Riporto un pezzo del libro "Passaggio ad Avalon", di Jean Sinodha Bolen (come avevo scritto anche nell'altra sezione non è più in commercio
) che racconta del pellegrinaggio di una donna nei luoghi consacrati alla Dea e della sua scoperta di se stessa.
E' davvero bello questo pezzo.. lo riporto dalla descrizione del labirinto.
L'enciclopedista Barbara Walker spiega che questo disegno viene associato ad Afrodite, la Dea greca dellamore e della bellezza. Più tardi appresi che i labirinti erano messi originariamente in corrispondenza alle grotte e solitamente posizionati all'entrata. Nella fresca penombra delle spesse mura della cattedrale, sormontata dall'immensa volta, si potrebbe immaginare di trovarsi in un'enorme caverna rituale dall'alto soffitto, con le sue colonne di stalattiti e stalagmiti e il misterioso labirinto sul pavimento.
(...)La cattedrale di Maria venne edificata nel luogo in cui, molto prima della Cristianità e ancora prima dei Greci e dei loro Dei, un tempo veniva venerata la Dea. Ovviamente ci si riferiva alla Grande Dea con molti nomi. Qui a Chartres continua ad essere adorata in quanto Vergine e Madre, soltanto che invece di Iside, Tara, Demetra o Artemide, viene chiamata Maria.
Così come nei luoghi consacrati al culto della Dea vennero in seguito edificate chiese cristiane, anche i suoi simboli furono assorbiti.
Ad esempio, prima di divenire simbolo di Maria, la rosa rossa aperta era associata ad Afrodite e rappresentava la sessualità matura.
A Chartres, dedicata alla Vergine Maria, le rose abbondano. La luce filtra attraverso le enormi vetrate colorate a forma di rosa, e il simbolo della rosa occupa il centro del labirinto.
(...)Nella navata laterale occidentale del transetto meridionale, la cattedrale nasconde un altro mistero. Qui, secondo Charpentier che scrisse sulle caratteristiche esoteriche della cattedrale di Chartres, c'è "un blocco di pietra rettangolare, posto diagonalmente rispetto agli altri, il cui candore contrasta con il prevalente grigiore del lastricato. E' ben in evidenza grazie a un risalto di metallo lucente, leggermente dorato...". Ogni anno al solstizio d'estate (21 giugno), un raggio di luce filtra attraverso uno spazio vuoto della vetrata colorata dedicata a sant'Apollinare e, esattamente a mezzogiorno, va a colpire questa pietra particolare. Così come la presenza del labirinto, la scelta del solstizio allude chiaramente all'esistenza di una tradizione di culto della Dea fortemente legata alla Terra incorporata all'interno di questa cattedrale cristiana.
(...)Come si sa, i luoghi dedicati al culto della Dea nascondono sempre pozzi o sorgenti sacre.
(...)Nella cripta esiste effettivamente un pozzo, adesso chiuso da un coperchio, che sprofonda sottoterra quanto la guglia più alta della cattedrale si eleva nel cielo. Si tratta di un antico pozzo celtico, di circa 33 metri di profondità e che una volta si trovava all'interno di una grotta. Ed era facile di quell'angusta, fredda, cavernosa stanza in penombra immaginare una grotta. Molto prima dell'era cristiana, questo luogo era meta di pellegrini, i quali si pensava che avessero trovato accanto al pozzo, intagliata nel cavo di un pero, la statua di una Dea scura assisa con un bimbo divino in grembo. Poteva trattarsi di una delle raffigurazioni della Dea nera egiziana Iside con suo figlio Horus. La madonna nera originaria, il cui culto si diffuse poi per tutto il mondo greco-romano, era probabilmente Iside. Ancora adesso, nella soprastante cattedrale, c'è una madonna nera. Non è che la tradizionale raffigurazione cattolico-romana di Maria con la corona in capo, ma i suoi tratti sono neri.
(...)Charpentier rileva che la cattedrale di Chartres fu costruita in un punto che un tempo corrispondeva al santuario dei santuari druidici, su un poggio o un tumulo su cui sorgevano un bosco sacro e un pozzo chiamato "il Pozzo dei Forti". Qui, intagliata nel tronco cavo di un pero, una volta esisteva la statua di una donna nera o di una Dea con un bimbo sulle ginocchia, che si credeva fosse stata riprodotta dai Druidi prima della nascita del Cristo. Il potere del luogo è nella sua ubicazione. Gli antichi vi giungevano per ricevere "il Dono della Terra", qualcosa che la Terra elargiva come una Madre. Qui le umane facoltà spirituali venivano risvegliate da ciò che i Galli chiamavano le Wouivre, le correnti telluriche (magnetiche e cosmiche) che "strisciano" attraverso la terra, simbolicamente raffigurate da serpenti."
Uff.. che lungo.. ce l'ho fatta a ricopiarlo..
Possiamo tratte intuizioni e discuterne, a voi la parola..