le leggi esistenti. Così e' evidente che le forze dell'ordine possono essere mobilitate per ripulire il paese dai teppisti ordinari e pseudo politici e dalle relative centrali direttive soltanto alla condizione che la Magistratura li processi e condanni rapidamente inviandoli in carceri ove scontino la pena senza fomentare nuove rivolte o condurre una vita comoda. Sotto tale profilo, sembra necessario che alle forze di P.S. sia restituita la facoltà di interrogatorio d'urgenza degli arrestati in presenza dei reati di eversione e tentata eversione dell'ordinamento, nonché di violenza e resistenza alle forze dell'ordine, di violazione della legge sull'ordine pubblico, di sequestro di persona, di rapina a mano armata e di violenza in generale.

d) Altro punto chiave è l'immediata costituzione di una agenzia per il coordinamento della stampa locale (da acquisire con operazioni successive nel tempo) e della TV via cavo da impiantare a catena in modo da controllare la pubblica opinione media nel vivo del Paese. E' inoltre opportuno acquisire uno o due periodici da contrapporre a Panorama, Espresso, Europeo sulla formula viva "Settimanale".


MEDIO E LUNGO TERMINE
Nel presupposto dell'attuazione di un programma a breve termine come sopra definito, rimane da tratteggiare per sommi capi un programma a medio e lungo termine con l'avvertenza che mentre per quanto riguarda i problemi istituzionali è possibile fin d'ora formulare ipotesi concrete, in materia di interventi economico-sociali, salvo per quel che attiene pochissimi grandi temi, è necessario rinviare nel tempo l'elencazione di problemi e relativi rimedi.
a) Provvedimenti istituzionalia1) Ordinamento GiudiziarioI - unità del Pubblico Ministero (a norma della Costituzione - articoli 107 e 112 ove il P.M. e' distinto dai giudici);II - responsabilità del Guardasigilli verso il Parlamento sull'operato del P.M. (modifica costituzionale);III - istruzione pubblica dei processi nella dialettica fra pubblica accusa e difesa di fronte ai giudici giudicanti, con abolizione di ogni segreto istruttorio con i relativi e connessi pericoli ed eliminando le attuali due fasi di istruzione;IV - riforma del Consiglio Superiore della Magistratura che deve essere responsabile verso il Parlamento (modifica costituzionale);V - riforma dell'ordinamento giudiziario per ristabilire criteri di selezione per merito delle promozioni dei magistrati, imporre limiti di età per le funzioni di accusa, separare le carriere requirente e giudicante, ridurre a giudicante la funzione pretorile;VI - esperimento di elezione di magistrati (Costit. art. 106) fra avvocati con 25 anni di funzioni in possesso di particolari requisiti morali;
a2) Ordinamento del GovernoI - modifica della Costituzione per stabilire che il Presidente del Consiglio e' eletto dalla Camera all'inizio di ogni legislatura e può essere rovesciato soltanto attraverso le elezioni del successore;II - modifica della Costituzione per stabilire che i Ministri perdono la qualità di parlamentari;III - revisione della legge sulla contabilità dello Stato e di quella sul bilancio dello Stato (per modificarne la natura da competenza in cassa);IV - revisione della legge sulla finanza locale per stabilire - previo consolidamento del debito attuale degli enti locali da riassorbire in 50 anni - che Regioni e Comuni possono spendere al di là delle sovvenzioni statali soltanto i proventi di emissioni di obbligazioni di scopo (esenti da imposte e detraibili) e cioè relative ad opere pubbliche da finanziare, secondo il modello USA. Altrimenti il concetto di autonomia diviene di sola libertà di spesa basata sui debiti;V - riforma della legge comunale e provinciale per sopprimere le province e ridefinire i compiti dei Comuni dettando nuove norme sui controlli finanziari;
a3) Ordinamento del ParlamentoI - nuove leggi elettorali, per la Camera, di tipo misto (uninominale e proporzionale secondo il modello tedesco) riducendo il numero dei deputati a 450 e, per il Senato, di rappresentanza di secondo grado, regionale, degli interessi economici, sociali e culturali, diminuendo a 250 il numero dei senatori ed elevando da 5 a 25 quello dei senatori a vita di nomina presidenziale, con aumento delle categorie relative (ex parlamentari - ex magistrati - ex funzionari e imprenditori pubblici - ex militari ecc.);II - modifica della Costituzione per dare alla Camera preminenza politica (nomina del Primo Ministro) ed alla Senato preponderanza economica (esame del bilancio);III - stabilire norme per effettuare in uno stesso giorno ogni 4 anni le elezioni nazionali, regionali e comunali (modifica costituzionale);IV - stabilire che i decreti-legge sono inemendabili;
a4) Ordinamento di altri organi istituzionaliI - Corte Costituzionale: sancire l'incompatibilità successiva dei giudici a cariche elettive in enti pubblici; sancire il divieto di sentenze cosiddette attive (che trasformano la Corte in organo legislativo di fatto);II - Presidente della Repubblica: ridurre a 5 anni il mandato, sancire l'ineleggibilità ed eliminare il semestre bianco (modifica costituzionale);III - Regioni: modifica della Costituzione per ridurre il numero e determinarne i confini secondo criteri geoeconomici più che storici. Provvedimenti economico sociali.
b1) Nuova legislazione antiurbanesimo subordinando il diritto di residenza alla dimostrazione di possedere un posto di lavoro e un reddito sufficiente (per evitare che saltino le finanze dei grandi Comuni);b2) Nuova legislazione urbanistica favorendo le città satelliti e trasformando la scienza urbanistica da edilizia in scienza dei trasporti veloci suburbani;b3) nuova legislazione sulla stampa in senso protettivo della dignità del cittadino (sul modello inglese) e stabilendo l'obbligo di pubblicare ogni anno i bilanci nonché le retribuzioni dei giornalisti;b4) unificazione di tutti gli istituti ed enti previdenziali ed assistenziali in un unico ente di sicurezza sociale da gestire con formule di tipo assicurativo allo scopo di ridurre i costi attuali;b5) disciplinare e moralizzare il settore pensionistico stabilendo: il divieto del pagamento di pensioni prima dei 60 anni salvo casi di riconosciuta inabilità; il controllo rigido sulle pensioni di invalidità; l'eliminazione del fenomeno del cumulo di più pensioni;b6) dare attuazione agli articoli 39 e 40 della Costituzione regolando la vita dei sindacati limitando il diritto di sciopero nel senso di:
I - introdurre l'obbligo di preavviso dopo aver spedito il concordato;II - escludere i servizi pubblici essenziali (trasporti; dogane; ospedali e cliniche; imposte; pubbliche amministrazioni in genere) ovvero garantirne il corretto svolgimento;III - limitare il diritto di sciopero alle causali economiche ed assicurare comunque la libertà di lavoro;b7) nuova legislazione sulla partecipazione dei lavoratori alla proprietà azionaria delle imprese e sulla gestione (modello tedesco);b8) nuova legislazione sull'assetto del territorio (ecologia, difesa del suolo, disciplina delle acque, rimboscamento, insediamenti umani);b9) legislazione antimonopolio (modello USA);b10) nuova legislazione bancaria (modello francese);b11) riforma della scuola (selezione meritocratica - borse di studio ai non abbienti - scuole di Stato normale e politecnica sul modello francese);b12) riforma ospedaliera e sanitaria sul modello tedesco.c) Stampa - Abolire tutte le provvidenze agevolative dirette a sanare bilanci deficitari con onere del pubblico erario ed abolire il monopolio RAI-TV.
ORGANIGRAMMA

ECONOMIA E FINANZA
Governatore Banca d'Italia Direttore Generale B.ca It. Presidente IRI (e finanziarie dipendenti) Dir. Gen. - " Presidente ENI (e finanziarie dipendenti) Dir. Gen. " Presidente e Dir. Gen. Enti di gestione PP.SS. (EGAM-EFIM- Cinema - Terme) Presidente Cassa Mezzog Dir. Gen. " Presidente IMI Dir. Gen. " Presidente Mediobanca Dir. Gen. " Presidente Mediocredito Centrale Dir. Gen. " Presidente ICIPU Dir. Gen. " Presidente INA Dir. Gen. " Presidente INPS Dir. Gen. " Presidente INAM Dir. Gen. " Presidente INADEL Dir. Gen. "



MAGISTRATURA

Primo Pres. Corte Cass.

Proc. Gener. " "

Avv. Gerer. " "

Pres. C.A.

Proc. Gen. C.A.

Pres. Trib.

Proc. Repubbl.

Cons. Istrutt. Bologna di:

Roma

Venezia

Torino

Milano

Firenze

Napoli

Bari

Catanzaro

Palermo



PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

Presidente Consiglio di Stato Presidente Corte dei Conti Procuratore Generale Corte dei Conti Ragioniere generale dello Stato Segretario Generale Ministero Affari Esteri Segretario Generale Programmazione Capo della Polizia Direttore Generale FF.SS Direttore Generale PP.TT Direttore Generale ANAS Direttore Generale Tesoro Direttore Generale II.DD. Direttore Generale II. Indiri. Direttore Generale UTE Direttore Generale fonti d'energia Direttore Generale produzione industriale Direttore Generale produzione industriale Direttore Generale valute Direttori Generali istruzione (elementare secondaria 1° grado superiore tecnica professionale universitaria)

CORPI MILITARI

Capo S.M. Difesa Capo S.M. Esercito Capo S.M. Marina Capo S.M. Aeronautica Com.te Arma CC. Capo S.M. Guardia Fin. Com ti Regioni Territoriali Eserc Com.ti Zone Aeree Com.ti Dipartim. Mil. Maritt. Com.te Guardie PS Com.te Guardie Forestali Com.te Guardie Carcerarie Com.te Sid.



I soldi nel "Piano di Rinascita Democratica" di Licio Gelli


"Qualora le circostanze permettessero di contare sull'ascesa al Governo di un uomo politico (o di una équipe) già in sintonia con lo spirito del club e con le sue idee di "ripresa democratica", è chiaro che i tempi dei procedimenti riceverebbero una forte accelerazione per la possibilità di attuare subito il programma di emergenza e quello a breve termine, in modo contestuale". (dal "Piano di Rinascita democratica" di Licio Gelli)
Basta scorrere i nomi degli iscritti alla Loggia Massonica Propaganda Due, nei documenti sequestrati a Castiglion Fibocchi, e verificare di prima mano che molti dei cosiddetti "piduisti", oggi fanno parte a pieno merito della categoria dei ricchi.
Eppure, dei quasi mille iscritti ce n'è uno che ha pagato con la vita il prezzo del denaro. Una ricchezza stimata in 1.193 miliardi di lire , l'esatto ammontare del dissesto del Banco Ambrosiano e del suo presidente, Roberto Calvi, trovato morto sotto il ponte dei Frati Neri. Le perizie effettuate in Italia (tra le Università più attive c'è quella di Chieti) hanno stabilito che si è trattato di omicidio; adesso i giudici avranno il compito, ben più difficile, di individuare mandanti ed esecutori.

Il tesoro dell'Ambrosiano è certamente la chiave di lettura principale del fenomeno-P2: quella ricchezza ha permesso a Gelli e soci di fare gran parte di quanto scritto nel "Piano di Rinascita democratica", il documento d'intenti della Loggia.

Parte di quel denaro, sottratto ad ignari risparmiatori coinvolti nel crack del Banco (sorte analoga a quella delle vittime delle vicende Parmalat e Cirio) è stata incassata dallo stesso Gelli, dopo la scoperta della P2. Circa 60 miliardi di lire, 165 chili in lingotti d'oro, due ville (una in Costa Azzurra) e due appartamenti, tutti "restituiti" al Venerabile dal liquidatore dell'Ambrosiano e dalla Banca d'Italia . "Da quell'intesa - ha spiegato l'avvocato Gianfranco Lenzini, legale dei risparmiatori - furono tenuti all'oscuro tanti piccoli azionisti. Evidentemente, conveniva a qualcuno accordarsi con Gelli per evitare che denunciasse pubblicamente altre magagne".
Quando - e siamo a metà degli anni Settanta - la ricchezza dell'Ambrosiano è finita nelle mani dei piduisti, si è rischiato il tracollo della nostra storia Repubblicana. Quell'immenso patrimonio ha reso possibile il tentativo di un colpo di stato, fortunatamente svanito per il blitz ordinato dal Pubblico Ministero Gherardo Colombo e dal Giudice Istruttore Giuliano Turone che, il 17 marzo 1981, hanno scoperto le liste segrete. In quei giorni finiscono tutti i soldi dell'Ambrosiano e anche gli altri banchieri affiliati alla P2 sono costretti a sospendere le "erogazioni".

Torniamo per un attimo indietro nel tempo, fino al 1977. Nei piani dell'organizzazione filo-atlantica è previsto il controllo della stampa e l'occasione arriva proprio in quell'anno con l'acquisto della Rizzoli - Corriere della Sera, la prima casa editrice d'Italia e d'Europa che ha da poco acquisito il giornale più importante della nazione. Gelli e il suo "fido" Umberto Ortolani (il quale diventerà anche consigliere d'amministrazione del gruppo) approfittano della situazione di crisi in cui sono piombati Andrea Rizzoli e il figlio Angelo junior. I due, per evitare un clamoroso fallimento, sono costretti a barattare il controllo dei loro giornali con fiumi di denaro freschissimo.
Si tratta dei soldi dell'Ambrosiano che passano, con la benedizione dello Ior, dalle casseforti della banca alle casse della Rizzoli. Si arriva al punto di far diventare lo stesso Roberto Calvi proprietario del quotidiano di via Solferino e del glorioso gruppo, fondato dal compianto Angelo Rizzoli senior, un editore puro del quale oggi si sente davvero la mancanza.
Certo, la P2 di soldi ne ha sperperati tanti e, in molti, hanno anche tratto vantaggi dall'adesione. Dagli archivi della Commissione parlamentare d'Inchiesta presieduta da Tina Anselmi (volume I, tomo VI), spunta un documento chiave per le origini dell'impero editoriale di Silvio Berlusconi (affiliato con tessera numero 1816, codice E 1978, data di adesione 26 gennaio 1978, fascicolo 0625, versamento di lire 100.000 con ricevuta del 5 maggio 1978 n. 104). E' una relazione del collegio sindacale del Monte dei Paschi, riunitosi il 9 ottobre 1981 alle ore 15.30 per riesaminare l'operato del Provveditore Cresti, iscritto alla P2. A pagina 27, i revisori scrivono il capitolo relativo a "Berlusconi Silvio (P2) - Industriale - Milano". La posizione di rischio verso il Gruppo ha dimensioni e caratteristiche del tutto eccezionali.

"Gli ispettori hanno esaminato la posizione (nella sua globalità), ne hanno fatto un'analisi accurata che consente di pervenire a conclusioni che dimostrano l'esistenza di un comportamento preferenziale accentuato."

Inoltre, il collegio sindacale precisa:

"Si tratta di una posizione che suscita perplessità per il suo rapido progredire ed espandersi che allo stato non trova una ragionevole giustificazione".

Cifre alla mano, il sistema creditizio italiano (che passava in gran parte per la Loggia) ha messo a disposizione di Berlusconi, tra il 1974 e il 1981, fidi per poco meno di 199 miliardi di lire e fideiussioni per oltre 150 miliardi. Circa il 20 per cento è erogato dal Monte dei Paschi.

Imperi cresciuti e imperi stroncati all'ombra della P2, ricchezze che si alimentano e ricchezze che spariscono, il tutto in un brevissimo lasso di tempo. Pochi anni che sono stati decisivi nella storia dell'Italia repubblicana . Dopo più di vent'anni, l'unico rischio è il ripetersi di quelle vicende e il realizzarsi di quel "Piano di Rinascita". "E' un fatto che Berlusconi fosse iscritto alla P2", ha detto il magistrato Adriano Sansa. "O non aveva capito di che cosa si trattava, oppure lo sapeva, la qual cosa è ancora più grave. Quello che il suo Governo sta attuando è il piano della Loggia".

Gabriele Mastellarini, giornalista professionista free-lance, collabora con il gruppo editoriale "Il Sole24Ore". Ha realizzato in proprio il documentario Il caso Aldo Moro tra cronaca e politica (Università di Teramo, 2001), ricostruzione storico-mediatica del rapimento. È stato relatore al convegno Internazionale Pluridisciplinare "La Menzogna", svoltosi all'Università "D'Annunzio" di Pescara, dove ha presentato un saggio su "Giornalismo e menzogna" (2001). A settembre 2004 ha pubblicato il saggio Assalto alla stampa, edizioni Dedalo, prefazione di Nicola Tranfaglia.

Note

1. Dalla relazione del Commissario liquidatore, Lanfranco Gerini.
2. Nell'Ateneo teatino sono stati effettuati gli esami di laboratorio sulle tracce di sangue del cadavere ed è emerso chiaramente che Calvi non si fosse assolutamente impiccato e che fosse morto in un altro luogo. Pertanto, si è trattato di un omicidio mascherato da suicidio.
3. La vicenda è in esame presso il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma.
4. Il "Piano di Rinascita" è disponibile on line su moltissimi siti internet. Tra tutti cito misteriditalia.com.
5. Dispaccio Ansa del 25 novembre 2004. Sulla vicenda è stata aperta nel 2001 una causa civile presso il Tribunale di Milano.
6. Si veda in proposito G. Lenzini, Crack Ambrosiano. Il risparmio tradito. La Banca d'Italia e la spartizione segreta del tesoro svizzero di Licio Gelli, Giuseppe Laterza Edizioni, Roma-Bari, 2004, prefazione di Licio Gelli.
7. Il racconto autobiografico di quelle vicende in G. Colombo, Il vizio della memoria, Feltrinelli, Milano, 1998.
8. Un'analisi completa sui conti del Banco Ambrosiano in quel periodo è in C. Bellavite Pellegrini, Storia del Banco Ambrosiano. Fondazione, ascesa, dissesto. 1896-1982.
9. Lo spiega chiaramente S. Flamigni, Trame Atlantiche. Storia della loggia massonica segreta P2, Kaos Edizioni, Milano, 1996.
10. Me ne sono occupato diffusamente in G. Mastellarini, Assalto alla stampa, Bari, Dedalo, 2004. Molto documentato è anche A. Mazzuca, La Erre Verde. Ascesa e declino dell'impero Rizzoli, Longanesi, Milano, 1991.
11. Commissione P2, volume I, tomo VI (2-quater/3/VI), pp. 5 sgg.
12. G. Barbacetto, Berlusconi, le risposte, in "Diario" del 29 agosto 2003.
13. Sul ruolo della P2 e sul contesto storico nel quale ha operato si veda anche F. M. Biscione, Il sommerso della Repubblica. La democrazia italiana e la crisi dell'antifascismo, Torino, Bollati Boringhieri, 2003.
14. Da "La Repubblica" del 25 novembre 2004, Sansa: Questo è il piano della P2.



La Banca Vaticana e la Loggia P2


La Città del Vaticano (0,43 kmq con una popolazione di 911 residenti di cui 532 cittadini, il cui reddito pro-capite ammonta a 407.095 euro, www.vatican.va) è sede di tre istituti finanziari: l'APSA (Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica), che è la Banca Centrale del Vaticano; il Ministero dell'Economia o Prefettura per gli Affari economici; lo IOR, con i quali vengono gestiti circa un miliardo di cattolici sparsi nel mondo.

La Città del Vaticano è composta di tre enti o istituzioni: lo Stato, la Santa Sede e la Curia. Il primo è l'entità territoriale, la seconda è il vertice della Chiesa e la Curia è la struttura organizzativa. Tutte le istituzioni vaticane spesso rivendicano l'extraterritorialità e l'indipendenza dalle leggi degli altri Stati-Nazione.

L'Apsa è in pratica la Banca Centrale della Città del Vaticano. Essa svolge funzioni di tesoreria e gestisce gli stipendi dello Stato. Fra i suoi compiti c'è anche quello di coniare moneta. Nel 1998 infatti, l'Ue ha autorizzato l'Apsa ad emettere 670 mila euro l'anno. Con la possibilità di emetterne altri 201mila in occasione di Concili ecumenici, Anni Santi o in occasione di un'apertura della Sede vacante. Secondo quanto riportato dai dati ufficiali della Prefettura per gli Affari Economici, per il 2002 il Vaticano e la Santa Sede sarebbero in deficit di 29,5 milioni di euro. Nel bilancio però non figurano strutture come le università pontificie, gli ospedali cattolici (Bambini Gesù di Roma, ad esempio), i santuari (Loreto, Pompei). Ma soprattutto non figura l'obolo, che ha portato nel solo 2002 un gettito nelle casse della Città del Vaticano di 52,8 milioni di euro.

Altra Banca Vaticana è lo IOR (Istituto per le Opere di Religione) ha sede presso la Città del Vaticano. Ufficialmente l'unico azionista di questa banca è il papa.

Lo IOR fu fondato nel 1887 da Leone XIII, col nome di "Commissione per le Opere Pie", al fine di convertire le offerte dei fedeli in un fondo facilmente smobilizzabile. La prima riforma delle finanze vaticane risale al 1908, quando su iniziativa di papa Pio X l'istituto assunse il nome di Commissione amministratrice delle Opere di Religione.

La trasformazione in una banca vera e propria avvenne nel 1941, anche se il finanziamento più significativo che indusse il papato a favorire tale trasformazione, fu quello concesso dal fascismo, col Concordato (Patti Lateranensi) del 1929, che prevedeva, a titolo di risarcimento per la perdita degli Stati pontifici l'indomani dell'unificazione nazionale, qualcosa come 100 milioni di dollari (40 in contanti e 60 in obbligazioni; in lire erano 750 milioni), oltre all'esenzione dalle tasse e dai dazi sulle merci importate in Vaticano.

Per gestire questo ingente patrimonio, papa Pio XI istituisce l'Amministrazione speciale per le Opere di Religione, che affida a un laico esperto, l'ingegner Bernardino Nogara, un abile banchiere proveniente dalla Comit, membro della delegazione che, dopo la prima guerra mondiale, negoziò il trattato di pace e, successivamente, delegato alla Banca Commerciale di Istanbul.

Grazie alla sua abilità, Nogara trasformò l'Amministrazione in un impero edilizio, industriale e finanziario. Le condizioni che il banchiere pose a Pio XI per accettare l'incarico di gestire il patrimonio del Vaticano furono due: gli investimenti dovevano essere liberi da qualsiasi considerazione religiosa o dottrinale e realizzabili in ogni parte del mondo.

Il Papa accettò e si aprì così la strada alle speculazioni monetarie e ad altre operazioni di mercato nella Borsa valori, compreso l'acquisto di azioni di società che svolgevano attività in netto contrasto con l'insegnamento cattolico (armi, contraccettivi ecc.).

Nogara rilevò l'Italgas, fornitore unico in molte città italiane, e fece entrare nel consiglio di amministrazione, come rappresentante del Vaticano nella società, l'avvocato Francesco Pacelli, fratello del cardinale Eugenio che poco dopo sarà eletto Papa e assumerà il nome di Pio XII. Grazie alla gestione di Nogara, il Banco di Roma, il Banco di Santo Spirito e la Cassa di Risparmio di Roma entrarono ben presto nell'ambito dell'influenza del Vaticano.

Quando acquisiva quote di una società, raramente Nogara entrava nel consiglio di amministrazione: preferiva affidare quest'incarico a uno dei suoi uomini di fiducia, tutti appartenenti all’elite vaticana che si occupava della gestione degli interessi della Chiesa. I tre nipoti di Pio XII, i principi Carlo, Marcantonio e Giulio Pacelli, ne facevano parte, i loro nomi cominciarono ad apparire tra quelli degli amministratori di un elenco sempre più lungo di società. Gli uomini di fiducia della Chiesa erano presenti dappertutto: industrie tessili, comunicazioni telefoniche, ferrovie, cemento, elettricità, acqua. Bernardino Nogara sorvegliava ogni settore che promettesse margini di remunerazione.

Nel 1935, quando Mussolini ebbe bisogno di armi per la campagna d'Etiopia, una considerevole quantità fu fornita da una fabbrica di munizioni che Nogara aveva acquisito per il Vaticano. E rendendosi conto, prima di molti altri, dell'inevitabilità della seconda guerra mondiale, sempre Nogara cambiò in oro parte del patrimonio Vaticano da lui gestito. Le sue speculazioni sul mercato dell'oro continuarono per tutto il periodo in cui fu alla guida dell'amministrazione dei beni del Vaticano.

Sin dai tempi di Pio XII lo IOR, bisognoso di disporre di fondi sicuri, fornì sbocchi bancari ai fascisti italiani e ai nazisti, nonché alla mafia, anche perché al tempo della dittatura fascista era molto difficile al Vaticano gestire liberamente l'Obolo di S. Pietro proveniente dalle due Americhe.

Il 27 giugno 1942 Pio XII decise di cambiare nome all'Amministrazione speciale per le Opere di Religione che diventò Istituto per le Opere di Religione. Nasce così un ente bancario dotato di un'autonoma personalità giuridica e che si dedicherà non soltanto al compito di raccogliere beni per la Santa Sede, ma anche a quello di amministrare il denaro e le proprietà ceduti o affidati all'istituto stesso da persone fisiche o giuridiche per opere religiose e di carità cristiana.

Il 31 dicembre 1942 il ministro delle Finanze del governo italiano Paolo Thaon di Revel emise una circolare in cui si affermava che la Santa Sede era esonerata dal pagare le imposte sui dividendi azionari.

Inoltre il Vaticano, essendosi dichiarato neutrale durante la II guerra mondiale, poté, come la Svizzera, trattare tranquillamente affari con la Germania di Hitler. Finita la guerra il Vaticano non risarcì mai le vittime dell'olocausto, restituendo loro i preziosi che i nazisti avevano trasformato in lingotti.

Anzi la Banca Vaticana contribuì a nascondere l'oro nazista non solo nella stessa Santa Sede, ma anche presso il santuario di Fatima in Portogallo, controllato da elementi massonici, i quali solo apparentemente risultano anticlericali (è noto infatti che la loggia segreta P2 aveva ampi contatti con gli ambienti vaticani).

Lo IOR ha contribuito anche alla scomparsa di buona parte dell'oro della Croazia indipendente, che durante l'ultima guerra mondiale collaborava coi nazisti. Gli ustascia (i cattolici nazisti) massacrarono impunemente ben mezzo milione di serbi ortodossi, nonché decine di migliaia di ebrei e di gitani.

La leadership ustascia, finita la guerra, si era rifugiata proprio in Vaticano e in alcune proprietà francescane italiane. Uno dei mediatori che permise agli ustascia e anche ad altri criminali nazisti di ottenere l'impunità, fu il segretario di stato Montini, in seguito papa Paolo VI.

In particolare gli ustascia ebbero bisogno della Banca Vaticana proprio per gestire finanziariamente il loro governo esiliato in Argentina e per spedire i propri criminali in fuga verso il Sudamerica, l'Australia e altri luoghi con la protezione della Cia.

Ovviamente il Segretariato Vaticano è a tutt'oggi assolutamente contrario a rendere pubblici gli archivi relativi alla II guerra mondiale.

Intanto Nogara continuava a lavorare per accrescere le risorse del Vaticano. Negli anni '50 e '60 lo IOR prese ad arricchirsi coi fondi che molte famiglie agiate volevano trasferire all'estero per pagare meno tasse.

Furono rafforzati i legami con diverse banche. Già dai primi del Novecento i Rothschild di Londra e di Parigi trattavano con il Vaticano, ma con la gestione Nogara gli affari e i partner bancari aumentarono vertiginosamente: Credit Suisse, Hambros Bank, Morgan Guarantee Trust, The Bankers Trust di New York (di cui Nogara si serviva quando voleva comprare e vendere titoli a Wall Street), Chase Manhattan, Continental Illinois National Bank. E Nogara assicurò al Vaticano partecipazioni in società che operavano nei settori più diversi: alimentare, assicurativo, acciaio, meccanica, cemento e beni immobili. Un susseguirsi di successi finanziari senza precedenti per la Chiesa cattolica.

Nel 1954 Bernardino Nogara decise di ritirarsi, senza tuttavia interrompere l'attività di consulente finanziario del Vaticano, che continuò fino alla morte, avvenuta nel 1958. La stampa dedicò poco spazio alla sua scomparsa, ma negli ambienti vaticani si era ben consapevoli della sua eccezionale importanza.

Al geniale banchiere, nel corso della sua lunga attività, venne affiancato il principe Massimo Spada. Anche lui mostrò lungimiranza e spregiudicatezza nella gestione degli interessi del Vaticano e si lanciò in varie operazioni, la maggior parte delle quali in collaborazione con Michele Sindona.

Lo IOR, in quanto istituto che opera con modalità proprie, non è mai stato tenuto a nessun tipo di informativa - né verso i propri clienti, né verso terzi - né tanto meno a pubblicare un bilancio o un consuntivo sulle proprie attività.

A ogni cliente viene fornita una tessera di credito con un numero codificato: né nome né foto. Con questa si viene identificati: alle operazioni non si rilasciano ricevute, nessun documento contabile. Non ci sono libretti di assegni intestati allo IOR: chi li vuole dovrà appoggiarsi alla Banca di Roma, convenzionata con l'istituto vaticano.

I clienti dello IOR possono essere solo esponenti del mondo ecclesiastico: ordini religiosi, diocesi, parrocchie, istituzioni e organismi cattolici, cardinali, vescovi e monsignori, laici con cittadinanza vaticana, diplomatici accreditati alla Santa Sede. A questi si aggiungono i dipendenti del Vaticano e pochissime eccezioni, selezionate con criteri non conosciuti.

Il conto può essere aperto in euro o in valuta straniera: circostanza, questa, inedita rispetto alle altre banche. Aperto il conto, il cliente può ricevere o trasferire i soldi in qualsiasi momento da e verso qualsiasi banca estera. Senza alcun controllo. Per questo, negli ambienti finanziari, si dice che lo IOR è l'ideale per chi ha capitali che vuole far passare inosservati. I suoi bilanci sono noti a una cerchia ristrettissima di cardinali, qualsiasi passaggio di denaro avviene nella massima riservatezza, senza vincoli né limiti.

Lo IOR è indipendente dagli altri due istituti finanziari vaticani e sulla sua attività si sa soltanto che è gestito da cardinali di alto livello e da banchieri internazionali.

Il vescovo Paul Marcinkus, il più famoso dirigente dello IOR, faceva chiaramente capire che la Banca Vaticana godeva di privilegi assoluti nell'esportazione all'estero dei capitali. Ed egli era in grado di servirsi dei noti finanzieri e bancarottieri, Michele Sindona, colluso coi poteri mafiosi italo-americani, avvelenato in carcere, e Roberto Calvi, presidente del Banco Ambrosiano, trovato impiccato a Londra; nonché del capo della P2, Licio Gelli, arrestato per attività sovversiva, e del vescovo Hnilica, che per tutti gli anni '80 trasferì in Vaticano i fondi anticomunisti provenienti dall'Europa dell'est e i fondi cospicui provenienti dai pellegrinaggi di Medjugorje in Bosnia.

Utilizzando numerose società fantasma con sede a Panama o nel Lussemburgo, lo IOR divenne uno dei maggiori esponenti dei mercati finanziari mondiali alla fine degli anni '70. Era infatti in grado di utilizzare le filiere mafiose di Sindona per istradare grosse somme fuori dal Paese, sotto il naso di tutti gli organismi di controllo.

Poi, quando Sindona era diventato meno frequentabile, a seguito dei suoi debiti con la giustizia, lo IOR cominciò a servirsi di Roberto Calvi e della sua banca.

In quel periodo nel Vaticano si fronteggiavano due fazioni politiche contrapposte: una, massonica-moderata, denominata "Mafia di Faenza", faceva capo a Casaroli, Samorè, Silvestrini e Pio Laghi, l'altra, integralista, legata all'Opus Dei, faceva capo a Marcinkus, Mons. Virgilio Levi, vice direttore dell'"Osservatorio Romano", e Mons. Luigi Cheli, Nunzio pontificio presso l'ONU.

Coinvolto nello scandalo del Banco Ambrosiano di Calvi, lo IOR subì un vero e proprio terremoto: il cardinale Markinkus riuscì a farla franca solo appellandosi all'immunità diplomatica.

Dopo le vicende legate al banco Ambrosiano, al crac e al cardinale Marcinkus, nel 1990 papa Giovanni Paolo II lo ha riformato, affidandone la gestione a persone laiche ma di credenze cattoliche; lo presiede, infatti, Angelo Caloia, professore dell'università Cattolica di Milano, ex presidente del Medio Credito Lombardo e attualmente a capo di due società di Banca Intesa. Ai prelati è riservata una funzione di vigilanza.

Lo IOR ha sede unica in Vaticano. Ufficialmente non ha filiali in nessun altro luogo. Non ha accesso diretto ai circuiti finanziari internazionali. Non aderisce alle norme antiriciclaggio sulla trasparenza dei conti. Il riferimento è la segreteria di Stato vaticana di monsignor Angelo Sodano. Per operare in Europa lo IOR si avvale di due grandi banche, una tedesca e una italiana, i cui nomi non si conoscono. Si pensa a Banca Intesa, della quale lo IOR possiede il 3,37% insieme con la Banca Lombarda e la Mittel (il cosiddetto Gruppo bresciano dei soci), e di Deutsche Bank, ma nessuno lo conferma con certezza.

Oggi lo IOR amministra un patrimonio stimato in 5 miliardi di euro e funziona come un fondo chiuso. In pratica ha rendimenti da hedge fund, visto che ai suoi clienti (dipendenti del Vaticano, membri della Santa Sede, ordini religiosi, benefattori) garantisce interessi medi annui superiori al 12%. Anche per depositi di lieve consistenza.

Secondo un rapporto del giugno 2002 del Dipartimento del Tesoro americano, basato su stime della Fed, solo in titoli Usa il Vaticano ha 298 milioni di dollari: 195 in azioni, 102 in obbligazioni a lungo termine (49 milioni in bond societari, 36 milioni in emissioni delle agenzie governative e 17 milioni in titoli governativi) più un milione di euro in obbligazioni a breve del Tesoro. E l’advisor inglese The Guthrie Group nei suoi tabulati segnala una joint venture da 273,6 milioni di euro tra IOR e partner Usa.

I segreti finanziari del Vaticano vengono conservati nelle Isole Cayman, il paradiso fiscale caraibico, spiritualmente guidato dal cardinale Adam Joseph Maida che, tra l’altro, siede nel collegio di vigilanza dello IOR. Le Cayman sono state sottratte al controllo della diocesi giamaicana di Kingston per essere proclamate Missio sui iuris, alle dipendenze dirette del Vaticano.

In Italia i diritti di voto dei 45 milioni di quote di Banca Intesa (per un valore in Borsa di circa 130 milioni di euro) sono stati concessi alla Mittel di Giovanni Bazoli in cambio di un dividendo maggiorato rispetto a quello di competenza. E quando la Borsa tira, gli affari si moltiplicano. Nel 1998 p. es. non sfuggì a molti l’ottimo investimento (100 miliardi di lire) deciso dallo IOR nelle azioni della Banca popolare di Brescia: in meno di 12 mesi il capitale si quadruplicò, naturalmente molto prima del crollo del titolo Bipop.

Ma il patrimonio dello IOR non è solo mobile. Dell’Istituto si parla anche in relazione alle beghe con gli inquilini di quattro condomini di Roma e Frascati che lo IOR, a cavallo fra il 2002 e il 2003, ha venduto alla società Marine Investimenti Sud, all’epoca di proprietà al 90% della Finnat Fiduciaria di Giampietro Nattino, uno dei laici della Prefettura degli affari economici della Santa Sede, e oggi in mano alla lussemburghese Longueville.

Gli inquilini, però, affermano di sentirsi chiedere il pagamento del canone di locazione ancora dallo IOR, che nei documenti ufficiali compare anche come Ocrot: Officia pro caritatis religionisque operibus tutandis, con il codice fiscale italiano dell’istituto: 80206390587.

Per il 25esimo anniversario di pontificato, Giovanni Paolo II il 25 ottobre 2003 ha ricevuto un assegno da 2,5 milioni di dollari, la rendita di un fondo d’investimento americano da 20 milioni di dollari dedicato a lui, il Vicarius Christi Fund.

Il denaro è gestito dall’ordine cavalleresco cattolico più grande del mondo, nato 122 anni fa nel Connecticut: The Knights of Columbus (I Cavalieri di Colombo), che conta 1,6 milioni di membri tra Stati Uniti, Canada, Messico, Porto Rico, Repubblica Dominicana, Filippine, Bahamas, Guatemala, Guam, Saipan e Isole Vergini.

Il suo cavaliere supremo, Virgil Dechant, è uno dei 9 consiglieri dello Stato Città del Vaticano e anche vicepresidente dello IOR. Con i 2,5 milioni di dollari regalati a Karol Wojtyla il 9 ottobre 2003, il totale delle donazioni dell’ordine cavalleresco al vicario di Cristo ha superato i 35 milioni di dollari. Nulla, in confronto ai 47 miliardi di dollari del fondo assicurativo sulla vita gestito dai Cavalieri di Colombo, al quale Standard & Poor’s assegna da anni il rating più elevato.

L’ordine investe nei corporate bond emessi da più di 740 società statunitensi e canadesi e solo nel 2002, piazzando polizze sulla vita e servizi di assistenza domiciliare ai suoi iscritti attraverso 1.400 agenti, ha incassato 4,5 miliardi di dollari (il 3,4% in più rispetto al 2001). Una parte delle entrate, 128,5 milioni di dollari, è stata girata a diocesi, ordini religiosi, seminari, scuole cattoliche e, ovviamente, al Vaticano che nel 2002, tra la rendita del fondo del Papa, gli assegni alle nunziature apostoliche di Usa e Jugoslavia, il contributo alla Santa Sede nella sua missione di osservatore permanente all’Onu e quello per il restauro della basilica di san Pietro, ha ricevuto dai Cavalieri di Colombo 1,98 milioni di dollari.



Monsignor Paul Casimir Marcinkus
Di origine lituana, nato a Cicero, nei sobborghi di Chicago, il 15 gennaio 1922, studiò teologia a Roma divenendo sacerdote nel 1947. Negli anni ‘50 lavorò nella sezione inglese della Segreteria di Stato vaticana. Lì Marcinkus conobbe Giovanni Battista Montini, che nel 1963 divenne Papa col nome di Paolo VI. Sotto il pontificato di Montini la carriera di Marcinkus, sponsorizzata anche dal segretario del papa, mons. Macchi, decollò.

Soprannominato "Il Gorilla" per il suo aspetto imponente e le maniere spicce, ebbe l'incarico di organizzare il servizio di guardia del corpo al papa. Nel 1969 venne nominato vescovo e presidente dello IOR.

I prelati vaticani avevano capito l’importanza di dirottare le cospicue finanze della Santa Sede altrove (e non nelle partecipazioni azionarie di dubbia moralità quali quelle dell'“Acquamarcia”, della “Wurth – Divisione Armi”, ecc.).

Per quasi 20 anni egli ha diretto lo IOR, capendo subito che direzione prendere: verso i paradisi fiscali (off-shore) e i giochi sporchi delle scatole cinesi. La sede dello IOR cominciò ad essere frequentata da personaggi mafiosi o corrotti: Salvo Lima, Ignazio Salvo, Sindona, ecc.

Come capo della Banca Vaticana, e di una banca che non pubblica un bilancio annuale e non dà informazioni sui propri investimenti, Marcinkus fece accordi anche con Michele Sindona, uomo d'affari siciliano con agganci nel mondo della mafia, presidente della Banca Privata, che in quegli anni comprò o fondò moltissimi tra istituti di credito e società finanziarie, spesso creati in paradisi fiscali grazie alle prerogative derivanti dalla extraterritorialità dello IOR.

(Tra i paradisi fiscali più importanti va annoverato lo staterello del Liechtenstein (30 mila abitanti di cui 5000 nella capitale Vaduz, con centinaia di banche e società finanziarie), il quale venne separato dalla diocesi svizzera di Coira e proclamato Arcidiocesi di Vaduz, immediatamente soggetta alla Santa Sede. Il Principe regnante del Liechtenstein, titolare di una immensa ricchezza (controlla la più importante banca del principato) è devotissimo di Santa Romana Chiesa. Altri paradisi fiscali utilizzati dal Vaticano sono quello delle isole Cayman - diocesi di Kingston in Giamaica -, e delle Turks and Caicos - diocesi di Nassau, alle Bahamas - sottratte alle rispettive diocesi, e proclamate “sui iuris”, e affidate a due eminenti Arcivescovi americani di grandi aderenze nella Segreteria di Stato Vaticana).

Tra le relazioni d'affari di Marcinkus è molto importante quella con David Kennedy, allora Presidente della Continental Illinois National Namk di Chicago, che sarà, nel 1969 nominato ministro del Tesoro nell'amministrazione Nixon. Questo rapporto è importante perchè è proprio il banchiere-ministro che metterà Marcinkus in contatto con Michele Sindona, che gli presenterà poi Calvi.

Lo IOR finirà più volte nel mirino della Sec americana (che la multerà per operazioni finanziarie illecite) e della Banca d'Italia.

Marcinkus parteciperà a ben 23 riunioni del Consiglio d'amministrazione del Banco Ambrosiano, come se ne facesse parte a pieno titolo (d'altra parte sedeva nel consiglio di amministrazione dell'Ambrosiano Overseas di Nassau), firmandone le deliberazioni. L'allora Governatore della Banca d'Italia, Paolo Baffi, e il Direttore Generale Mario Sarcinelli, conobbero l'onta del carcere e avranno la carriera distrutta. (Da notare che Andreotti stava dalla parte di Calvi e dell'Ambrosiano contro la Banca d'Italia).

Alla morte di Paolo VI (6 agosto 1978), divenne papa, col nome di Giovanni Paolo I, per soli 33 giorni, Albino Luciani, deceduto, in circostanze mai del tutto chiarite, nella notte tra il 28 e il 29 settembre 1978. Il collegio dei cardinali respinse tutte le richieste di procedere ad una autopsia.

La morte improvvisa di Luciani viene collegata al fatto che all'inizio degli anni '70 Marcinkus aveva ordinato l'arresto delle attività della Banca Cattolica del Veneto e la sua integrazione all'interno dell'Ambrosiano, senza consultare né informare il consiglio d'amministrazione della banca così assorbita. Ora, la Banca Cattolica del Veneto era la banca privata al servizio del patriarca di Venezia e il suo presidente era proprio Albino Luciani, futuro Papa Giovanni Paolo I.

In un suo libro del 1984, In nome di Dio. La morte di papa Luciani, il giornalista inglese David Yallop ipotizza che Luciani fosse stato vittima di una congiura "di palazzo". Secondo Yallop, l'intenzione di operare un ricambio immediato ai vertici delle finanze vaticane (a partire da Marcinkus), e di allontanare gli ecclesiastici in odore di massoneria non sarebbe estranea alla morte del papa che venne trovato morto con in mano il libro "L'imitazione di Cristo"; si disse poi che si trattava in realtà di fogli di appunti, di un discorso da tenere ai gesuiti ed infine qualcuno ipotizzò che tra le sue mani vi fosse l'elenco delle nomine che intendeva rendere pubbliche il giorno dopo (anche su chi ritrovò effettivamente il corpo del papa vi sono diverse versioni, così come sull'ora reale della morte).

In coincidenza con l’elezione di Luciani venne pubblicato un elenco di 131 ecclesiastici iscritti alla massoneria, buona parte dei quali, erano del Vaticano. La lista era stata diffusa da un piccolo periodico "O.P. Osservatore Politico" di quel Mino Pecorelli destinato a scomparire un anno dopo l’elezione di Albino Luciani in circostanze mai chiarite. Secondo molti, "O.P." era una sorta di strumento di comunicazione adoperato dai servizi segreti italiani per far arrivare messaggi all’ambiente politico. Pecorelli, tra l’altro, era legato a filo doppio con Gelli come lo erano Sindona e Calvi.

Nella lista ecclesiastico-massonica comparivano, tra altri, i nomi di: Jean Villot (Segretario di Stato), Agostino Casaroli (capo del ministero degli Affari Esteri del Vaticano), Paul Marcinkus, il vicedirettore de "L’osservatore Romano" don Virgilio Levi, Roberto Tucci (direttore di Radio Vaticana.

Il libro dello scrittore inglese David Yallop, In nome di Dio. La morte di papa Luciani, passa in rassegna tutti gli elementi di quel fatidico 1978, fino a sospettare sei persone dell’omicidio di Albino Luciani: il Segretario di Stato Jean Villot, il cardinale di Chicago John Cody, il presidente dello IOR Marcinkus, il banchiere Michele Sindona, il banchiere Roberto Calvi e Licio Gelli maestro venerabile della Loggia P2.

Sotto il pontificato di Giovanni Paolo II la posizione di Marcinkus divenne ancora più forte: diventerà praticamente l'uomo più potente del Vaticano dal 1971 al 1989. Marcinkus si sentiva in credito con Giovanni Paolo II, perché in America aveva coperto lo scandalo dei preti polacchi di Filadelfia, che avevano fatto delle truffe: molti preti polacchi furono chiamati dal papa e collocati vicini a lui.

Essendo lo IOR una banca che non doveva rendere conto a nessuno se non al papa, in quegli anni la Banca Vaticana gestì e raccolse capitali enormi, spesso di incerta provenienza (“Immobiliare Roma”, “Tangentone Enimont”, “Banca di Roma”, fino alla popolare di Lodi...). Soldi che vengono utilizzati per finanziare gruppi e movimenti di opposizione ai regimi comunisti, in particolare Solidarnosc in Polonia.

Attraverso Sindona, era entrato in rapporto con Marcinkus anche Roberto Calvi, presidente del Banco Ambrosiano, che arriva a costituire - grazie ai rapporti con il mondo malavitoso, i servizi segreti e la loggia massonica segreta P2 - con Marcinkus, Gelli (capo della loggia P2) e il finanziere Umberto Ortolani, una sorta di comitato d'affari che opera attraverso banche e consociate estere, spostando capitali, manovrando fondi neri o provenienti da operazioni o fonti illecite, ma anche esportando valuta aggirando le norme bancarie.

Nel febbraio 1987 il giudice istruttore del tribunale di Milano, Renato Bricchetti, emette un mandato di cattura contro Paul Marcinkus, Luigi Mennini e Pellegrino de Strobel, i vertici dello IOR, individuando gravi responsabilità della Banca Vaticana nel crac del Banco Ambrosiano, ma la Cassazione non convalida il provvedimento, a causa dell'art. 11 dei Patti Lateranensi, che recita: "gli enti centrali della Chiesa sono esenti da ogni ingerenza da parte dello Stato italiano".

Nel 1990 Giovanni Paolo II promulga i nuovi statuti dello IOR. Tra le figure di garanzia, quella di un prelato che garantisca l'eticità degli investimenti dell'Istituto. Carica che ricoprirà mons. Donato De Bonis, già braccio destro di Marcinkus.

Marcinkus si ritira in una parrocchia dell'Illinois e poi presso la diocesi di Phoenix, dove è morto a 84 anni nella città di Sun City (in Arizona, dove risiedeva e curava la parrocchia di San Clemente).