Re: Re: Re: Re: Scusa, ma ...
Scritto da: umanista89 09/01/2006 21.34
Che sono la conseguenza della legislazione dello Stato stesso [Modificato da umanista89 09/01/2006 21.36]
Sì, certo che la giursprudenza essendo l'applicazione della legislazione ne è la diretta conseguenza, ma, ti ripeto, ho fatto la distinzione non per atteggiarmi a saputella
, ma perché volevo capire se ti riferivi anche a situazioni riguardanti direttamente la magistratura, come il fatto che tempo fa, non ricordo l'anno esatto, Papa Wojtyla aveva chiesto a giudici e avvocati di fare obiezione di coscienza riguardo alle cause di divorzio, quindi se intendevi dire che la Chiesa si esprime anche nei confronti della magistratura per influenzarne la condotta in qualche modo. Ma, appunto, ora mi è chiaro che non è questo che intendevi.
Cmq, per dire la mia: la Chiesa esprime dei valori morali che ritiene validi a livello universale e che tutti i cattolici sono chiamati non solo a rispettare individualmente, ma anche a promuovere nella società. E dal momento che un cattolico deve ricercare la massima coerenza con questi valori anche nella vita civile non basta dichiararsi a parole contro il divorzio e l’aborto e poi, nell’urna, votare a favore di tali leggi. E non è neppure il massimo lavarsene le mani, pensando, “ma sì, che passi pure la legge, tanto a me non riguarda”.
Questo non significa che la Chiesa non rispetti le leggi approvate dalle maggioranze parlamentari. Si propongono dei valori da tradurre in legge, ma se poi vengono approvate leggi di contenuto diverso se ne prende atto. Infatti, anche recentemente, lo stesso Cardinale Ruini ha dichiarato che la Chiesa non spinge per l’abrogazione della 194, ma chiede ai cattolici italiani di promuoverne la corretta applicazione.
Per me la Chiesa ha tutto il diritto di ribadire i propri principi ogni volta che vi sono dibattiti parlamentari su provvedimenti che toccano questioni morali, quello che per me è eccessivo è la precisa indicazione di voto. Tornando al referendum sulla legge 40: ho sempre condiviso gli interventi di Papa Ratzinger che ha parlato con forza del valore cattolico della vita umana, mentre il Cardinale Ruini ha esagerato nel momento in cui ha espressamente invitato all’astensione. Una volta chiarito quali erano i valori cattolici e una volta ricordato che ci vuole coerenza con tali valori anche nella vita civile, che poi noi cittadini cattolici li mettessimo in pratica votando no o astenendoci non era questione di competenza del Cardinale Ruini
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Lo stesso dicasi per il referendum che ci sarà il prossimo giugno per confermare o meno la legge sulla devolution. Per me sarebbe legittimo e doveroso che la Chiesa dicesse, ad esempio, che uno Stato deve seguire principi di solidarietà sociale e fare una politica volta a superare le disuguaglianze fra le diverse aree del paese, altro che dicesse esplicitamente che il federalismo è da bocciare (e questo lo dico nonostante io non veda molto di buon occhio la legge in questione). Cioè, una volta ribadito che la solidarietà è un valore che i politici cattolici devono perseguire, che poi lo si realizzi mediante uno stato centrale o federale esula, secondo me, dalla competenza della Chiesa. La differenza è forse sottile, ma importante.