azioni ignobili in nome di cosa?

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ghost264
00lunedì 6 febbraio 2006 13:58
18 gennaio
Handicappata chiusa in bagno per 30 anni

L'incredibile storia a Pescara: mangiava gli avanzi in ciotole, veniva lavata ogni tanto con un tubo dell'acqua sul balcone STRUMENTIVERSIONE STAMPABILEI PIU' LETTIINVIA QUESTO ARTICOLO
PESCARA - Guantanamo è anche in Italia, a Pescara. E non «ospita» presunti terroristi, ma una povera donna handicappata. «Una storia triste che ha dell'incredibile», ha commentato il dirigente della Squadra mobile di Pescara, Nicola Zupo, che ha liberato la «prigioniera» dalle mani della madre che l'aveva tenuta segregata a chiave nel bagno di servizio di casa per 30 anni poiché si vergognava del suo handicap. Un incubo finito con l'intervento della polizia che, su denuncia dei parenti (ma ci si chiede in tutti questi anni dov'erano), ha disposto l'allontanamento della donna dalla madre. Anche il cane di casa, hanno detto gli agenti della squadra mobile di Pescara, aveva un trattamento migliore: la ciotola per l'animale, libero di muoversi per casa, stava in cucina.

FINE DI UN INCUBO - Giuseppina, 52 anni, è stata costretta per trent'anni a mangiare gli avanzi in ciotole e a dormire su una brandina da campeggio in un appartamento di un condominio di Pescara. Veniva lavata ogni tanto con un tubo sul balcone e usciva una volta al mese, ma solo per ritirare la pensione di invalidità. Sia la madre Annina, 73 anni, sia il suo secondo marito (del vero padre di Giuseppina, che porta il cognome della madre, non si è mai saputo nulla) sono indagati per maltrattamenti in famiglia e sequestro di persona.

UNA STORIA DI OMERTÀ - Sia Giuseppina che la sorella, di due anni minore, fin dalla nascita erano state messe in un istituto. A 9 anni la più piccola tornò a casa, «dove subì continui maltrattamenti dalla madre, che spesso la picchiava, la chiudeva in bagno o, per punizione, la lasciava di notte sul balcone. Finché la ragazza non scappò a 18 anni e riallacciò i rapporti solo qualche anno fa con la madre», racconta Nicola Zupo. Anche Giuseppina uscì dall'istituto e venne affidata a una zia. Ma quando questa morì, trent'anni fa, andò a vivere con la madre, che la chiuse nel bagno di servizio. Nel frattempo la madre si risposò ed ebbe altri figli. Ma Giuseppina rimase sempre segregata, in condizioni igieniche indicibili, senza illuminazione. Nel condominio nessuno per decenni si è accorto di nulla; nessuno dei parenti denunciò le condizioni di vita in cui era costretta la ragazza. La stessa sorella più piccola - secondo quanto riferito dalla polizia - sapeva e non disse mai nulla. Anche all'anagrafe fino al 1996 di Giuseppina non risultava nulla, fin quando il suo nome fu registrato per la prima volta, all' età di 42 anni. «Non abbiamo ancora capito le motivazioni che hanno spinto i parenti a denunciare ora la situazione», ha affermato Zupo.
«Ora Giuseppina è in ospedale per accertamenti. Cammina a fatica e ci vede poco per la cataratta agli occhi. Nei prossimi giorni sarà eseguita una perizia per accertare il suo deficit mentale. Presto la trasferiremo in un istituto protetto». Per la madre è stato disposto anche il divieto di vedere la figlia.

corriere della sera
ghost264
00lunedì 6 febbraio 2006 13:58
aggiunte : la madre ha registrato all'anagrafe la figlia solo quando aveva più di 20 anni e per avere la pensione
ghost264
00lunedì 6 febbraio 2006 13:59
I medici inglesi denunciano oltre 3.000 eutanasie in un anno
In America un nuovo caso Terri Schiavo: Haleigh Poutre, ragazza di undici anni in coma, condannata all’inedia
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Torino, la dolce morte in aula
Roma. Dopo la sentenza di costituzionalità della legge dell’Oregon sull’eutanasia, ieri la Corte suprema è tornata dopo cinque anni a occuparsi di aborto. Ha stabilito all’unanimità che un tribunale del New Hampshire si è spinto troppo in là bloccando in maniera permanente la legge dello stato che impone di avvertire i genitori 48 ore prima dell’interruzione della gravidanza della figlia minorenne. La Corte ha deciso che toccherà a una corte d’appello riconsiderare la validità della legge. Il Wall Street Journal ha sottoscritto a sorpresa la decisione della Corte: “I liberal, a cui sono uniti Sandra Day O’Connor e Anthony Kennedy, hanno scoperto d’un tratto le virtù del federalismo. Non siamo a favore dell’eutanasia, ma nel sistema americano non c’è ragione perché Washington calpesti i diritti degli stati in materia”. La destra religiosa ha commentato che una legge simile non poteva che nascere in uno stato post-cristiano come l’Oregon. Il Los Angeles Times sostiene che il prossimo candidato all’eutanasia è la California, dove un emendamento sulla “morte con dignità” era stato abbandonato a luglio per mancanza di consensi. Il governatore Schwarzenegger si è rifiutato di commentare la sentenza. “La Corte non si è espressa sul fatto che l’eutanasia sia giusta o sbagliata, quanto sui diritti degli stati”, ha detto Marilyn Golden di un centro dei disabili. D’accordo il bioeticista Wesley Smith di National Review, non si è trattato di un caso di attivismo giudiziario: “Sarà una leggera brezza, non una burrasca”. Non ci si ferma qui nemmeno per Time magazine.
Coming out dei medici inglesi. Secondo il Guardian sarebbero responsabili della morte per eutanasia di 3 mila pazienti solo nel 2005. Dieci al giorno. “Questa ricerca prova che alcuni dottori infrangono la legge e aiutano i loro pazienti a morire – ha dichiarato Deborah Annets, a capo della Voluntary Euthanasia Society – Tutto ciò è fatto segretamente e negato al pubblico. Alcuni dottori agiscono per pietà accondiscendendo al desiderio dei loro pazienti, ma alcuni agiscono chiaramente senza il consenso”. L’eutanasia è illegale in Gran Bretagna e la maggior parte delle “morti dolci”, per usare un collaudato abuso linguistico, sono state compiute attraverso la sospensione o la negazione delle cure. Esistono statistiche per l’Italia? Qualche anno fa da uno studio della Cattolica di Milano emerse una forte confusione fra eutanasia passiva e attiva. Francesco D’Agostino, presidente del Comitato nazionale di bioetica, ci conferma che non ci sono statistiche attendibili per l’Italia.
L’America attende intanto la morte di una ragazzina di undici anni, Haleigh Poutre. Ieri è arrivata la sentenza della Corte suprema del Massachusetts: Haleigh dovrà morire, come Terri Schiavo. A settembre era stata pestata a sangue dal marito della madre adottiva. Da allora versa in coma. Lo stato del Massachusetts chiese di spegnere la macchina che la teneva in vita. Si era opposto il patrigno, Jason Strickland, di fronte al rischio di una condanna per omicidio. “La sua breve esistenza non sarà stata invano”, ha detto il giudice che ha emesso la sentenza.

Silvio Viale in cattedra al liceo
Si parla di eutanasia anche a Torino. Sull’argomento Silvio Viale, il ginecologo sperimentatore della Ru486, ha tenuto una lezione senza contraddittorio al liceo Einstein e ha proiettato un dvd svizzero. Presenti oltre 200 ragazzi. Viale è stato contestato dagli insegnanti, uno di loro ha parlato di “operazione squallida”. Al termine della proiezione Viale ha detto che “morire può essere un processo lungo e sofferente. I cattolici vogliono imporre la loro mentalità, ma è un diritto delle persone scegliere come morire”. Poi ha distribuito volantini agli studenti sulla Ru486 e ha citato alcune frasi di Umberto Veronesi. L’anziana donna protagonista del film accoglieva intanto con un “magique!” la miscela di barbiturici che il medico le aveva preparato. Viale ha chiesto “un momento di raccoglimento” per Eluana Englaro, in coma in seguito a un incidente dal 18 gennaio 1992. “Sono passati 14 anni, 5.116 giorni e oggi Eluana avrebbe 33 anni. Dico avrebbe, perché non è possibile considerare l’esistenza biologica ed anagrafica di Eluana come una vita vissuta”. Come nella lapide di Terri Schiavo, su cui il marito ha fatto incidere tre date: nascita (3 dicembre 1963), coma (25 febbraio del 1990) e giorno in cui se ne è andata, “in pace” (31 marzo del 2005), cieca, col cervello che pesava la metà di uno normale. Poi quella frase: “Ho mantenuto la mia promessa”. E una colomba con in bocca un ramo d’ulivo. “In pace”, si legge sulla lapide di Terri. “Affinché Eluana possa presto riposare finalmente in pace”, parole che Viale ha scandito nelle aule autogestite e conformiste di un triste liceo torinese.

ghost264
00lunedì 6 febbraio 2006 13:59
sempre sul precedente caso un ulteriore sunto


17 gen 18:09 Usa: Corte autorizza a staccare spina 11enne picchiata dai genitori

WASHINGTON - C'e' un nuovo caso "Terri Schiavo" negli Stati Uniti. La Corte Suprema del Massachusetts ha autorizzato i servizi sociali dello Stato a disporre che Haleigh Poutre, la bambina di 11 anni ridotta allo stato vegetativo dalle percosse dei genitori adottivi, venga lasciata morire. Inutili i tentativi del marito della madre adottiva di Haleigh, Jason Strickland, di bloccare la decisione presa dal Dipartimento dei servizi sociali di staccare il tubo dell'alimentazione artificiale che la tiene in vita. Se la piccola morisse, infatti, l'uomo potrebbe essere accusato di omicidio per avere preso parte alle percosse assieme alla moglie, che pero' e' nel frattempo deceduta
ghost264
00lunedì 6 febbraio 2006 14:00
BIMBA DOWN SOFFOCATA DA BOCCONE, INDAGATI GENITORI
Omicidio colposo e violazione degli obblighi di assistenza sono le accuse ipotizzate dalla Procura di Palermo nei confronti dei genitori di una bambina affetta da sindrome di Down, morta soffocata da un boccone. Delle vicenda riferisce oggi il "Giornale di Sicilia". La piccola, sostiene il quotidiano, era nata nel 2002 da un parto gemellare, con una sorella perfettamente sana. Padre e madre avrebbero riservato una vita normale a quest'ultima, mentre la disabile sarebbe stata tenuta sempre nascosta in casa, tanto che nemmeno parenti e amici erano a conoscenza della sua esistenza. Il decesso della piccola risale ad alcuni mesi fa, ma solo adesso i carabinieri ne sono stati informati da una telefonata anonima e hanno avviato indagini nel cui ambito la Procura ha disposto l'esumazione del cadavere e l'autopsia, e ha emesso avvisi di garanzia nei confronti dei genitori. Secondo quanto ha raccontato la madre, sentita dagli investigaori, la bambina si e' sentita male mentre mangiava da sola, in cucina, ed e' morta soffocata. Il decesso sarebbe stato favorito anche dalla malnutrizione della bambina, che pesava appena 3 chili e mezzo, molto al di sotto della norma per la sua eta' di quasi tre anni. Non e' stato richiesto soccorso, non e' stata chiamata l'ambulanza. Il funerale si e' svolto in segreto, per tenere tutti all'oscuro della vicenda.

ghost264
00lunedì 6 febbraio 2006 14:01
Lasciati nei collegi degli Hare Krishna mentre i genitori facevano proseliti nelle piazze, affidati alle cure di monaci inesperti e inaffidabili, i figli degli arancioni hanno spesso subito, negli anni Settanta e Ottanta, abusi e molestie sessuali, maltrattamenti e violenze di ogni genere.

La denuncia - anzi, l'autodenuncia - è stata pubblicata sulle pagine della rivista ufficiale del movimento, ed è rimbalzata, ieri, sulla prima pagina del quotidiano New York Times assieme alla rivelazione di dettagli sconcertanti.

Gli Hare Krishna predicano il celibato. Ma quando il movimento è "sbarcato" negli Stati Uniti negli anni Sessanta, grazie al guru indiano Bhaktivedanta Swami, furono creati, all'interno dei monasteri arancioni, collegi e asili nido: l'iniziativa doveva venire incontro alle esigenze dei fedeli sposati, in modo che potessero lasciare i loro bambini e dedicarsi alla preghiera e all'importantissima raccolta di fondi per l'organizzazione.

In teoria per i ragazzini doveva essere allestito un ambiente caldo, affettuoso, in cui i monaci si dedicavano ai loro studi e alla loro educazione religiosa. In realtà le cose sono andate in modo ben diverso, come hanno adesso raccontato i "sopravvissuti" di quella esperienza.

«Per un mese mi hanno costretto a dormire nella vasca da bagno perché avevo fatto pipì nel letto» riferisce Jahnavi Dasi, che adesso ha 26 anni, ma ne aveva appena 4 quando i genitori lo spedirono in un collegio del movimento a Los Angeles.

Altri colleghi di sventura di Dasi ricordano di essere stati bastonati e persino violentati.

ghost264
00lunedì 6 febbraio 2006 14:01
Sta bene una neonata ritrovata ieri sera in un cassonetto a Palermo. Lo ha riferito la polizia.

E' stato un ragazzo di 23 anni ad accorgersi ieri sera, all'uscita dalla palestra nella borgata Bonagia, che la piccola era stata gettata nel cassonetto.
La piccola, di carnagione chiara, era avvolta in un asciugamano insanguinato.
La polizia, avvertita dal giovane, ha portato la neonata in ospedale alle 20.30.
I medici hanno stabilito che la bambina, ancora con il cordone ombelicale, era nata intorno alle 19.30. Dicono che è in buono stato di salute.
Gli agenti hanno dato alla bambina il nome Maria Michela Antonia.
Gli inquirenti ora cercano la madre della bambina. Sull'episodio è stata aperta un'inchiesta
ghost264
00lunedì 6 febbraio 2006 14:01
La stanza è come quella della tortura in un lager. Il tettuccio arrugginito è schiacciato contro il muro schizzato di sangue. Una donna legata da cinghie nere urla. Sta per avere un bambino. Ma quando la testa del neonato appare, il medico affonda una siringa nella fronte e il piccolo scompare. Dopo un attimo il boia lo tira fuori. E' morto. Era una bambina.

Così racconta il video che un infiltrato di una famosa organizzazione non governativa francese travestito da infermiere ha girato in una città del Sud della Cina. Così i cinesi ammazzano le loro figlie. Lasciandole sospese e impietrite tra la vita e la morte. Solo perché sono femmine. Figlie di un dio minore. In Cina ogni anno spariscono, condannate dalla loro femminilità, almeno 2 milioni di bambine. Una di loro è stata fotografata da poco da un reporter di The Mirror. Fotografia della vergogna: la piccola era per terra, buttata su un marciapiede come un gatto morto. Una bambola col naso pieno di sangue e la pelle ancora calda. La gente le camminava accanto, forse sopra, come se niente fosse. Colpa, si dice, di una legge del 1979 intitolata "Legge eugenetica e protezione salute" che proibisce ai cinesi di avere più di un figlio in famiglia e che dà la preferenza al maschio.

Ma anche della tradizione e della convinzione che una figlia femmina sia una vera maledizione, un peso. Nello scorso novembre una reporter americana, Norma Mayer, trova nell'orfanotrofio di Harbin 170 bambini. Ma 120 sono femmine. Le descrive come scheletri foderati di pelle bianca che dondolano sui letti putridi. Gambe e braccia storte come radici impazzite. Viene espulsa immediatamente dal paese.

ghost264
00lunedì 6 febbraio 2006 14:02
Taranam aveva 15 anni quando aspettava la sua prima figlia. «Mio marito non la voleva. E' una vergogna e un peso, mi diceva. Così una vecchia donna mi entrò dentro con un ferro e la uccise. Ho perso sangue per due mesi. Quando per la seconda volta l'esame disse che era femmina scappai nel mio villaggio. Ma anche la mia famiglia mi ha ripudiato. Così ho partorito nella casa di una vecchia zia zoppa. Anche lei 15 anni prima era scappata per salvare la sua bimba. Per questo le avevano devastato a bastonate un ginocchio».

Taranam oggi è leader a New Delhi di una piccola organizzazione che guarda dalla parte delle bambine, Save the girl. Il suo sari turchese le copre appena cicatrici e ferite. La sua bocca, ancora bellissima, racconta che le figlie femmine anche in Pakistan e in Bangladesh sono torturate soprattutto dalla famiglia. Ai figli maschi va il cibo migliore, alle femmine le briciole. Anche da neonate. «Avevo una cugina con due gemelli. Un giorno la trovo a casa con i due bambini in braccio: il maschio tondo, bello. La femmina un fagottino di ossa che moriva di fame. Perché?, le ho chiesto. "Perché ho poco latte e devo darlo solo a lui se no mi ammazzano" mi ha risposto». Anche se sopravvivono le bambine mangeranno dopo i bambini. Come le mogli dopo i mariti. In India la crescita è ritardata del 79 per cento nelle femmine e del 43 per cento nei maschi. I bambini studiano, le bambine faticano. E quando sono sfinite, ammalate, nessuno pensa a loro. Anzi. Alle piccole femmine non è permesso di cedere. Se lo fanno, la malattia diventa la conferma della debolezza, il marchio dell'inferiorità. La prova che possono morire
ghost264
00lunedì 6 febbraio 2006 14:03
un'indagine spietata che rivela storie e numeri da brivido. A cominciare dal modo in cui le più piccole non vengono curate. Nel West Bengal, in India, sono ricoverati 23 ragazzini contro 8 ragazzine. Peccato che nelle visite a casa siano 48 le femmine ammalate e sfinite contro 15 maschi. «Orribile dirlo, ma per le bambine viene usata la selezione naturale come per gli animali» sintetizza Harold Huxely, medico nella città di Chunchura. «Ho visto piccole di 10 anni con il corpo invaso da piaghe e da vermi mentre la mia prima figlia adottiva aveva tutti i denti mangiati dalla denutrizione. Certo le piccole che resistono diventano buone macchine da figli. Maschi naturalmente».

Qualche volta anche queste piccole macchine si inceppano. Sharaa Pakhonen stringe la mano dei suoi due figli e mostra una fotografia ingiallita. Una piccola bambina con un ventre enorme.

Sharaa aveva sette anni quando suo padre l'ha sposata al marito ventiduenne. «Ero terrorizzata di avere rapporti con lui. Faceva tanto male. Poi a dieci anni sono rimasta incinta. Ma ero troppo piccola: il parto è durato tre giorni di agonia. La mia sorella minore non ce l'ha fatta». Come tante bambine madri. Il matrimonio forzato è infatti un altro dei crimini che le figlie femmine del mondo devono subire. In Africa centrale almeno nella metà dei casi, poi in Iraq, in Cina, nell'Honduras dell'America centrale. Il matrimonio precoce è visto come un regalo economico per la famiglia. Una figlia bella, giovanissima e vergine è la più alta merce di scambio. Ma alle bambine spose si ruba l'infanzia, l'innocenza, il gioco.
ghost264
00lunedì 6 febbraio 2006 14:03
In Burkina Faso intorno alla capitale Ouagadougou organizzazioni religiose raccolgono le piccole spose che fuggono. I missionari raccontano che di notte camminano centinaia di chilometri. Durante il giorno stanno nascoste sugli alberi: «Le ho viste arrivare curve dalla fatica. Non avevano più la pianta dei piedi» racconta suor Felicia delle religiose di San Francesco, e aggiunge anche che è tale il terrore di fuggire un marito obbligato che nessuno le ferma.

«Nascita, matrimonio e morte sono i tre eventi principali della vita. Solo il matrimonio è una scelta. Ma per loro diventa un obbligo. Qualche volta mortale»: le parole tristi di Carol Bellamy, direttore generale dell'Unicef, si sposano bene alla nuova campagna contro i matrimoni precoci lanciata in questi giorni, Cancellare l'infanzia. Una condanna a vita condita con violenze atroci: maltrattamenti e stupri, malattie sessuali come l'aids che sterminano giovani mamme e figli. Il buio dell'istruzione. Chi si ribella all'amore forzato può morire o diventare un mostro. La faccia piagata di Nadina parla. Al posto degli occhi due bolle bianche, al posto del naso due fori informi.

posterò poi alcuen testimonianze
ghost264
00mercoledì 22 febbraio 2006 12:33
bambino 3 mesi........ subisce ( non per la prima volta) percosse....... tale da essere in coma e ora.. gli staccheranno il respiratore..... ma come si fa? come si fa? siamo in centinaia di coppie che non desiderano altro se non avere un bimbo........ e tu ... uomo........ ti infastidisci del pianto del tuo stesso figlio..........
ho talmente tanta rabbia che non riesco a smettere di piangere
Hareios
00mercoledì 22 febbraio 2006 21:12
Che cose brutte che ho letto
ghost264
00domenica 26 febbraio 2006 15:24
Cane salva bimbo gettato in pozzo
Panama, animale diventa eroe nazionale
La madre lo aveva abbandonato in un pozzo, in un campo di caffè di Panama. Il piccolo sarebbe morto di sicuro, se non fosse arrivato Chomba, un cane bastardino, a salvarlo. L'animale con i denti ha afferrato un lembo del lenzuolo che avvolgeva il neonato e abbaiando ha lanciato l'allarme. Il bambino è in buone condizioni. Chomba è già stato acclamato "eroe nazionale".


Chomba, un cane dal pelo bianco e nero, si aggirava in un campo di caffè della provincia di Chiriqui, a ovest di Panama. Probabilmente attratto dall'odore del sangue sull'erba, si è avvicinato al pozzo dove era stato gettato il neonato e ha iniziato a tirare un lembo del panno che lo avvolgeva. Il pianto del bambino e i latrati del cane hanno richiamato una donna che lavorava nel campo.

E' stata lei a chiamare i soccorsi. Il piccolo è stato trasportato d'urgenza all'ospedale José Domingo della città di David. Ora si trova in "condizioni stabili" nel reparto di neonatologia. La polizia invece è sulle tracce della madre, che al momento non è stata identificata.
ghost264
00domenica 26 febbraio 2006 15:24
Iran: spezzettano braccio a bimbo ladro, questa è civilità?
di: Paolo di Lautreamont
Anche le civiltà hanno i loro problemi:Un bambino di 8 anni, sorpreso in un mercato iraniano a rubare del pane, è punito sul posto con l'applicazione della shariah. Il suo braccio viene schiacciato da una vettura: ne perderà l'uso per sempre.


n.b.: ho messo la foto meno crudele
Matteo Bonaparte
00sabato 4 marzo 2006 14:08
Re:

Scritto da: ghost264 26/02/2006 15.24
Iran: spezzettano braccio a bimbo ladro, questa è civilità?
di: Paolo di Lautreamont
Anche le civiltà hanno i loro problemi:Un bambino di 8 anni, sorpreso in un mercato iraniano a rubare del pane, è punito sul posto con l'applicazione della shariah. Il suo braccio viene schiacciato da una vettura: ne perderà l'uso per sempre.


n.b.: ho messo la foto meno crudele



questo è un abominio. meriterebbero la morte istantanea anche se sono contro la pena di morte.

edit

ho visto la sequenza di immagini e rimangio tutto. niente morte immediata, prima devono soffrire.

[Modificato da Matteo Bonaparte 04/03/2006 14.11]

Pius Augustus
00sabato 4 marzo 2006 14:10
Puah,che barbari...
luc@s87
00sabato 4 marzo 2006 15:09
Signori,la luminosissima civiltà islamica! [SM=x278630]

Robe da matti nel 2006...

[Modificato da luc@s87 04/03/2006 15.09]

ghost264
00sabato 4 marzo 2006 18:36
N.B. La Verità è ben altra cosa!
Bambino iraniano non è stato massacrato


Il bambino iraniano non è stato torturato per furto di pane, era uno spettacolo



di David

Vari Blog della rete si son presentati in causa alla denuncia di una presunta sentenza islamica di un bambino iraniano, accusato di furto, mostrando le scene della sentenza: sopra il braccio del bambino viene fatto passare la ruota di un automobile per spezzarlo.

Notizie false, ineggiati all'odio per un popolo e una religione, notizie fatte solo dalle apparenze delle foto e senza nessun approfondimento su di esse. Di fatti vengono mostrate solo 4 foto, ossia quelle del passaggio della ruota sopra il braccio del bimbo. In realtà le foto son ben 8, e il fatto è che non si trattava di un esecuzione per furto, ma bensi uno spettacolo di strada per raccogliere denaro.

L'applauso va a queste persone che senza avere un briciolo d'approfondimento e verifica, hanno puntato il dito su una cultura e un popolo.

Il Blog di Libero presenta un articolo fatto da Paolo di Lautreamont.
La fonte su cui il signor Paolo ha appreso la notizie è a sua volta un'altro Blog, chiamato Le guerre Civili.
L'autore di quell'articolo è lo stesso creatore dell'articolo su Libero, che ha giustamente aggiornato aggiungendoci la nota "si tratta di una mezza bufala". Da li il link all'ultimo post del 23 Febbraio, dove racconta che le foto non sono false, ma la storia del bambino è ben diversa da qualla raccontata.
Matteo Bonaparte
00sabato 4 marzo 2006 20:21
Re:

Scritto da: ghost264 04/03/2006 18.36
N.B. La Verità è ben altra cosa!
Bambino iraniano non è stato massacrato


Il bambino iraniano non è stato torturato per furto di pane, era uno spettacolo



di David

Vari Blog della rete si son presentati in causa alla denuncia di una presunta sentenza islamica di un bambino iraniano, accusato di furto, mostrando le scene della sentenza: sopra il braccio del bambino viene fatto passare la ruota di un automobile per spezzarlo.

Notizie false, ineggiati all'odio per un popolo e una religione, notizie fatte solo dalle apparenze delle foto e senza nessun approfondimento su di esse. Di fatti vengono mostrate solo 4 foto, ossia quelle del passaggio della ruota sopra il braccio del bimbo. In realtà le foto son ben 8, e il fatto è che non si trattava di un esecuzione per furto, ma bensi uno spettacolo di strada per raccogliere denaro.

L'applauso va a queste persone che senza avere un briciolo d'approfondimento e verifica, hanno puntato il dito su una cultura e un popolo.

Il Blog di Libero presenta un articolo fatto da Paolo di Lautreamont.
La fonte su cui il signor Paolo ha appreso la notizie è a sua volta un'altro Blog, chiamato Le guerre Civili.
L'autore di quell'articolo è lo stesso creatore dell'articolo su Libero, che ha giustamente aggiornato aggiungendoci la nota "si tratta di una mezza bufala". Da li il link all'ultimo post del 23 Febbraio, dove racconta che le foto non sono false, ma la storia del bambino è ben diversa da qualla raccontata.



speriamo
luc@s87
00sabato 4 marzo 2006 20:23
Re:

Scritto da: ghost264 04/03/2006 18.36
N.B. La Verità è ben altra cosa!
Bambino iraniano non è stato massacrato


Il bambino iraniano non è stato torturato per furto di pane, era uno spettacolo



di David

Vari Blog della rete si son presentati in causa alla denuncia di una presunta sentenza islamica di un bambino iraniano, accusato di furto, mostrando le scene della sentenza: sopra il braccio del bambino viene fatto passare la ruota di un automobile per spezzarlo.

Notizie false, ineggiati all'odio per un popolo e una religione, notizie fatte solo dalle apparenze delle foto e senza nessun approfondimento su di esse. Di fatti vengono mostrate solo 4 foto, ossia quelle del passaggio della ruota sopra il braccio del bimbo. In realtà le foto son ben 8, e il fatto è che non si trattava di un esecuzione per furto, ma bensi uno spettacolo di strada per raccogliere denaro.

L'applauso va a queste persone che senza avere un briciolo d'approfondimento e verifica, hanno puntato il dito su una cultura e un popolo.

Il Blog di Libero presenta un articolo fatto da Paolo di Lautreamont.
La fonte su cui il signor Paolo ha appreso la notizie è a sua volta un'altro Blog, chiamato Le guerre Civili.
L'autore di quell'articolo è lo stesso creatore dell'articolo su Libero, che ha giustamente aggiornato aggiungendoci la nota "si tratta di una mezza bufala". Da li il link all'ultimo post del 23 Febbraio, dove racconta che le foto non sono false, ma la storia del bambino è ben diversa da qualla raccontata.



Me lo auguro!
(Upuaut)
00sabato 4 marzo 2006 21:26
Re:

Scritto da: Pius Augustus 04/03/2006 14.10
Puah,che barbari...



Mi ricordano le torture della Santa Inquisizione..
Pius Augustus
00sabato 4 marzo 2006 21:37
Re: Re:

Scritto da: (Upuaut) 04/03/2006 21.26


Mi ricordano le torture della Santa Inquisizione..



appunto [SM=x278629]
luc@s87
00domenica 5 marzo 2006 14:14
Re: Re:

Scritto da: (Upuaut) 04/03/2006 21.26


Mi ricordano le torture della Santa Inquisizione..



Noi ci siamo evoluti,loro no.
(Upuaut)
00domenica 5 marzo 2006 15:08
Re: Re: Re:

Scritto da: luc@s87 05/03/2006 14.14


Noi ci siamo evoluti,loro no.



Lo so: noi abbiamo avuto l'Illuminismo, loro sono restati allo stato TEOCRATICO...

Matteo Bonaparte
00lunedì 6 marzo 2006 15:01
io direi che si sono involuti, questo perchè non c'è niente come una religione capace di creare un forte spirito di coesione tra le masse. ed oggi, in condizione di netta inferiorità rispetto all'occidente, la religione per loro è l'unica risposta
ghost264
00mercoledì 8 marzo 2006 23:44
scusate ma.. come mai tanto scalpore sull'azione iraniana e non su tutte le altre azioni ignobili?
Matteo Bonaparte
00giovedì 9 marzo 2006 00:14
Re:

Scritto da: ghost264 08/03/2006 23.44
scusate ma.. come mai tanto scalpore sull'azione iraniana e non su tutte le altre azioni ignobili?



perchè c'era l'immagine. ovviamente fanno scalpore tutte ma vedere il bambino così mi choccato
..Anna..
00giovedì 9 marzo 2006 08:05
Re:

Scritto da: ghost264 04/03/2006 18.36
N.B. La Verità è ben altra cosa!
Bambino iraniano non è stato massacrato


Il bambino iraniano non è stato torturato per furto di pane, era uno spettacolo



Se ne parla anche QUI. E' il blog di Paolo Attivissimo. Da quanto scritto sul Blog questa storia, corredata di immagini, circola in rete dal 2004.

Ciao
Anna



ghost264
00mercoledì 29 marzo 2006 16:50
su diversi siti si cerca di valutare quanto siano veritiere queste immagini.. si è scoperto che la sostanza è verissima.. forse l'interpretazione più politica che culturale sfasata ma le immagini vere



lascio le foto solo con il ink perchè sono troppo brutali

www.attivissimo.net/antibufala/bella_la_cina/image001.jpg

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