Storie di gatti

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Heartless-
00domenica 27 giugno 2004 06:06
Credo che questo sia un libro bellissimo,come tutti i libri che ha scritto James Herriot...Credo che in questo libro,soprattutto,emerga il grande amore che quest'uomo ha avuto in tutta la sua vita,per gli animali,in particolare per i suoi gatti...i suoi e tutti quelli che ha curato,visto,trovato,accudito nella sua vita...Questo libro l'ho ritrovato nella mia libreria ieri sera...me lo ha ricordato uno dei poeti che scrive in questo sito...e a lui lo dedico...

Leopoldo,se ancora non ha letto questo libro,lo faccia subito,ora,in questo momento...trovera'molto di lei dentro di lui...trovera'il suo amore per i gatti,trovera'le lacrime che ha versato per quelli di loro che sono andati via...trovera'il coraggio,la passione,il destino di se stesso e dei suoi 50+gatti di Roma...Trovera'sentimenti che ha provato e prova ancora come sacrificio e abnegazione...Trovera'molto di lei in questo libro...e,scritto in piccolo,da qualche parte...,trovera'anche un pochino di me...
Con affetto e rinnovata stima...
Massimo Heartless-

-"ci sono,in questo libretto di racconti,le storie di Alfred,Oscar,Boris,Olly e Ginny,Emily,Mose',Frisk e Rompitutto...ma potrebbero benissimo essere le storie di Freesbee,Sax,Yago,Birillo,Thor,Briciola,Yoghi,Billy...e chissa'quanti altri...sono solo racconti di gatti dipinti nella loro fierezza,maestosita'...e Vita..."-

Consigliato a tutti quelli che amano gli animali...e le anime buone.

Vi lascio con un'aforisma che non conoscevo ma che mi ha regalato con affetto il signor Leopoldo...

Destini "Nella profondità dei destini imperscrutabili,le anime affini s'incontrano".

Heartless-
dueanime
00domenica 27 giugno 2004 11:44
Il mio gatto
Il mio gatto ed io ci siamo incrociati per caso un giorno di fine estate.
Il mio gatto, allora, soffriva di una forte crisi abbandonica.
Anch’io, del resto.
Mio marito se n’era appena andato, lasciandomi a contare i giorni trascorsi insieme. Non ho mai finito di contarli. Già a metà mi sembravano troppi.
Allora decisi di dedicarmi al mio gatto, e lo presi con me, tutto rosso e malconcio com’era. S’intonava alla mia rabbia, e si portava addosso un’invidiabile noncuranza.
Il mio gatto si sistemò nella sua nuova casa come un re, e non c’era verso di spiegargli che il divano non era suo.
Il mio gatto pensa di essere un cane. Quando rientro a casa, la sera, riconosce il rumore della mia macchina e viene ad aspettarmi sul piazzale.
Se si accorge che ho lo sguardo di traverso, mi gira intorno scodinzolando, e s’impegna ad afferrarmi le caviglie mentre cammino, per cercare di distrarmi.
Fa un’ottima guardia, e non c’è nessuno che entri in giardino senza che io lo sappia.
Il mio gatto ha un disturbo dell’attaccamento.
Se sto fuori casa per qualche giorno, quando torno fa l’offeso, e finge indifferenza.
Se sono a casa, mi segue per ogni stanza, e si acciambella vicino a me dovunque vada.
Forse ha anche un disturbo dell’alimentazione, ma di questo non ne sono certa. Ad ogni modo, ha bisogno della mia presenza per mangiare. Tranne quando è molto affamato.
Non ama essere preso in braccio. Vuole solo stare lì, a controllare che io ci sia. In questo, non ci somigliamo affatto.
A volte, quando gli parlo, il mio gatto mi osserva con aria stralunata, come se non capisse…

(pss...ehi...pensate che sia semplice essere il suo gatto? Tanto per dirne una, mi ha chiamato Winnicott, in onore di uno psichiatra inglese che lei ama molto...bah!)

due&winny
Caleidos
00domenica 27 giugno 2004 17:55
Destini
Anche io amo gli animali, ho cominciato da bambino: volevo salvare tutti i pesci rossi della fiera, poi più tardi gli ucellini: canarini, papagallini che ho sempre lasciato svolazzare per la casa lasciando lo sportellino della gabbietta aperto perchè non si sentissero prigionieri. Gli ho sempre amati e accuditi con paterno affetto sino alla fine dei loro giorni.
E' incredibile come gli animali esprimono il loro affetto e ci comunicano la loro gioia, il loro momento triste e partecipano al nostro stato d'animo. Ora ho una gattina, l'ho trovata smarrita tra i binari della ferrovia, quasi neonata, l'ho chiamata "BINA" ed ora è con me da cinque anni, mentre scrivo mi lecca la mano e mi guarda fisso con i suoi occhi gialli.

Un caro saluto a Massi e Baby e a Leopoldo e alla sua colonia!

Caleidos :)


Caleidos
00domenica 27 giugno 2004 18:02
UNA TIGRE PER AMICA


Miaaaoooooooo!!!
Miaaaoooooooo!!!
Guai a chi non risponde a questo avvertimento!
Insistente, continua nel suo fermo proposito: il suo stomaco è vuoto ed
esige immediatamente qualcosa dal suo padrone.
Ma che dico, padrone!
Lo sanno tutti che i gatti rimangono sempre delle piccole tigri e non si
sottometteranno mai a nessuno.
Piuttosto sono loro, che con movimenti felpati, gesti adulatori e dolci
miagolii che hanno saputo conquistarsi un amico che gli procura, oltre
all'affetto, vitto e alloggio.
Forse mi prenderete per matta quando dico che non si faranno mai
assoggettare da nessuno: il mio micetto risponde quando lo chiami, piega le
orecchie dispiaciuto se lo sgrido… direte voi.
Ma se state bene attenti, vi accorgerete che non riuscirete mai ad avere il
sopravvento sulla loro indole ancora libera.
Addomesticato sin dai tempi degli antichi Egizi, il gatto ha percorso una
sua strada, sempre molto vicina a quella dell'uomo, ma mai la stessa.
Prima che il gatto fosse accettato come compagno della vita di tutti i
giorni, le varie culture susseguitesi nel tempo hanno visto in lui
un'identità nascosta.
A volte associata a spiriti demoniaci, a volte a dei benevoli, ma sempre
questo magnifico animale ha risvegliato la fantasia umana con il suo fare
un po' distaccato, con la sua sorprendente agilità, ma anche con i suoi
sentimenti d'affetto verso l'uomo.
Dietro gli occhi sornioni dei gatti sembra celarsi il ricordo di una vita
in mezzo alle savane, dove ogni istante si trasforma in una lotta per la
sopravvivenza.
I loro occhi calamitati hanno un fascino remoto e arcano, che sembra
ispirare fiducia e pacatezza e, nello stesso tempo, inquietudine e
freddezza.
Se li obblighiamo in un appartamentino monolocale, i loro occhi esprimono
profonda amarezza, sono nostalgici, ma se li coccoliamo, accontentiamo i
loro piccoli vizietti, i loro occhi si spalancano e sprizzano gioia e
incredibile vivacità.
Oggi, giocherellone e un po' disubbidiente, passeggia per la casa con aria
da padrone e sembra, a volte, scrutarci a fondo, quasi con disprezzo, ma
anche con profonda ammirazione.
Sembra volerci comunicare quanto sia inimmaginabilmente bello condurre
un'esistenza da… vagabondo, correndo a perdifiato per i boschi,
rubacchiando qualcosa alle anziane signore intente dietro ai fornelli,
cacciando topolini e animaletti, regnando incontrastato sul proprio
territorio.
Proprio come Romeo, il micione dall'accento romano che faceva innamorare
l'altezzosa Duchessa con la sua spensieratezza, la sua rustichezza.
Combattivi come le loro cugine tigri, affezionati come i possenti leoni,
fulminei come il velocissimo ghepardo, solitari e un po' superbi come gli
stupendi leopardi.

Nel gatto convivono due realtà diverse, che possono sembrare
contraddizioni, ma sono invece caratteri speciali che lo distinguono.
È passato indenne attraverso le persecuzioni medievali, dove era il simbolo
del diavolo e della malignità, ha vinto la dura battaglia contro
l'evoluzione, ha vinto, con le sue doti felinamente umane, l'uomo.
Nessuno potrà impedirgli di vagare libero, indisturbato per i campi, di
farsi le unghie su divani e tappeti.
Perché lui è Gatto.
Essenza della libertà.

tratto da Playcat (http://www.playcat.org/story/storie.htm)
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