Apro questa cartellina e mi accorgo che Le Amazzoni non ci sono
e così...
C'erano una volta le Amazzoni, parte di quella antica storia greca delle origini che io tanto amo.
Così sono descritte nel dizionario etimologico:
www.etimo.it/?term=amazzone&find=Cerca
Donne senza mammella, senza marito o donne guerriere?
Senza dubbio la loro presenza è attestata e verificata non solo nella letteratura ma anche nella storia dell'arte come vera e propria testimonianza visiva.
Sento di ritrarle come Donne Vergini nel senso più autentico che tutte noi conosciamo.
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Mentre l'epoca della collettività delle donne minacciava di affondare nella nebbia, mentre i pacifici insediamenti protetti dalle donne diventavano costruzioni di difesa,
in un periodo di forti cambiamenti, ci furono donne che per ristabilire l'antico ordinamento abbandonarono le comunità: le Amazzoni, come le chiamano oggi.
La loro fierezza non fu spezzata, non volevano diventare madri e guardiane di proprietà private. Erano libere, girovaghe, e amavano solo le loro compagne. Furono attaccate, ma raramente potevano essere sconfitte, poichè erano senza paura.
Fino al diciassettesimo secolo esistono resoconti , per esempio dalla giungla sudamericana, che narrano di forti e invincibili donne, attaccare le quali significava morte sicura. Gli spagnoli preferirono tenersi a distanza da queste donne.
Sebbene in ogni epoca e in ogni parte del mondo siano esistite le Amazzoni, la terra madre delle Amazzoni viene ritenuta l'Anatolia, dove le Amazzoni avevano costruito grandi e meravigliose città: Smirne, Efeso, Sinope...
Quando i conquistatori greci giunsero in Licia, paese di origine di molte di loro, chiesero agli uomini che vi risiedevano di costruire per loro dei palazzi. Ma essi si limitarono a ridacchiare, per evitare di rispondere che non potevano farlo. Al rimprovero dei Greci, che avevano visto in quella terra splendidi edifici, gli uomini risero e dissero:
noi uomini non possiamo proprio costruire case, questo lo fanno solo le donne. Una cosa che i Greci riuscirono a stento a concepire.
Famose regine delle Amazzoni furono Ippolita, Pentesilea, Mirina, Onfale...
Per noi, oggi, le Amazzoni sono importanti non solo perché storicamente attestate e quindi parte di una storia delle donne documentata e indistruttibile, ma anche perché
possedevano sapienza e forza, e si intendevano di arti antiche che abbiamo quasi dimenticato ma che possiamo ri-apprendere da loro: l'arte di favoleggiare, di trasmettere le storie oralmente (tutto ciò mi ricorda le nostre Antenate
); di celebrare la luna e le feste della dea, attraverso forme d'arte visiva e di rappresentazione.
Il centro della forza amazzonica non sta in ciò che le donne creavano (io aggiungerei non solo!), ma nel loro corpo, nel loro carisma.
Un'Amazzone non è quindi colei che dipende dall'essere al tempo giusto nel luogo giusto: è lei a creare il tempo e lo spazio e in questo dispiega il suo potere.
La loro erba guaritrice è l'artemisia, "erba delle vergini", madre di tutte le erbe.
"Erba di Venere", "panacea contro tutte le malattie delle donne", ma anche "erba del parto" o "pianta del grembo".
All'artemisia vengono attribuite due azioni totalmente opposte: da una parte un'azione generante calore e spasmolitica, dall'altra quella di provocare le doglie. Come sappiamo, per avviare la divisione dell'ovulo femminile non è indispensabile lo sperma, ma basta la scalfittura della membrana dell'ovulo.
Un'altra denominazione popolare con cui è chiamata l'erba è "erba del potere": "l'artemisia è un'erba spaventosa per noi tutti" dice un testo germanizzato che alcuni monaci timorosi hanno redatto nel XVII secolo.
E' curioso che nel periodo delle mestruazioni le donne hanno la più forte emissione di radioattività naturale. L'artemisia appartiene alle piante con l'emanazione radioattiva più forte. Deve esserci quindi qualche collegamento tra forza femminile e la radioattività. (Tra il divino femminino e l'energia delle erbe
).
Le tredici lune, Luisa Francia
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Il fatto che gli uomini durante l'Età dell'Oro, al tempo delle origini, rispettassero e amassero le Donne Amazzoni spiega la loro ilarità causata dagli interrogativi posti dagli invasori Greci.
Eppure, molte Amazzoni cominciarono ad abbondonare le proprie sorelle, rinunciando a essere libere, alla loro integrità, per divenire madri. Madri non nel senso positivo che intendiamo, ma madri nel senso di schiave, madri di bambini costrette in casa dai mariti.
"All'inizio, se mai c'è stato un inizio, tutte le amanti si chiamavano Amazzoni. E vivendo insieme, amandosi, celebrandosi, giocando, in quel tempo in cui il lavoro era ancora un gioco, le amanti nel giardino terrestre si sono chiamate Amazzoni durante tutta l'età dell'Oro.
Poi, con la fondazione delle prime città, un gran numero di amanti, rompendo l'armonia originaria, si sono chiamate madri. Amazzone aveva ormai per loro il sognificato di figlia, eterna bambina, immatura, quella che non si assume il suo destino. Le Amazzoni sono state bandite dalle città delle madri".
[Monique Witting e Sande Zeig,
Brouillon pour un dictionnaire des amantes]
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In
The Paradise Papers, Merlin Stone arriva alla conclusione che la verità storica sulle Amazzoni e sulle dee è molto lontana dall'interpretazione patriarcale.
Con le sue ricerche ha appurato che la capacità creativa, il dono profetico e un consiglio saggio erano sostanzialmente più riveriti che il guerreggiare, e che quest'ultimo aspetto delle Amazzoni è stato riportato in maniera patriarcale, come se esse fossero soldati in un esercito.
Secondo me ciò corrisponde a verità, nel senso che per loro natura le Antiche Donne risplendevano di tutta la luce che l'Armonia sa far vibrare. Ma è anche vero che nel passaggio dalla società matriarcale a quella patriarcale hanno dovuto difendersi, e forse per questo motivo sono divenute Donne Guerriere.
Patricia Monaghan in
Le donne nei miti e nelle leggende racconta un altro dettaglio sulla vita delle Amazzoni: una o due volte l'anno, si sarebbero recate ai confini del loro territorio per avere rapporti sessuali con gli uomini delle tribù vicine, tenevano con sé le figlie e inviavano i figli alle tribù paterne. Si dividevano la reggenza due regine, una per la difesa, una per le questioni comunitarie.
Non sembra irrilevante menzionare che gli scavi più antichi di Catal Huyuk o anche di Malta non mostrano alcuna costruzione di difesa. Ciò significa che gli/le abitanti di questi insediamenti non conoscevano la guerra, un fatto dimostrabile in base a tutti i ritovamenti avvenuti in siti identificati come culture matriarcali.
Ciò è sorprendente, ma solo così è possibile che l'umanità prima del patriarcato sia sopravvissuta almeno un milione di anni e forse più.
Da wikipedia:
«guerriera ardita,
che succinta, e ristretta in fregio d'oro
l'adusta mamma, ardente e furïosa
tra mille e mille, ancor che donna e vergine,
di qual sia cavalier non teme intoppo.»
[Publio Virgilio Marone, Eneide]
Il nome greco Ἀμαζών (amazòn) è di dubbia etimologia.
La maggior parte degli autori classici considerano la Ά iniziale un'alfa privativa che rende nullo il successivo nome μαζός, versione ionica di μαστός, che vuol dire "seno": il risultato sarebbe quindi "senza seno".
L'etimologia è riferibile al costume tradizionale attestato dalle fonti mitografiche secondo cui le Amazzoni si mutilavano la mammella destra. Da tutti gli autori viene evidenziata la relazione fra la mutilazione/occultamento degli attributi femminili e il miglioramento delle abilità guerresche reputate qualità chiaramente maschili.
Amazzone ferita, 1903, opera su tela dell'artista tedesco Franz von Stuck.
Lo pseudo-Ippocrate riferisce che alle donne dei Sauromati, tradizionalmente identificate o collegate con le Amazzoni, viene bruciata la ghiandola mammaria destra tramite l'applicazione di un disco di rame arroventato. La pratica viene compiuta nella prima infanzia per impedire lo sviluppo del seno e assicurare maggior forza al braccio che tenderà l'arco.
Un riferimento ad un costume analogo delle Amazzoni viene attestato da Diodoro Siculo. Lo storico greco accenna alla mutilazione senza fornire dettagli, ma precisando che il suo scopo è quello di rendere più forti le donne guerriere.
Eustazio di Salonicco, ecclesiastico ed erudito bizantino del XII secolo, nel suo commentario all'Iliade cita la pratica della bruciatura del seno nei termini e negli scopi precisati da Ippocrate («ut arcus facilius intendant»), ma riferendola alle Amazzoni del poema omerico.
Un riferimento analogo compare anche nell'Eneide di Virgilio il quale descrivendo Pentesilea, una delle loro regine, annota come il seno della donna sia compresso strettamente da una fascia d'oro («aurea subnectens exsertae cingula mammae»).
Altre fonti invece considerano la Ά iniziale come un rafforzativo, e quindi la traduzione sarebbe "grande seno". Questo sarebbe confermato dal fatto che quasi tutte le rappresentazioni di questo popolo mostrano splendide donne con entrambi i seni fiorenti.
Altre fonti ancora lo fanno derivare dal caucasico masa, "Luna", e quindi si potrebbe tradurre con "sacerdotesse della Luna".
Segue poi su wikipedia la collocazione geografica e gli usi e costumi che leggerò con calma per capire se c'è qualche cosa di rilevante. Per esempio... si recidevano o no la mammella? Di nuovo ho la sensazione che questo mito sia sopraggiunto nell'era patriarcale, ma non ne sono sicura.
O lo facevano veramente, come si dice, per tirare meglio con l'arco?
Fonti e letture:
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Le tredici lune, Luisa Francia, Le Civette di Venexia
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www.etimo.it/
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www.wikipedia.org/