Rebecka
00giovedì 6 aprile 2006 13:31
E le lacrime non avranno più vento
ne mani per esser domate,
in secca sulle guance attenderanno
che luce sorga da fitte foreste,
all’ombra delle querce
dormiranno eterne, in pozze salmastre.
merlino celtic
00giovedì 6 aprile 2006 13:38
...e saranno lacrime di sale, incastonate in una deliziosa poesìa...
Giorgio
g@l@te@
00giovedì 6 aprile 2006 15:22
splendida!
lemieparole
00giovedì 6 aprile 2006 18:04
fra le tue che ho letto...è una delle migliori.....
gianni
Aronne1
00giovedì 6 aprile 2006 18:30
Principessa!!!!!!!!!!!!
VERSOLIBERO
00giovedì 6 aprile 2006 22:25
Concordo con lemieparole: sono versi in cui c'è tutto il peso delle cose secche, indomabili, scarnificate, come scarna ed essenziale è la tua poesia. Ma c'è anche un flash di speranza, in quella luce che si fa largo nell'oscurità della foresta, e il desiderio di abbandonare le lacrime salate come scorie, che non debbano più far male.
Rosanna
Rebecka
00venerdì 7 aprile 2006 20:30
Grazie di cuore a tutti
E' vero, forse s'intravede uno spiraglio di luce in tutto 'sto buio
...che sia la volta buona che Rebecka abbandona la parte "oscura" di se per far vivere pienamente la luce....
Vi abbaraccio caramente
alter fritz
00venerdì 7 aprile 2006 22:39
ciao transilvana..
dopo i tuoi incubi di luce
ti tengo d'occhio,
e anche questa volta non ti smentisci..
tu sei una dolce poetessa,
avvolta in chiaroscuri..
stavolta è la luce a vincere..
bravissima davvero..
flavio