Ontario, no alla Sharia

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rinata4
00martedì 13 settembre 2005 07:28
Ma il premier decreta la fine degli arbitrati religiosi anche per cristiani e ebrei
Articolo pubblicato il: 2005-09-12


«Sono giunto alla conclusione che si sia parlato e discusso abbastanza. Ora è tempo di agire: non ci sarà alcuna legge della Sharia in Ontario. Anzi, non ci saranno più arbitrati religiosi in Ontario. Ci sarà invece una legge valida per tutti i cittadini».
Parole lapidarie quelle espresse dal premier Dalton McGuinty in un'intervista rilasciata all'agenzia Canadian Press che mettono probabilmente la parola "fine" al dibattitto sull'introduzione delle regole dell'integralismo musulmano nel diritto di famiglia nella nostra provincia, ma ne apriranno uno ancora più ampio sui limiti alla concenzione di stato multiculturale.
Lo scorso dicembre l'ex Attorney general del governo Ndp Marion Boyd aveva proposto che Queen's Park doveva permettere, e di conseguenza regolare, gli arbitrati religiosi secondo i dettami della Sharia allo stesso modo in cui oggi accetta arbitrati cristiani e ebrei.
Attualmente, infatti, secondo l'Arbitration Act, le dispute su materie quali la custodia dei figli, gli alimenti, i divorzi e le eredità ossono essere risolte tramite un mediatore basta che ci sia il consenso di tutte le parti in causa. Utilizzando questa regola le comunità cristiane, ebree, menonite, aborigene e dei testimoni di Geova hanno costituito negli anni dei veri e propri "tribunali" ai quali si rilvolgono i fedeli delle diverse religioni.
Nessuno o quasi ha mai obiettato contro questi tribunali perché, anche se con sfumature diverse, rispettano tutti i diritti di base della legislazione canadese, in particolare la parità di diritti tra l'uomo e la donna. Nel caso della Sharia, invece, la proposta di Boyd aveva sollevato un vespaio di polemiche perché in molti ritengono che la Sharia, nella sua essenza, sia fortemente discriminante nei confronti delle donne.
Gli arbitrati religiosi «minano i valori comuni», ha sottolineato il premier: «In questi mesi il governo ha avuto l'opportunità di fare un passo indietro e rivedere l'intera materia che aveva portato all'accettazione degli arbitrati religiosi. Ma oggi è chiaro che l'interesse dei cittadini è una legge uguale per tutti».


Negli ultimi giorni le pressioni sul premier affinché prendesse una decisione in materia erano aumentate a dismisura. Già giovedì scorso decine di persone avevano manifestato davanti a Queen's Park contro l'introduzione della Shariae ieri un folto gruppo di donne tra le quali Margaret Atwodd, Maude Barlow, June Callwood, Shirley Douglas e Sonja Smits aveva scritto una lettera aperta al premier a favore della No Religious Arbitration Coalition. «Anche 17 donne, membri del caucus liberale avevano espresso un'opinione contraria alla legittimazione della Sharia», ha infine sottolineato McGuinty.

http://www.corriere.com/viewstory.php?storyid=43611&page=1

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