LA CIA

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BRESCIAGGHER
00giovedì 29 gennaio 2004 11:51
Cos’è
La Cia o Central Intelligence Agency (Ufficio centrale di informazione), è la principale agenzia statunitense di spionaggio e controspionaggio in tempo di pace. Istituita nel 1947, coordina la raccolta e l'analisi di tutte le informazioni relative alla sicurezza nazionale degli Stati Uniti d'America; è guidata da un direttore nominato dal Presidente (ma che deve avere l’approvazione del Congresso).

Cosa fa?
La sua missione primaria è "raccogliere, valutare, collegare informazioni su questioni internazionali che permettano di aiutare il presidente nelle decisioni relative alla sicurezza nazionale". L'attività si realizza grazie allo spionaggio, vale a dire la dislocazione di agenti, la cui identità rimane segreta, in rappresentanze diplomatiche, uffici pubblici e industrie di paesi esteri; e grazie al controspionaggio, cioè la destinazione, in accordo con l'Fbi, di agenti segreti in importanti uffici statunitensi dove si teme sia maggiore il rischio di infiltrazione straniera. La Cia ufficialmente non fa politica, è una indipendente fonte di informazioni internazionali. In realtà non è così. Nel corso degli anni, l'azione dell'agenzia si è trasformata in una forma di politica indiretta, spaziando dal semplice supporto economico a uomini politici o partiti stranieri vicini agli Stati Uniti, all'assistenza di gruppi di pressione e, addirittura, al sostegno di iniziative sovversive o paramilitari. Ciò ha suscitato polemiche negli Usa e in tutto il mondo.

Chi lavora per la Cia?
Oltre agli agenti segreti, persone qualificate in tutti i campi di studi: scienziati, ingegneri, economisti, informatici, matematici, traduttori. Non si conosce il numero esatto né degli agenti né dei collaboratori e informatori.

Budget
Non è illimitato, come si potrebbe pensare. Nel '97 è stato reso pubblico il finanziamento che è di 26 miliardi di dollari l'anno. Dopo l’11 settembre c’è stato uno stanziamento straordinario di un miliardo di dollari per combattere la rete terroristica di Osama Bin Laden.

Visite al quartier generale
Non sono possibili per motivi di sicurezza. E' permesso soltanto un tour virtuale.

Sito internet
www.cia.gov

Pubblicazioni
La Cia realizza pubblicazioni periodiche di documenti "declassati" e non più segreti. I cittadini facendone richiesta possono accedere a queste informazioni.

Indagini
La Cia non può raccogliere informazioni su cittadini americani. Può farlo soltanto se c'è motivo di credere che un individuo sia coinvolto in attività di spionaggio o di terrorismo internazionale.

Chi decide se la Cia deve partecipare ad azioni segrete?
E' soltanto il presidente che può autorizzare la Cia a un'azione segreta. Alcune azioni possono essere "raccomandate" dal Consiglio di sicurezza nazionale (Nsc) (che comprende il presidente, il vice, il segretario di stato e il segretario alla difesa). Vengono effettuate quando l'Nsc ritiene che obiettivi di politica estera non possono esser realizzati con i normali canali diplomatici e i mezzi militari sono considerati un'opzione estrema.

Chi controlla la Cia?
Sia l'esecutivo che il congresso.

Dov'è la sede?
In Virginia in un quartiere della città di Mc Lean chiamato Langley.
micty
00venerdì 30 gennaio 2004 01:48
cosa significa la sigla CIA?

Centro Internazionale Assassini
furxx
dipi14
00venerdì 30 gennaio 2004 13:09
all'ora che ne pensi del mossad e del kgb???xquesx
cuoreimpavido
00sabato 31 gennaio 2004 12:28
i servizi segreti sono segreti .....
quindi credo poco a quanto scritto in questo topic
dipi14
00sabato 31 gennaio 2004 15:33
Re:

Scritto da: cuoreimpavido 31/01/2004 12.28
i servizi segreti sono segreti .....
quindi credo poco a quanto scritto in questo topic



ci sono dei libri scritti da dei traditori che rivelano molti segreti.....prendiamoli con le pinze ma è la verità!
Asgeir Mickelson
00venerdì 6 febbraio 2004 16:03
Interessante articolo! xokx
Maradonarosso
00domenica 8 febbraio 2004 12:04
La Cia è una macchina buia, lontanissima, coinvolta oltre il pensabile negli ultimi sessant'anni della storia.


Per molti era sinonimo di malversazione e simbolo del cinismo americano. Altri, non immuni al fascino della retorica hollywoodiana, trovavano nell'intelligence americana un'ulteriore conferma dell'efficienza e dello strapotere a stelle e strisce. Tutti possono oggi concordare sul fatto che l'11 settembre oltre al mito dell'invulnerabilità americana ha seppellito per sempre anche l'infallibilità della Cia.
Creata nel 1947 dal presidente Truman, la Central Intelligence Agency ha ufficialmente il compito di controllare le informazioni provenienti dall'estero che riguardano la sicurezza nazionale, ma le sue operazioni clandestine hanno segnato la storia del mondo nella guerra fredda.
Fin dagli anni '50 i presidenti si servirono di uomini e mezzi del servizio segreto per operazioni diverse dalla semplice raccolta e decodificazione di informazioni, compito essenziale dell'intelligence dei paesi democratici.
La Cia assunse un ruolo importante durante la presidenza Eisenhower specializzandosi nel roll back, operazioni di destabilizzazione politica fondamentali nel quadro della politica estera nella guerra fredda. Ne furono esempi le guerriglie clandestine in Laos e in Cina. Il 17 marzo 1960 il direttore della Cia Allen Dulles suggerì al Presidente Eisenhower di addestrare un gruppo di esuli cubani anticastristi ad uno sbarco nell'isola di Cuba. Eisenhower approvò, i cubani si prepararono in un campo della Cia in Guatemala e Kennedy, divenuto presidente l'anno successivo, non ebbe altra scelta che dar seguito all'operazione: in caso contrario avrebbe dovuto fare i conti con centinaia di anticastristi pronti a raccontare al mondo di aver sognato sotto l'egida Cia l'invasione di Cuba. Il tentativo passò alla storia come l'incidente della Baia dei porci: i liberatori non trovarono l'appoggio della popolazione locale e vennero sconfitti.
La corsa agli armamenti nucleari aveva perso importanza poichè era stato raggiunto il momento di parità, cioè ogni contendente aveva in mano il potere di distruggere l'altro in 24 ore. Servivano operazioni militari limitate per contrastare il nemico su scenari locali, utilizzando armi flessibili alle esigenze del momento. L'unica forza militare statunitense in grado di svolgere una simile funzione era proprio la Cia. Kissinger, segretario di Stato durante la presidenza Nixon, ne fece un largo uso per dare credibilità all'azione diplomatica americana. Quando Allende conquistò democraticamente il potere in Cile, Kissinger e Nixon auspicarono il rovesciamento del regime con ogni mezzo affidandosi all'intervento degli agenti della Cia. Il decorso degli eventi, dalla morte del generale Schneider al golpe del 1973, fu largamente influenzato dagli statunitensi.



La Cia in Italia


In molte oscure e dolorose vicende della nostra storia recente l'operato della Cia s'intrecciò con quello di servizi segreti italiani e gruppi eversivi di destra. E' un fatto ormai noto che Gladio, struttura paramilitare fondata per far fronte a possibili sovvertimenti interni, nacque negli anni'50 da un accordo tra Sifar e Cia. Il filo nero dell'influenza americana porta dritto agli attentati ascrivibili alla "strategia della tensione". Il pm Guido Salvini, titolare a Milano della più recente istruttoria sulla strage di Piazza Fontana, attribuisce anche e soprattutto alla Cia la responsabilità di ciò che accadde in Italia dal'69 in poi: gli americani avrebbero manovrato per anni i terroristi di destra italiani. I gruppi eversivi avevano la funzione di creare nel paese le condizioni più vantaggiose per le forze più conservatrici, le istituzioni dovevano depistare e far apparire gli attentati come elementi di un progetto sovversivo della sinistra. Carlo Digilio, ad esempio, militante di Ordine Nuovo all'epoca dei fatti e testimone chiave nell'inchiesta su Piazza Fontana, era un informatore della Cia. Durante il processo l'ex capo del controspionaggio Gianadelio Maletti ha accreditato la possibilità di un coinvolgimento diretto dei servizi segreti americani nella strategia della tensione. Tesi confermata anche dal senatore Paolo Emilio Taviani, ministro dell'interno più volte negli anni '70, che in una deposizione alla commissione nazionale anitmafia del 1°luglio 1997 diede per certa la responsabilità della Cia "nella preparazione degli eventi di Piazza Fontana e successivi", in virtù del fatto che "gli americani erano di principio antiaperturisti e anticentrosinista", formula politica cui una parte della Dc lavorava in quegli anni.



Osama, il figlio sconociuto della Cia


Uno scenario tutt'altro che minoritario della Guerra fredda fu l'invasione sovietica dell'Afghanistan. Il presidente Carter aveva l'occasione di aprire un fronte contro l'Unione sovietica nel cuore dell'Asia centrale: venne mobilitata la Cia, che prese contatti con i servizi segreti del Pakistan, l'Isi. Nel frattempo la diplomazia americana allestì un'alleanza sotterranea con personalità degli stati islamici ed arabi conservatori al fine di sfruttare l'estremismo islamico contro il comunismo e i leader del Terzo Mondo dottrinalmente vicini al blocco orientale. L'Isi pakistano preparò dei campi di addestramento per i mujaeddin afghani ed ebbe la funzione di intermediario della Cia. Gli agenti statunitensi fornirono un valido apporto logistico in termini di competenze umane, specialisti della guerra che istruirono i pakistani e di armi, che nel 1985, dopo la direttiva 166 firmata da Reagan, divennero circa 65000 tonnellate l'anno. L'Isi integrò l'addestramento dei mujaeddin, su esplicita approvazione americana, con una massiccia dose di indottrinamento religioso: i temi ricorrenti erano l'Islam come dottrina politica oltre che religiosa, le truppe sovietiche come atei che violavano l'Islam.
La Cia aveva caricato consapevolmente contro l'Urss la stessa bomba del fondamentalismo islamico che anni dopo essa sarebbe esplosa in Bosnia, in Kashmir, in Albania. Senza sapere che tra i mujaeddin c'era un ricco miliardario saudita disposto a rispondere senza remore al richiamo sinistro del martirio in nome di Allah. Purtroppo non sono stati in grado di fermarlo neanche i 10 miliardi di dollari che gli Usa avevano destinato alle strutture di intelligence contro il terrorismo.
cuoreimpavido
00lunedì 9 febbraio 2004 14:22
Re:

Scritto da: Maradonarosso 08/02/2004 12.04
La Cia è una macchina buia, lontanissima, coinvolta oltre il pensabile negli ultimi sessant'anni della storia.


Per molti era sinonimo di malversazione e simbolo del cinismo americano. Altri, non immuni al fascino della retorica hollywoodiana, trovavano nell'intelligence americana un'ulteriore conferma dell'efficienza e dello strapotere a stelle e strisce. Tutti possono oggi concordare sul fatto che l'11 settembre oltre al mito dell'invulnerabilità americana ha seppellito per sempre anche l'infallibilità della Cia.
Creata nel 1947 dal presidente Truman, la Central Intelligence Agency ha ufficialmente il compito di controllare le informazioni provenienti dall'estero che riguardano la sicurezza nazionale, ma le sue operazioni clandestine hanno segnato la storia del mondo nella guerra fredda.
Fin dagli anni '50 i presidenti si servirono di uomini e mezzi del servizio segreto per operazioni diverse dalla semplice raccolta e decodificazione di informazioni, compito essenziale dell'intelligence dei paesi democratici.
La Cia assunse un ruolo importante durante la presidenza Eisenhower specializzandosi nel roll back, operazioni di destabilizzazione politica fondamentali nel quadro della politica estera nella guerra fredda. Ne furono esempi le guerriglie clandestine in Laos e in Cina. Il 17 marzo 1960 il direttore della Cia Allen Dulles suggerì al Presidente Eisenhower di addestrare un gruppo di esuli cubani anticastristi ad uno sbarco nell'isola di Cuba. Eisenhower approvò, i cubani si prepararono in un campo della Cia in Guatemala e Kennedy, divenuto presidente l'anno successivo, non ebbe altra scelta che dar seguito all'operazione: in caso contrario avrebbe dovuto fare i conti con centinaia di anticastristi pronti a raccontare al mondo di aver sognato sotto l'egida Cia l'invasione di Cuba. Il tentativo passò alla storia come l'incidente della Baia dei porci: i liberatori non trovarono l'appoggio della popolazione locale e vennero sconfitti.
La corsa agli armamenti nucleari aveva perso importanza poichè era stato raggiunto il momento di parità, cioè ogni contendente aveva in mano il potere di distruggere l'altro in 24 ore. Servivano operazioni militari limitate per contrastare il nemico su scenari locali, utilizzando armi flessibili alle esigenze del momento. L'unica forza militare statunitense in grado di svolgere una simile funzione era proprio la Cia. Kissinger, segretario di Stato durante la presidenza Nixon, ne fece un largo uso per dare credibilità all'azione diplomatica americana. Quando Allende conquistò democraticamente il potere in Cile, Kissinger e Nixon auspicarono il rovesciamento del regime con ogni mezzo affidandosi all'intervento degli agenti della Cia. Il decorso degli eventi, dalla morte del generale Schneider al golpe del 1973, fu largamente influenzato dagli statunitensi.



La Cia in Italia


In molte oscure e dolorose vicende della nostra storia recente l'operato della Cia s'intrecciò con quello di servizi segreti italiani e gruppi eversivi di destra. E' un fatto ormai noto che Gladio, struttura paramilitare fondata per far fronte a possibili sovvertimenti interni, nacque negli anni'50 da un accordo tra Sifar e Cia. Il filo nero dell'influenza americana porta dritto agli attentati ascrivibili alla "strategia della tensione". Il pm Guido Salvini, titolare a Milano della più recente istruttoria sulla strage di Piazza Fontana, attribuisce anche e soprattutto alla Cia la responsabilità di ciò che accadde in Italia dal'69 in poi: gli americani avrebbero manovrato per anni i terroristi di destra italiani. I gruppi eversivi avevano la funzione di creare nel paese le condizioni più vantaggiose per le forze più conservatrici, le istituzioni dovevano depistare e far apparire gli attentati come elementi di un progetto sovversivo della sinistra. Carlo Digilio, ad esempio, militante di Ordine Nuovo all'epoca dei fatti e testimone chiave nell'inchiesta su Piazza Fontana, era un informatore della Cia. Durante il processo l'ex capo del controspionaggio Gianadelio Maletti ha accreditato la possibilità di un coinvolgimento diretto dei servizi segreti americani nella strategia della tensione. Tesi confermata anche dal senatore Paolo Emilio Taviani, ministro dell'interno più volte negli anni '70, che in una deposizione alla commissione nazionale anitmafia del 1°luglio 1997 diede per certa la responsabilità della Cia "nella preparazione degli eventi di Piazza Fontana e successivi", in virtù del fatto che "gli americani erano di principio antiaperturisti e anticentrosinista", formula politica cui una parte della Dc lavorava in quegli anni.



Osama, il figlio sconociuto della Cia


Uno scenario tutt'altro che minoritario della Guerra fredda fu l'invasione sovietica dell'Afghanistan. Il presidente Carter aveva l'occasione di aprire un fronte contro l'Unione sovietica nel cuore dell'Asia centrale: venne mobilitata la Cia, che prese contatti con i servizi segreti del Pakistan, l'Isi. Nel frattempo la diplomazia americana allestì un'alleanza sotterranea con personalità degli stati islamici ed arabi conservatori al fine di sfruttare l'estremismo islamico contro il comunismo e i leader del Terzo Mondo dottrinalmente vicini al blocco orientale. L'Isi pakistano preparò dei campi di addestramento per i mujaeddin afghani ed ebbe la funzione di intermediario della Cia. Gli agenti statunitensi fornirono un valido apporto logistico in termini di competenze umane, specialisti della guerra che istruirono i pakistani e di armi, che nel 1985, dopo la direttiva 166 firmata da Reagan, divennero circa 65000 tonnellate l'anno. L'Isi integrò l'addestramento dei mujaeddin, su esplicita approvazione americana, con una massiccia dose di indottrinamento religioso: i temi ricorrenti erano l'Islam come dottrina politica oltre che religiosa, le truppe sovietiche come atei che violavano l'Islam.
La Cia aveva caricato consapevolmente contro l'Urss la stessa bomba del fondamentalismo islamico che anni dopo essa sarebbe esplosa in Bosnia, in Kashmir, in Albania. Senza sapere che tra i mujaeddin c'era un ricco miliardario saudita disposto a rispondere senza remore al richiamo sinistro del martirio in nome di Allah. Purtroppo non sono stati in grado di fermarlo neanche i 10 miliardi di dollari che gli Usa avevano destinato alle strutture di intelligence contro il terrorismo.




discorso estendibile a tutti i servizi segreti del mondo
dipi14
00martedì 10 febbraio 2004 13:14
xokx very interesting!
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