Re:
Scritto da: Arvedui 17/07/2007 17.30
Fra poco tempo il governo cinese si troverà stretto fra i comunisti ortodossi ed i liberali democratici, che spingono in direzioni opposte, e allora saranno guai seri per l'establishment cinese.
I cinesi hanno creato un mostro istituzionale: il loro paese si è trasformato in un'oligarchia governata dai magnati, come le città greche del VI secolo ac o l'Italia medievale. O volendo hanno realizzato l'incubo di un certo filone di fantascienza, che vedeva grosse corporazioni governare al posto dello stato. Però non durerà a lungo perché man mano che il paese si sviluppa la popolazione si istruisce e chiede di partecipare al sistema decisionale. Inoltre le disfunzioni createsi a causa della crescita tumultuosa sono un ulteriore stimolo di critica. Invece gli esclusi dal benessere si appoggeranno ai gruppi che tendono a voler riportare indietro la Cina. Praticamente la popolazione, non potendo votare l'alternativa al governo, si sta preparando alla rivoluzione: appena la Cina subirà una battuta d'arresto nello sviluppo e una crisi economica il sistema crollerà se non si democratizza prima. L'India invece, con il suo sistema liberal democratico, pur avendolo pagato con un ritardo nell'avvio dello sviluppo (burocrazia, no tav e compagnia bella
+ una dominante ideologia socialista vincente fino al 1991) è in grado di reagire molto meglio alle crisi ed è anche in grado di avere una crescita più equilibrata e più attenta alle esigienze della popolazione (nei limiti ovviamente di un paese in via di sviluppo, dove molte persone sono poverissime e con scarsa possibilità di far causa agli speculatori, ma sempre meglio che in Cina)