VOLO LIBERO: 30 vasche sequestrate

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fcvinci
00martedì 25 gennaio 2005 12:44
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Ieri all'alba, dopo un'indagine durata 4 anni, i carabinieri del Noe, coordinati dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, hanno messo fine alla vergogna dei bunker affittati dalla camorra ai bracconieri tra Villa Literno e Castel Volturno (Caserta). 35 denunciati per vari reati, 30 laghetti sequestrati. Ora sorgerà al loro posto una riserva naturale per la quale il Ministero dell'Ambiente ha stanziato 10 milioni di euro.
La vicenda dei laghetti da cui sparare a specie protette è ben nota: è stata ben descritta nel libro "Volo libero".

[Modificato da fcvinci 27/01/2005 10.47]

fcvinci
00giovedì 27 gennaio 2005 10:51
Comunicato LIPU - Settore antibracconaggio
Sequestrate 30 vasche nel Comune di Villa Literno, in provincia di Caserta. Denunciate 35 persone per disastro ambientale, occupazione di demanio dello Stato, furto e deviazione di acque, estorsione, porto abusivo di armi e violazioni alla legge caccia. Sequestrati anche cinque fucili e richiami acustici elettromagnetici illegali. Il blitz è scattato stamane, con il coordinamento di Paolo Albano, Procuratore Aggiunto e di Donato Ceglie, Pubblico Ministero della Procura della Repubblica di S.Maria Capua Vetere, il Comando Carabinieri per la Tutela dell’Ambiente, diretto dal Generale Raffaele Vacca.

Nel mirino dei carabinieri e della Procura l'oasi naturalistica creata lungo il litorale domitio allo scopo di distruggere gli uccelli migratori: dove è stato stravolto il territorio, effettuati furti di ingenti quantitativi d’acqua, realizzati illegalmente decine e decine di laghetti artificiali al fine di consentire a centinaia di bracconieri la possibilità di abbattere migliaia di animali protetti, come aironi e cavalieri d’Italia, fenicotteri e falchi di palude, chiurli, pittime reali, garzette. I terreni sono in parte demaniali - con il completo disinteresse della Regione - e in parte di privati cittadini e contadini, che sono stati cacciati con la forza dalla loro terra.
I bracconieri si nascondono dentro bunker di cemento incassati sottoterra, davanti a laghetti artificiali, affittati a caro prezzo (da 7.500 € a 15.000 €), in una zona dove domina la criminalità organizzata più violenta e agguerrita, quella del clan camorristico dei Casalesi. Le vasche e i bunker sono tutti abusivi, in quanto realizzati violando le norme urbanistiche, ambientali e venatorie. E qui i bracconieri abbattono a fucilate migliaia di uccelli, appartenenti a specie protette. Sono migratori che provengono dall’Africa, diretti verso le zone di nidificazione dell’Europa: per loro le vasche rappresentano l’unica area favorevole dove sostare e rifocillarsi durante il lungo viaggio. Ma il fucile dei bracconieri ne ferma per sempre il volo. Questo bracconaggio è un fenomeno sociale generalizzato e di sfida alle autorità, ma rappresenta anche un modo per le organizzazioni criminali di controllare il territorio e sottrarlo alla società civile.
Che cosa accadrà quando l'operazione dei Carabinieri e della Procura sarà conclusa? Cosa accadrà la prossima primavera quando ricomincerà la migrazione degli uccelli acquatici? Occorrerà che tutti gli anni lo Stato torni a fare i controlli, in modo che tra la gente si diffonda la consapevolezza che la legge esiste, che va rispettata. Che questa non è terra di nessuno o, peggio ancora, di pochi. Una cosa è certa. Tutti i bunker sono abusivi e vanno confiscati e abbattuti. Ma se queste zone tornassero ai cittadini e, invece di abbattere i bunker, si tenessero in vita queste strutture per osservare, studiare e rispettare gli uccelli?

E’ proprio questa l’intenzione dell’On. Altero Matteoli, Ministro dell’Ambiente. Esiste un’ipotesi di progetto al Ministero dell’Ambiente per la riqualificazione ambientale di queste aree al fine di trasformarle in oasi naturalistiche come emblema di un uso sostenibile del territorio che possa anche favorire forme di occupazione dei giovani.

- Sarebbe un bel segnale da parte dello Stato, nella direzione di un ripristino della legalità - dichiara Rino Esposito, Consigliere Nazionale della LIPU - La nostra associazione ha denunciato la mattanza che si verificava sulle vasche e ha inoltre raccolto 6.500 firme per il recupero dell’area. Sembra che adesso ci si stia movendo nella direzione giusta -.
- In poco tempo - continua Rino Esposito - abbiamo coinvolto centinaia di studenti delle scuole medie e superiori, favorendo la fruizione degli habitat naturali proprio da parte dei giovani residenti. Il contatto diretto con la natura e il coinvolgimento emotivo sono i presupposti di una presa di coscienza nei confronti delle emergenze ambientali generali, fino ad arrivare al proprio territorio dove si identificano le azioni personali alla portata di tutti-.

In definitiva la proposta è creare una zona protetta gestita da personale qualificato, con tutte le strutture adatte ad ospitare i visitatori, itinerari guidati, pannelli esplicativi. Ciò non significa escludere dalla gestione del territorio gli agricoltori del posto, ma significa impedire che su questi territori, spesso di proprietà pubblica, vengano commesse attività illegali lucrose ai danni dell'ambiente e delle risorse faunistiche, patrimonio dell'intera collettività, nazionale ed internazionale. Pertanto, proprio con gli agricoltori bisognerà trovare la giusta sinergia per avere anche la loro fattiva collaborazione.
Laddove la camorra impera facendo affari ai danni del patrimonio ambientale, domani ci potrebbe essere un territorio sotto il controllo dello Stato e gestito dalla parte sana delle Comunità locali, nel pieno rispetto della vita che lo caratterizza, affinché da quei bunker da cui oggi si spara in futuro possano spuntare solo binocoli e cannocchiali.
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