Mi ero addormentato alle 03:00, ieri notte, davanti alla televisione. Come ogni anno, secondo tradizione, mia sorella preparava le calze della Befana e non voleva nessuno tra i piedi: qualche regalino era nell'aria, ma usufruibile rigorosamente soltanto il giorno dell'Epifania. E così, dopo avere visto un'asta d'arte propiziatoria per il sonno (l'interessantissima Galleria Orler), alzo le chiappe per andare a letto, passando per la cucina. Sulla tavola, calze strapiene di dolciumi e qualche pacco che rimanda a più di un punto di domanda: che sarà mai?
Gli anni sono passati come fucilate, ma il sapore magico della vigilia dell'Epifania è rimasto inalterato. Se i bambini sognano, figuriamoci chi ha qualche primavera sulle spalle! La foto che vedete qui sotto è tratta dal mio libro di prima elementare: una Befana sul razzo, apparentemente "blasfema"...ma in quello stesso anno, il magico 1969, l'uomo era appena sbarcato sulla Luna.
Alle 06:00 mia sorella fa un casino della madonna, battendo le porte con una scopa e gridando
"Sono la Befanaaaaaaa". Lì per lì avrei voglia di tirarle una scarpa, ma poi sono costretto a scendere dal letto perchè le donne di casa si sono coalizzate, sbrandandomi di brutto. Mi avvio in cucina, faccio la solita faccia da ebete ed emetto un estasiato
"Ohhhhhhhh...." di meraviglia. La Befana mi ha portato un accappatoio, delle ciabattine in spugna da bagno, un dopobarba e qualche calzino di ricambio che non fa mai male. Subito dopo avere visto i regali, mi fiondo a letto raccattando le coperte, subito seguito a ruota dal resto della truppa. Ci sveglieremo incredibilmente tutti alle 13:00!
A proposito...e mio padre? Se ne sta per tre giorni dalle parti di Trento con amici, ma la telefonata è arrivata puntuale a casa con la solita domanda:
"Cosa mi ha portato la Befana?".
In queste giornate di freddo, di gelate e di neve, non posso non pubblicare questa foto del mio libro che mi fece sognare:
Perchè tutto appare magico, quando si è bambini, ed è soltanto la scatola dei ricordi che ci fa battere ancora una volta il cuore.