Mille titubanze, ho passato un anno (da tanto covavo questo "folle" progetto) a dirmi, man mano che i giorni si avvicinavano alla fatidica data, che questa volta avevo alzato un po' troppo il tiro, che era un azzardo, oppure che con un po' di fortuna, tanto coraggio e molta attenzione nel gestire le forze avrebbe potuto diventare il vero "viaggio di una notte", "l'impresa" che si ricorderà per il resto della vita.
Avevo timidamente provato a coinvolgere altri soci in quella che ritenevo un'idea affascinante e, beh, se fossi riuscita a formare un piccolo drappello di due/tre amici fidati, penso ancora nella quasi certa riuscita, ma tutti mi avevano preso per matta. Adesso che il gran giorno è passato mi chiedo solo se è un mai più oppure se prima o poi....
Tanto vale svelare come avrei intitolato questo post se il "sogno" si fosse avverato, chissà, magari raccolgo adesso adepti per un futuro nuovo tentativo:
"Tutta la Liguria in una notte"... Ebbene sì, l'ambizioso progetto prevedeva di percorrere in un sol balzo
tutta la costa ligure da confine a confine, 330 Km., partendo al pomeriggio ed impegnando tutta la notte, per aggiungere un tocco "magico" all'impresa. E adesso capite perché qualcuno aveva mosso dubbi (o certezze...) sul mio stato di sanità mentale...
Ma io ho provato a crederci, "giocando" per tutto l'inverno a fissare orari ferroviari per i trasferimenti a/r, ipotetiche tabelle di marcia, chiedendomi alla fine di ogni uscita over-150 se avrei avuto voglia di ricominciare daccapo, facendomi mille domande per sondarmi, del tipo
"Fori su una strada solitaria in piena notte: sei capace di mantenere la freddezza necessaria o ti fai prendere dal panico?", cercando di vagliare tutti i possibili pericoli ed incognite.
A parole ero decisa a partire, con l'opzione di concludere l'avventura a Genova, esattamente a metà percorso, se capivo di non poter continuare. Avevo anche trovato un possibile compagno di viaggio, almeno per una piccola parte del percorso. Ma chissà se poi l'avrei fatto veramente.
La svolta è stata una del tutto inaspettata telefonata di
Massimo/Maxi_78.
"E' sempre in piedi la tua idea della traversata in notturna? Potrei accompagnarti nella prima metà, da Carrara a Genova, oltre però non me la sento, anche se l'idea è affascinante e ammetto che ti invidio un po'".
Non avevo più alibi. L'altro ragazzo,
Stefano, che con la sua MTB spesso bazzica ad ore antelucane per i sentieri dei nostri monti prima di iniziare la giornata lavorativa, mi assicurava la sua compagnia tra
Genova ed
Arenzano, per poi tornarsene indietro. In questo modo avrei potuto scegliere se continuare davvero la mia avventura fino a
Ventimiglia o rientrare a
Genova con lui. Un mattoncino in più.
Equipaggiamento "tecnico-strumentale"
L'avventura inizia ufficialmente alla Stazione di Carrara
Perché
Carrara? Perché
Carrara, anzi
Marina di Carrara, è appena oltre la linea di
confine regionale tra
Liguria e
Toscana.
Col piccolo intoppo del ritardo dovuto ad una coincidenza persa (le FS non si smentiscono mai), cominciamo finalmente a pedalare alle 17:40, alla volta di
Bocca di Magra, il primo avamposto ligure.
Ad inaugurare la nostra avventura, l'incoraggiamento da una gentile signora a cui avevamo chiesto conferma della strada giusta:
"Signora, scusi, per Bocca di Magra?".
"Svoltate alla prima rotonda e poi sempre dritto.... " e poi, guardandoci preoccupata per nostra "temerarietà" nel voler arrivare fino a
Bocca di Magra (10 Km., ndr), si sente in dovere di aggiungere
"E' lontana però, c'è tanta strada!".
"Fino a Genova ce n'è di più!" le rispondo io salutandola. Non ho sentito replica, probabilmente è svenuta....
Appena il tempo di varcare il confine e la
Liguria si presenta con la prima salita:
Montemarcello, si sale fino a 260 m., ci lasciamo alle spalle la foce del
Magra e laggiù il bianco splendore marmoreo delle
Alpi Apuane, col loro immancabile cappello di nubi. Sopra di noi un cielo azzurrissimo e temperatura quasi estiva (26 i gradi a
Carrara). Siamo entrambi inebriati dall'avventura che ci attende, e anche il fatto di tornare a pedalare insieme dopo quasi un anno dall'ultima volta, e per di più in un'occasione così particolare, aggiunge ulteriore emozione.
In mancanza del cartello di confine regionale ci accontentiamo di quello della Provincia
Percorriamo baldanzosi la "lunga strada" alla volta Bocca di Magra!
Un ultimo scorcio sulle Alpi Apuane
Anche La Spezia è alle nostre spalle, qui in un bel panorama quando stiamo già salendo verso la Galleria del Colle del Telegrafo
Scendiamo in direzione di
Lerici e attraversiamo
La Spezia, poi la strada ampia torna a salire fino ai 300 m. della lunga
galleria (1023 m.) del Colle del Telegrafo.
Da questo momento in poi è pura magia. La strada delle
Cinque Terre, le scogliere a picco sul mare, i vigneti aggrappati alle fasce scoscese, tutto questo con la luce che si fa sempre più dorata fino al rosso del tramonto.
Ricordavo, per averla già fatta una volta in passato, la salita piuttosto "cattiva" tra
Manarola e
Volastra e, per quanto avessi preavvisato
Massimo, anche io sono rimasta "spiazzata": 350 m. di dislivello da guadagnare in meno di 5 Km., ma il primo tratto è micidiale, spesso con pendenze a doppia cifra e una punta al 15%. Si fa sentire sulle gambe e sembra non finire mai, tanto da far dire al mio socio
"Questa salita inizia a rompermi!".
Il sole si abbassa sull'orizzonte, ad incorniciare la meraviglia delle Cinque Terre: da questo momento sarà tutto un susseguirsi di emozioni
Riomaggiore sembra un nido incastonato tra la scogliera e la montagna
Arrivare a Volastra richiede impegno, ma non è finita, la strada continua ancora a salire
In una luce via via sempre più dorata
Fortunatamente arriva il successivo tratto per dar respiro alle gambe, comunque in un continuo su e giù, con un panorama che, già stupendo di per sé, è reso ancor più emozionante in questo contesto, con le ultime fiamme del tramonto.
Al
Passo del Termine (548 m.) ci copriamo per la lunga discesa su
Levanto, attiviamo l'impianto luci e i vari sistemi di sicurezza (bretelle e cavigliere). L'illuminazione era stato inevitabilmente l'argomento più discusso nei giorni precedenti e adesso veniva il momento della verità.
Silenzio, non è il caso di commentare, pensate solo di essere lì con noi a pedalare
Ripartiamo da
Levanto alle 22:00, ormai in pieno buio, per attaccare la lunga salita alla
Colletta di Guaitarola/Passo del Bracco.
Se il viaggio fino a qui è stato affascinante, questo tratto toccherà corde emozionali difficilmente descrivibili in una pagina scritta. Ci lasciamo alle spalle le luci di
Levanto, inoltrandoci nella totale oscurità. In alcuni passaggi si scorge la costa che indoviniamo solo per qualche puntino luminoso qua e là, per il resto dobbiamo affidarci totalmente ai nostri fari. Solo una falce di luna nuova. E un cielo limpido e stellato da far venire i brividi dall'emozione. Ci siamo fermati e abbiamo spento per qualche minuto i faretti, nel buio assoluto, guardando su. E' forse l'immagine che mi resterà più vivida, la prima che torna alla mente quando ripenso alla nostra avventura.
A Levanto una breve sosta e ne approfittiamo per coprirci, nonostante ci aspetti la lunga salita al Bracco. La temperatura si sta abbassando.
Puntini luminosi e nulla più
E noi nella notte del Bracco
Abbiamo ripreso a pedalare, in totale sicurezza, vista la potenza dei nostri faretti e ben visibili anche da dietro a distanza. Tre o quattro macchine ci hanno incrociato o superato. Sorprendente come cambia l'atteggiamento degli automobilisti verso noi ciclisti rispetto alle ore diurne: sorpassi tranquilli, con ampio margine, nessun segno di insofferenza. Ad ogni macchina che si allontanava nel buio, io e
Massimo cercavamo di immaginare quali commenti avevamo suscitato là dentro:
"Staranno sicuramente parlando di noi adesso, chissà se diranno "guarda 'sti due pazzi dove vanno in giro a quest'ora", oppure se vedendoci per un momento si immedesimano nelle nostre emozioni". La temperatura è gradevole, circa 13-15° (con una minima di 11°, probabilmente registrata quando la strada passa nel tratto a nord), ma con manicotti e mezzi gambali e l'aggiunta della mantellina per le discese non c'è problema, solo un brivido passeggero alle ripartenze dopo le brevissime soste.
Emozionante anche il momento del passaggio sul
Passo del Bracco (615 m.), col cartello di valico apparso come uno spettro nell'oscurità.
Assolutamente spettacolare poi la discesa. I faretti illuminavano a distanza i catarifrangenti del guard-rail, dovevo solo lasciarmi guidare sull'asfalto di velluto, come fossi stata sulla pista illuminata dell'aeroporto, scendevo senza il minimo timore, più rilassata che di giorno.
A
Sestri Levante siamo arrivati a mezzanotte, in abbondante ritardo sulla mia ipotetica tabella di marcia. E certo non immaginavamo un rientro alla "civiltà" così brusco tanto da trovarci intrappolati addirittura in coda nelle vie cittadine per la vita notturna di Sestresi e turisti!
Da qui in avanti, l'Aurelia è illuminata a giorno dai lampioni, anche fuori dai centri abitati, rendendo quasi inutili i faretti fino a
Genova.
Sapevo che le due salite successive, le
Grazie e la
Ruta, sarebbero state decisive per la mia decisione di proseguire o meno oltre
Genova. Inoltre, avendo abbondantemente sforato con la tabella di marcia, non potevo più contare sul supporto di
Stefano a
Genova: un irrinunciabile impegno lo reclamava "lucido" la mattina successiva e non poteva tirare troppo in lungo.
La galleria delle Grazie illuminata a giorno: ormai abbiamo fatto rientro alla civiltà
Avevo anche cercato di convincere
Massimo a proseguire con me, anche solo per una parte, e sapevo che la rinuncia gli costava, perché la vocina "malsana" che da qualche parte nascosta gli diceva "PROVACI!" urlava dentro di lui, che quasi la sentivo anch'io.
In cima alla
Ruta ho preso la decisione della saggezza, la "paura dell'ignoto" ha avuto il sopravvento. Iniziavo a sentire la stanchezza e un minimo malessere di stomaco, forse dovuto alla non abitudine della cinghia del marsupio, carico di tutto il necessario, che mi stringeva in vita, aggiunto alla sensazione di non essere in giornata da 101%. Così ho dichiarato a
Massimo che anch'io avrei concluso la mia avventura a
Genova.
Chissà, forse questa è stata una prova generale.... Non è detto che prima o poi non trovi qualche matto (
Massimo, sei già avvisato!) a seguirmi fino in fondo, laggiù, a
Ventimiglia...
In cima alla salita di Ruta ho preso la decisione di concludere la mia avventura col ritorno a Genova
Così a
Genova abbiamo concluso la nostra pedalata alle 3:30 di notte, dopo 163 Km. e 2577 m. di dislivello, con 8 ore e 1/2 di pedalata.
Fortissime le emozioni provate, felice nel vedere
Massimo sprizzare entusiasmo per l'avventura in cui fino all'ultimo non speravo di averlo partecipe, grata a lui perché mi ha "concesso" la sua compagnia dopo quasi un anno proprio per l'occasione più importante, senza dimenticare che si era comunque liberamente offerto di venirmi in soccorso in caso di necessità anche se fossi partita da sola (
"chiamami a qualunque ora, tengo il telefono acceso"). Grazie anche a
Stefano, che volentieri mi avrebbe accompagnato per un tratto, se non si fosse fatto troppo tardi. A lui comunque devo l'incoraggiamento di questi mesi. E grazie anche alla cortesia del mio meccanico che sabato mi ha gentilmente aspettato fuori orario per sostituirmi un copertoncino che avevo scoperto irrimediabilmente danneggiato.
Non dimenticherò mai la notte stellata sul Bracco.
Certo, ho accarezzato il sogno dell'impresa con I maiuscola, ma non intendo assolutamente sminuire la splendida "avventura", continuo a definirla così, della traversata da
Carrara a
Genova in notturna a fianco di
Massimo.... in fondo, non dimentichiamo che già per arrivare da
Carrara a
Bocca di Magra è lunga, c'è tanta strada.... che dire di due matti che sono arrivati fino a
Genova in piena notte?
I numeri:
Partenza: H. 17:40
Arrivo: H. 3:30
Distanza: 163,16 Km.
Dislivello: 2577 m.
Quota massima: 610 m. (Passo del Bracco)
Media: 19,02 Km/H
Tempo di pedalata: 8H:34':35"
Consumo: 3689 Kcal
Cardio: Bpm Medi 142/Max 177
Temperatura: Max 27°C/Min 11°C
Stelle in cielo: ho perso il conto quando sono arrivata a enne-mila...
P.S.: per i 330 Km., Liguria da confine a confine Carrara/Ventimiglia le iscrizioni sono aperte....