MARTINA GROSSO – MIA – ASSAMITA AT (BRANCO DEAD MEN WALKING)
Nata e cresciuta in una base militare,Mia viene addestrata dal padre,sergente, come un vero soldato. Il padre si trova poi invischiato,a causa di un raggiro,in un commercio illegale di armi. Un giorno degli uomini armati si presentano a casa loro (probabilmente dei clienti scontenti per un pagamento mancato ) e rapiscono Mia come avvertimento. Mia viene violentata e seviziata più volte,viene rinchiusa e legata nel rifugio dei rapitori in attesa del riscatto. La ragazza riesce comunque a liberarsi e fuggire. Tornata a casa scopre che i rapitori hanno fatto lo stesso alla madre che però è stata uccisa in un tentativo di fuga. Del padre non ebbe più notizie. Per un anno Mia studia in maniera maniacale la sua vendetta che diviene per lei un ossessione. Scopre che i rapitori fanno parte di una società di vendita di sistemi informatici dietro la quale nascondono traffici illeciti di droga e armi. Mia ha la sua vendetta e stermina i suoi rapitori. Scopre che la vendetta è piacevole ma lo è di più massacrare.. quella sensazione di onnipotenza devia la sua mente. Decide di arruolarsi per poterla provare di nuovo . Combatte numerose guerre finché gli orrori del campo di battaglia non hanno più alcun effetto su di lei: fredda e distaccata,solo quando uccide riesce ancora a provare qualcosa. Nel frattempo il capo dell’organizzazione che l’aveva rapita segue,colpito,le sue vicende da lontano: ha ucciso i suoi uomini eppure in qualche modo la stima e per questo decide di darle un’opportunità. Si tratta di un vampiro,un Assamita,che dopo averla fatta seguire,la fa nuovamente rapire e senza spiegazioni,decide di abbracciarla. Mia,grata del dono che le è stato fatto,non osa chiedere al suo Sire perché avesse scelto proprio lei e come l’avesse trovata. Non fa domande al Sire sul suo passato,chi è e cosa faccia..lo interroga solo per ciò che riguarda il suo addestramento. Dopo 7 anni di addestramento all’interno del clan Assamita,viene mandata a Ravenna per contrastare il nemico camarillico. Lì avrebbe dovuto dimostrare quello che valeva per entrare a far parte della Mano Nera. Il Sire l’accompagna nell’assalto ma le cose si mettono male e fugge senza avvertirla,come un vero vigliacco. Scopre inoltre che altri non era che il capo dell’organizzazione da lei sterminata. La camarilla riesce a riconquistare Ravenna: Mia riesce a sopravvivere all’assalto deludendo però le aspettative del suo clan. Durante lo scontro a Ravenna incontra i due futuri membri del suo branco,Danko e Shade, con cui combatte fianco a fianco (branco di cui è sacerdote,non proprio in senso tradizionale). Anche loro,come lei,non sono altro che dei reietti e anche su di loro,come su di lei,pesa la vergognosa sconfitta. Da circa un anno girovagano per l’Italia ricoperti di infamia,pronti a metter e le mani negli affari più loschi e nella merda più profonda pur di riconquistare un po’ della dignità perduta: Mia deve riconquistare il rispetto del clan.
Mia condivide la visione Sabbatica di disciplina e obbedienza verso le cariche e stima l’organizzazione militare dei suoi ranghi,soprattutto per quanto riguarda la Mano Nera. Crede fermamente nella libertà della setta possibile solo attraverso una lotta per il predominio territoriale. Tuttavia non obbedisce ciecamente a chi ha maggiore autorità ma solo a chi è meritevole di rispetto. Da quando,però,è stata ricoperta di infamia dopo la dignitosa sconfitta,i suoi ideali sabbatici sono entrati in crisi: è più importante il suo bene o quello della setta? Vuole riconquistare la fiducia del clan e della setta per poter agire con maggior libertà. Momentaneamente opera per lo più per se stessa,per il branco o per il miglior offerente. E’ ancora in cerca del suo Sire: i vigliacchi meritano la Morte Ultima.
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Il Tristo e Inconsapevole Induttore Compulsivo di Riunioni
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The Master of Puppets of Masters