RASPUTIN di J. W. BIENSTOCH

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il Poeta 1
00venerdì 4 dicembre 2009 20:05
RASPUTIN di J. W. BIENSTOCH

Circa quarant'anni fa lessi un libro sulla vita “romanzata e mistificata” di Rasputin, da sentirmi un po' lui...
Oggi, trovando un libro edito dai Fratelli Treves, Editori 1918: RASPUTIN ( La fine di un regime ), ritenendolo vicino alla verità, mi son vergognato d'essermi immedesimato per alcuni aspetti...

Ereditò il nome Rasputin da suo padre Gregorio Novy, che fu così chiamato dai contadini del suo villaggio per la professione di ladro di cavalli.
Il soprannome rasputin deriva dalla parola russa rasputnik che significa corrotto.

Rasputin è colui che influenzò anche con l'inganno l'ultimo decennio della fine del Regno dei Romanov...

Rasputin tra i vari lavori s'arrangiava a fare il postiglione. Così gli capitò di portare un prete che il clero siberiano teneva in considerazione.
Colloquiando intuì l'occasione del suo futuro.
Per parecchie settimane fu ospite del convento di Verkoturie, poi ricomparve in tonaca e per cintura una corda, girava nei vari villaggi questuando oboli per costruire chiese.
Nessuna chiesa fu costruita col denaro che raccolse, ma la sua famiglia poco per volta conobbe la prosperità e dall'ultima del villaggio, finì per essere la più importante.

Rasputin fondò nel suo villaggio una specie di setta, ebbe per aderenti i suoi partigiani ed ammiratori, e soprattutto le donne.
La sua dottrina, estremamente semplice, si riassumeva così: - Per la salvezza dell'anima occorre pentirsi; per pentirsi bisogna peccare. Se dunque un'anima vuole salvarsi, deve cominciare a peccare -.
Rasputin si spacciava per “esorcista dei demoni”, per aver ricevuto da Dio il dono di “guarire le passioni voluttuose”, sostenendo che la sua forza dipendeva dall'essere egli senza passioni.-

L'ascendente di Rasputin sulla famiglia imperiale iniziò fin dal 1905, come egli stesso racconta, e nel sentirsi il salvatore del trono e della patria cominciò a comandare la corte...

- L'imperatrice era diventata un balocco nelle sue mani per la sua immaginaria potenza miracolosa sulla salute dello zarevic. Accadeva talvolta che Rasputin per invidia era allontanato dalla corte e il giovane zarevic veniva colto da una emorragia, che i medici non sapevano come fermare.
Si richiamava Rasputin, questi faceva dei “passes” sul fanciullo e pochi giorni dopo, l'emorragia cessava.
La guarigione miracolosa era in realtà un trucco abilmente ordito da Rasputin con la complicità della dama d'onore Virubova...

Anche il “miracolo del lampadario” fu una frode per consolidare il suo potere sui deboli sovrani russi.
Un giorno disse all'imperatrice senza spiegazioni: “Domani non lasciar entrare tuo figlio in questa sala, potrebbe accadergli una disgrazia”.
Inutile dire che il consiglio del “Venerando” fu seguito alla lettera.
Tutte le porte del salotto furono scrupolosamente chiuse.
Il domani nella sala un pauroso rumore echeggiò d'un tratto...
Spaventati, tutti i domestici si precipitarono verso la sala, senza osar aprirla.
Era successo che il bel lampadario, staccatosi dal soffitto, giaceva a terra, contorto il bronzo e i vetri in frantumi.
Rasputin, gongolante: - Ecco il pericolo che sarebbe toccato ad Alessio. Tutta la famiglia si stringeva attorno al salvatore. Questi, carezzandosi la barba diceva: - Sì, senza di me sarebbe stata la morte del fanciullo. Ho udito una voce. Non ho voluto farvi paura, ecco perché non ho parlato...”. Uno dei servi nel raccogliere i frantumi della lumiera, esclamò: - Che miracolo! Nel punto in cui la catena si è rotta, è tutta liscia; si direbbe che è stata limata -.
Senza scomporsi Rasputin osservò: “I malfattori agiscono... ho sentito la voce...”-

E l'influenza sui Romanov aumentava...-

- La signora Loktin affermava: - Con lui, nulla è male. Con un santo tutto è santo. Forse che il padre Grigori è un uomo come gli altri?
Gli uomini commettono peccato e lui con lo stesso atto, non fa che santificare la donna e darle la beatitudine divina.-

- L'imperatore e l'imperatrice vedevano in Rasputin non soltanto il maestro, non soltanto il profeta, l'empirico, il santo, ma Cristo vivente, Dio stesso, e attraverso questa visione non si rendevano conto che il regime e la dinastia sdrucciolava nell'abisso e che il paese era ridotto in tale stato da rendere inevitabile una catastrofe.-

- Se si fosse detto all'imperatore che tutto il paese e l'esercito l'avrebbero abbandonato, ma che Rasputin era con lui, egli avrebbe guardato con tranquillità l'avvenire.-

I Rasputin son sempre d'attualità!


Lorenzo Pontiggia
il Poeta marylory

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