Inchiesta sul Genoa: sospetta combine

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PinKuricchio
00giovedì 16 giugno 2005 14:44
Sospetta combine?
Sospetta combine per la partita di B dell'11 giugno: dubbi su 250 mila euro trovati a un dirigente veneto. Sentiti 6 giocatori intercettati con le microspie


GENOVA, 16 giugno 2005 - Un terremoto sulla serie B. Un fascicolo di indagine da parte della Procura della Repubblica di Genova è stato infatti aperto sulla partita Genoa-Venezia (3-2 il finale), giocata l’11 giugno scorso a Marassi e risultata decisiva per la promozione in serie A del Grifone: tutto questo, dopochè un dirigente del club lagunare è stato sorpreso con una valigetta all’interno della quale erano contenuti 250 mila euro in contanti definiti "di dubbia provenienza".
La notizia è stata confermata ieri a tarda ora da fonti federali, che stanno dunque valutando l’ipotesi di una possibile combine: destinata, se dimostrata dai fatti, a stravolgere completamente la classifica cadetta. L'inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Alberto Lari, sarebbe partita infatti in seguito a un esposto su possibili irregolarità di tale gara in questioni legate a un giro di presunte scommesse clandestine. Come si ricorderà, i giocatori del Venezia si erano presentati a Genova in formazione largamente rimaneggiata, tanto che il tecnico Andrea Manzo, a fronte delle quindici defezioni (ma molti degli assenti, in verità, risultavano già indisponibili sette giorni prima contro il Catania), era stato costretto a convocare alcuni giovani della Primavera. Le assenze avevano scatenato qualche perplessità sia per il numero, decisamente consistente, sia perché i giocatori del Venezia erano creditori in quel momento di numerose mensilità arretrate (saldate a tutti ieri sera).
Di qui, dunque, l’ipotesi che tali problemi di natura economica fossero in qualche modo legati all’insorgenza di vari infortuni proprio a ridosso della trasferta in Liguria, peraltro tutti documentati da certificati medici. Di qui, a quanto pare, la decisione della Procura genovese di piazzare alcune microscopie nell'albergo della squadra veneta a Genova, che aveva alloggiato in un hotel del ponente cittadino, e la successiva decisione (anche qui, pare, sulla base di alcune intercettazioni ambientali) di interrogare ieri alcuni tesserati del club lagunare come persone informate sui fatti. E, cioè, non indagate al momento attuale per alcun reato. Così, ieri mattina, i carabinieri genovesi si sono presentati nella sede di via Ceccherini, a Mestre, e quindi hanno interrogato in caserma sei giocatori veneti.
Quattro di loro erano scesi in campo al Ferraris: Lejsal (grande protagonista nel primo tempo fra i pali: "I carabinieri ci hanno posto domande precise su quanto ci dicevamo in camera", ha spiegato), Borgobello (compagno di camera del portiere: "Non ci voleva anche questo al termine di una stagione deficitaria", è stato il suo sfogo), Oliveira e Vicente (autori dei due gol per gli ospiti). Oltre a loro, sono state verbalizzate anche le deposizioni di Savino ed Esposito (non convocati per la trasferta, ma in passato compagni di Borgobello alla Ternana). Nel pomeriggio di ieri, poi, è stato ascoltato il tecnico Andrea Manzo. In particolare, anche se mancano conferme ufficiali, gli inquirenti avrebbero voluto sapere se i giocatori hanno ravvisato movimenti di persone sospette intorno alla squadra nei giorni precedenti l'incontro, nonché nel ritiro di Genova, e se la preparazione settimanale in vista di Genoa-Venezia sarebbe stata svolta in maniera regolare.
Al portiere ceco sarebbe poi stato chiesto il motivo della sua sostituzione nell'intervallo (al suo posto era entrato Pezzato), ma il numero uno si era infortunato a una mano in uno scontro di gioco avvenuto pochi minuti prima che finisse il primo tempo. A Oliveira, invece, sarebbe stato chiesto di spiegare la sua mancata esultanza dopo il gol del provvisorio due a due. Sull’intera vicenda, già smentita dai protagonisti che si sono tutti dichiarati estranei ai fatti, si sono pronunciati in serata anche i dirigenti delle due società. Luigi Gallo, presidente del Venezia, è stato chiaro: "Noi non siamo preoccupati. Chi ha visto la partita si è reso conto che non è successo assolutamente nulla di anomalo. Il Venezia ha giocato la sua onesta gara. Addirittura, dopo il gol dell'uno a zero di Vicente, ho esultato a tal punto che sono stato insultato dai tifosi rossoblù al mio fianco. Di questa storia ho parlato con qualche giocatore, ma oggi (ieri; n.d.r.) ero fuori per risolvere i nostri problemi economici".
Problemi legati alla vertenza aperta in tribunale a Venezia sullo stato di insolvenza del club arancioneroverde e che potrebbe chiudersi oggi dopo la camera di consiglio della sezione fallimentare. Sdegno anche da parte rossoblù: "Un delirio, l'ennesima infamia nei confronti del presidente Preziosi. Siamo estranei ai fatti", ha commentato il direttore generale del Genoa, Stefano Capozucca.

[Modificato da PinKuricchio 16/06/2005 14.53]

PinKuricchio
00giovedì 16 giugno 2005 14:45
Cosa rischiano le squadre
Coda avvelenatissima del campionato di B. Genoa-Venezia (3-2) entra pesantemente nella zona oscura dei sospetti di illecito, scommesse e quant’altro. Le indiscrezioni da fonte investigativa, ieri sera, sono state confermate dalla Federcalcio. Tant’è che l’Ufficio indagini federali ha non solo aperto un fascicolo, ma mantiene una linea telefonica in costante contatto con la magistratura e i carabinieri. Il generale Italo Pappa, capo dell’inquirente del calcio, ha una strada obbligata. In base alle "notizia criminis" (degli interrogatori e del sequestro del denaro da parte dei carabinieri). La Figc è costretta ad aprire una sua inchiesta sportiva parallela a quella della magistratura ordinaria.
Non c’è discrezionalità. Anche se gli indizi e le prove sono ancora nella prima fase istruttoria. I tempi saranno, ovviamente e si spera, obbligatoriamente ristretti. Il campionato di serie B mette ancora in palio un posto per la A e la vittoria sul Venezia rappresenta la chiave di volta della promozione del Genoa. Da investigatori e magistrati si attendono chiarimenti incontrovertibili. Intanto la giustizia sportiva deve procedere in base alle ipotesi degli articoli 5, 6 e 14 del codice di giustizia sportiva. Ipotesi che vanno (articolo 5) dal "divieto di scommettere da parte di dirigenti e tesserati", al più grave (articolo 6) "illecito sportivo e obbligo di denuncia" del medesimo. Fino alle responsabilità "oggettive o dirette" delle società chiamate in causa, che prevedono forti penalizzazioni, non assegnazione di promozioni e fino alle "sanzioni sportive" a carico dei responsabili di illecito e dintorni: col massimo della squalifica o inibizione (per i dirigenti) fino a 5 anni.
Sempreché, ripetiamo, si riscontrino da parte della magistratura e poi della giustizia sportiva dei coinvolgimenti "oggettivi o diretti". L’analogia con un caso recente è legato a quello di febbraio-marzo, concluso con le pesanti squalifiche dei giocatori Marasco (ex Modena), Bettarini (ex Sampdoria) e Ambrosino (ex Grosseto), ma col pieno proscioglimento finale del Modena e del Chievo. E' impossibile e dannoso fare ipotesi di sanzioni future. Atteniamoci ai fatti investigativi, che per ora parlano di pesanti indizi che (se del caso) potranno diventare prove. In Federcalcio aspettano, seppure con preoccupazione.
0themanwho0
00giovedì 16 giugno 2005 14:57
ebè, una partita che sarebbe stato utile accomodare.
Il rapsodo di Candia
00giovedì 16 giugno 2005 15:17
Ma Jimmy il Fenomeno non dice nulla?
DemoneMortale
00giovedì 16 giugno 2005 16:15
Aria fritta.
alfioromeo
00giovedì 16 giugno 2005 16:17
Re:

Scritto da: Il rapsodo di Candia 16/06/2005 15.17
Ma Jimmy il Fenomeno non dice nulla?

Non so, io conosco solo un certo Gimmi Ilpedofilo

[Modificato da alfioromeo 16/06/2005 16.20]

Il rapsodo di Candia
00giovedì 16 giugno 2005 16:20
Re: Re:

Scritto da: alfioromeo 16/06/2005 16.17
Non so, io conosco solo un certo Gimmi il pedofilo




Jimmy il Fenomeno è il presidente del Venezia: una persona dabbene...
PinKuricchio
00venerdì 17 giugno 2005 20:30
Ma Preziosi non era quello che ha messo in vendita il simpatico gioco da tavolo sulle truffe del mondo del calcio?

Evidentemente aveva il giusto know-how
oasis4ever
00sabato 18 giugno 2005 01:01
che pacco...povero genoa..
Il rapsodo di Candia
00sabato 18 giugno 2005 14:53
Ma il Genoa resta in A...
PinKuricchio
00lunedì 20 giugno 2005 16:57
Procura di Genova: "Nel mirino più di due partite"
L'inchiesta non riguarda solo le gare incriminate del Genoa

GENOVA - Nel mirino della procura di Genova non ci sono solo le ultime due partite giocate dal Genoa, quella contro il Piacenza, conclusa con un pareggio, e quella con il Venezia vinta dai rossoblu per 3-2, ma altre gare di campionato. La conferma di un'inchiesta a più vasto raggio è venuta in tarda mattinata dal procuratore aggiunto Giancarlo Pellegrino. "Non so con esattezza di quante partite si tratti - ha rivelato - certamente sono più di due"
SUPERNOVA LAZIALE
00lunedì 20 giugno 2005 16:58
dai su...
tanto non je fanno niente...
Marcoasis
00lunedì 20 giugno 2005 18:24
Cioè ma ci rendiamo conto?
Colti con le mani nel sacco e si parla di massimo 9 punti di penalizzazione da scontare l'anno prossimo.
Mario.
00martedì 21 giugno 2005 00:33
Re:

Scritto da: PinKuricchio 20/06/2005 16.57
Procura di Genova: "Nel mirino più di due partite"
L'inchiesta non riguarda solo le gare incriminate del Genoa

GENOVA - Nel mirino della procura di Genova non ci sono solo le ultime due partite giocate dal Genoa, quella contro il Piacenza, conclusa con un pareggio, e quella con il Venezia vinta dai rossoblu per 3-2, ma altre gare di campionato. La conferma di un'inchiesta a più vasto raggio è venuta in tarda mattinata dal procuratore aggiunto Giancarlo Pellegrino. "Non so con esattezza di quante partite si tratti - ha rivelato - certamente sono più di due"



Ora non so bene qual è la squadra che si è classificata al terzo posto, ma alla luce di ciò avrebbe anche ragione ad incazzarsi e non poco.
PinKuricchio
00martedì 21 giugno 2005 11:59

Scritto da: Mario. 21/06/2005 0.33


Ora non so bene qual è la squadra che si è classificata al terzo posto, ma alla luce di ciò avrebbe anche ragione ad incazzarsi e non poco.



Sicuramente chi perderà lo spareggio tra Perugia e Torino farà casini quest'estate.
Supernova23
00venerdì 24 giugno 2005 10:27
Nell'inchiesta sulla presunta combine anche un colloquio tra
Preziosi e un dirigente del Venezia durante la partita incriminata

Genoa, quella telefonata nell'intervallo
"Che fate, eravamo d'accordo..."

La serie A è davvero a rischio. Consegnate allo 007
della Figc tutte le carte. Lunedì via agli interrogatori

GENOVA - Lasciando il tribunale di Genova, il generale Italo Pappa non ha certo un'espressione sorridente. Anche al capo dell'Ufficio indagini della Federcalcio dispiace che le cose per il Genoa si stiano mettendo terribilmente male. Ieri i magistrati della procura ligure, che indagano i vertici della società rossoblù per "associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva", hanno consegnato agli 007 del pallone tutte le intercettazioni telefoniche - più una serie di colloqui registrati grazie a microspie piazzate in ambienti frequentati dai calciatori e persino nell'auto del presidente Enrico Preziosi - raccolte durante l'indagine su Genoa-Venezia.

Secondo indiscrezioni ce n'è abbastanza per trasformare il sogno dei genovesi, promossi in serie A dopo dieci anni, in un vero incubo. Compresa una telefonata di Enrico Preziosi nell'intervallo dell'ultima partita del campionato cadetto: "Ma che diavolo stanno facendo? Non doveva andare così, eravamo d'accordo...", si lamenta il presidente, alzando la voce con un dirigente veneto. Sembra furibondo per l'imprevisto agonismo del Venezia, andato subito in vantaggio e raggiunto solo nel finale di tempo di una partita che sembrava invece già scritta. "Stai tranquillo che aggiustiamo tutto", gli risponde l'altro.

Preziosi qualche minuto più tardi incontrerà nei sotterranei dello stadio il direttore sportivo del Venezia, quel Giuseppe Pagliara sorpreso solo tre giorni più tardi - al termine di una visita negli uffici di Preziosi, in provincia di Como - con 250.000 euro in contanti. Il giorno dopo il match, chiuso con la vittoria dei rossoblù (3-2) e la tanto agognata promozione, lo stesso Pagliara si era messo in contatto con un dirigente del Genoa: "Oh, che sta succedendo? Gli accordi vanno rispettati...".

Il generale Pappa ha ascoltato alcuni colloqui. Ha letto la trascrizione di altri. Ha scosso la testa. Nei guai ci sono il Genoa, ma anche diversi calciatori e dirigenti del Venezia. Come Franco e Michele Dal Cin, padre e figlio. Anche loro sorpresi al telefono con Preziosi, a parlare di una partita che "doveva" finire con un successo genoano ed è finita 3-2. In ballo ci sarebbe pure il Torino, fino a due settimane fa diretto concorrente del Genoa per la A, che all'inizio di giugno si sarebbe dato da fare per suggerire al Venezia, già retrocesso in C, di impegnarsi allo spasimo con i liguri.
La prova? Una telefonata dell'ex direttore sportivo granata, Roberto Cravero, che avverte l'ex calciatore Michele Padovano - grande amico di Preziosi - dei possibili imprevisti.

I magistrati del capoluogo ligure hanno ascoltato quasi tutti gli sportivi coinvolti nella vicenda - una mezza dozzina del Venezia e lo stesso Cravero, qualcuno del Piacenza e l'allenatore Iachini: si indaga infatti anche sulla mancata corruzione di Piacenza-Genoa - raccogliendo dichiarazioni che sono state consegnate all'Ufficio indagini. Ma l'inchiesta penale ha i suoi tempi e spazia tra la presunta combine, un fantomatico caso di doping e i sospetti di calcio scommesse, con alcuni tesserati di Genoa e Sampdoria sorpresi a parlare di puntate contro i rispettivi club.

Paradossalmente, non è questo lo spauracchio degli indagati e dei tifosi. La vera inquietudine la regala l'inchiesta della Federcalcio. La giustizia sportiva si muove molto più rapidamente, e parte dalla presunzione di colpevolezza: Italo Pappa ha convocato a Roma per lunedì diversi giocatori e alcuni dirigenti. L'istruttoria potrebbe esaurirsi in tempi brevi, la decisione della procura federale arriverebbe così entro il mese di luglio. Con queste premesse i punti di penalizzazione per il Genoa sarebbero un miracolo. La prospettiva di una revoca della promozione appare invece più concreta, e sono problemi garantiti anche per le altre società coinvolte.

Non si arrendono gli avvocati Alfredo e Carlo Biondi e Lorenzo Crippa, difensori della squadra rossoblù e dei suoi vertici. "La procura ha mantenuto il segreto investigativo. Tutto questo significa che le indagini sono in corso, e non in una sola direzione". Enrico Preziosi si dice preoccupato: "Se portano il Genoa in tribunale, qui succede un nuovo G8. Ma al primo schiaffo che vola - avverte - io me ne vado". L'inchiesta? "Mi auguro che finisca come deve finire, cioè bene: sono sereno perché so che la giustizia trionferà, ma preoccupato per i danni sul mercato". E a proposito di mercato, ieri è stato presentato il nuovo allenatore. Francesco Guidolin ha esordito con una frase che suona un po' sinistra: "E' una nuova scommessa, per me".
Rockstar
00venerdì 24 giugno 2005 11:51
se è tutto vero dubito che la passino liscia: resta il fatto che nella fase delle indagini preliminari non dovrebbe trapelare nulla e qui invece abbiamo addirittura i (presunti?) tabulati delle telefonate e le dichiarazioni rese in sede d'interrogatorio. Allucinante.
PinKuricchio
00venerdì 24 giugno 2005 13:27
Un uomo, un perchè
Da presidente del Saronno: la società fallisce non prima che Preziosi trasferisca a costo zero metà squadra al Como.

Da Presidente del Como: la società fallisce non prima che trasferisca a costo zero metà squadra a Genoa.

Da Presidente del Genoa: stavolta i magistrati si sono mossi per tempo.


Più ci penso e più rido, LUI che aveva messo in commercio il gioco sul calcio corrotto.

In galera, senza passare dal via.

Prevedo ripescaggio del Bologna a sto punto.
Il rapsodo di Candia
00venerdì 24 giugno 2005 17:41
Cade un mito, io sono cresciuto coi suoi giochi...[SM=x116910]

[Modificato da Il rapsodo di Candia 24/06/2005 17.41]

Marcoasis
00venerdì 24 giugno 2005 20:29
Il Venezia è fallito. Libri in tribunale.
asromaJack
00venerdì 24 giugno 2005 20:35
Re:

Scritto da: Marcoasis 20/06/2005 18.24
Cioè ma ci rendiamo conto?
Colti con le mani nel sacco e si parla di massimo 9 punti di penalizzazione da scontare l'anno prossimo.



Ma non sai quante volte sono successi casi analoghi e poi sono stati proprio insabbiati. Stando alle testimonianze di più testimoni.

Io almeno tifo Roma, l'unica squadra al mondo che ha perso lo scudetto, giocando contro una già retrocessa, il Lecce. Almeno posso avere le mie certezze su chi è o è stato pulito.
Supernova23
00venerdì 24 giugno 2005 20:43
No ma tranquilli, si stanno attrezzando per una A a 32 squadre.
theruben
00sabato 25 giugno 2005 18:16
Re: Re:

Scritto da: asromaJack 24/06/2005 20.35


Ma non sai quante volte sono successi casi analoghi e poi sono stati proprio insabbiati. Stando alle testimonianze di più testimoni.

Io almeno tifo Roma, l'unica squadra al mondo che ha perso lo scudetto, giocando contro una già retrocessa, il Lecce. Almeno posso avere le mie certezze su chi è o è stato pulito.


anche noi interisti via tranquilli eh...


comunque una riflessione:
ma possibile che nell'era delle tecnologie IMPOSSIBILI da fottere, un presidente che rischia la GALERA per una cosa del genere si AZZARDI a parlare al telefono, ben conscio del fatto che registrano ogni nostra parola?

son cose TROPPO TROPPO TROPPO stupide no?...[SM=x116910]

cioè al limite dell'incredibile...[SM=x116907]
PinKuricchio
00sabato 25 giugno 2005 19:57
In questo mondo, il più pulito c'ha minimo minimo la .rogna




Genoa: si parla anche di C1
Situazione sempre più complicata

Un doppio salto mortale all'indietro. E' quello che ipotizza qualcuno per il Genoa che potrebbe rischiare addirittura la retrocessione in C1. Uno scenario incubo ed estremo, ma l'ipotesi di una permanenza nel campionato cadetto (con la possibilità di una penalizzazione) è forte. Il patron rossoblù Enrico Preziosi (che continua a dichiararsi estraneo ai fatti) rischia invece una squalifica di tre anni.
(Infophoto)

La situazione del club rossoblù diventa ogni giorno sempre più complicata. Le telefonate registrate durante Genoa-Venezia tra Preziosi e Dal Cin, se verranno confermate, mettono con le spalle al muro i grifoni e la serie A, conquistata dopo 10 anni nella serie cadetta, resterà solo un ricordo. "Se i fatti sono quelli trapelati, il Genoa non ha scampo", questa la prima dichiarazione dei vertici federali.
Gli interrogatori avranno inizio mercoledì 29 ed entro luglio si dovrebbe arrivare alla sentenza. Sono tre le ipotesi a questo punto, sempre nel caso in cui l'illecito venisse provato e la società condannata: la retrocessione in serie B, punti di penalizzazione nella serie cadetta o, addirittura, la discesa in C1. Secondo quanto confidato da un giurista sportivo a "La Gazzetta dello Sport" infatti, "in caso di sentenza calcistica negativa, bene che gli vada il Genoa rischia di restare in B". "Bene che gli vada" perché secondo la gravità del presunto illecito il Consiglio federale potrebbe addirittura relegare il club ligure ancora più in basso, ovvero in C1.

Oltre al problema sportivo, ce ne potrebbe essere anche uno economico. La Costa Crociere, sponsor dei rossoblù, potrebbe rescindere il contratto ed abbandonare la società. Non ci sono conferme ufficiali, ma negli ultimi giorni sarebbero trapelate voci secondo le quali i vertici dell'azienda che salvò un Genoa sull'orlo del collasso nel 2002, sarebbero preoccupati dagli sviluppi di questa vicenda temendo un forte danno d'immagine.

Supernova23
00mercoledì 29 giugno 2005 14:27
«Dobbiamo perdere 3-0»

Cominciano gli interrogatori: il Genoa sembra sempre più nei guai

di ROBERTO RENGA

ROMA - Benussi e Leisal sono due calciatori del Venezia. Prima che si giocasse la partita dello scandalo tra Genoa e, appunto, Venezia, Benussi disse al secondo, che fa il portiere: ”Dobbiamo perdere per tre a zero”. Vuol dire qualcosa? E’ un presentimento? Un invito? E’ una constatazione? E’ molto di più?
Leisal giocò, parò quasi tutto e venne sostituito durante l’intervallo. Benussi è stato convocato in via Allegri e con lui dovrebbero comparire dalle dieci di oggi in poi anche Esposito, Savino, Oliveira, Vicente, Maldonado e Claudio Vagheggi, che fa il procuratore. In teoria il primo atto dell’inchiesta federale. In pratica non si sa. Perchè l’ufficio indagini Figc non ha i mezzi della magistratura e al massimo può invitare un tesserato a presentarsi. Se il tesserato si trova in vacanza, se ha il mal di testa, se il bambino non ha dormito, l’ufficio indagini spreca il proprio tempo e resta a mani vuote.
Le convocazioni sono partite, vedremo oggi quanti avranno avuto voglia di rispondere. Si tratta di giocatori informati dei fatti, ma anche di indagati. A qualcuno è scappata una frase perlomeno compromettente, altri (tutti meno Oliveira, che ha anche segnato) all’ultimo momento, per un motivo o per l’altro, si sono tirati fuori, evitando di partecipare, come se quella partita scottasse. Se si fanno avanti dovranno spiegare agli inquirenti (almeno tre: si fanno le cose in grande) che cosa gli ha impedito di giocare.
Giovedì verranno sentiti Borgobello, il portiere Leisal, Pezzato, il dirigente del Torino Massimo Cravero e i due allenatori Cosmi e Manzo. Sapevano qualcosa i tecnici? Mentre attorno a loro succedeva il finimondo, Cosmi e Manzo vedevano o avevano gli occhi bendati? Non ci sono prove che i due fossero a conoscenza dell’eventuale illecito e di sicuro non hanno recitato alcuna parte attiva, però, secondo gli inquirenti, qualcosa potrebbero aver notato: non erano in campo, del resto, mentre il Venezia segnava e il Genoa e in particolare Preziosi si sentiva morire?
Il primo luglio appuntamento con il consulente della Gea Massimo Brambati, i calciatori del Piacenza Gautieri, Lucenti, Pepe e Campagnaro e il presidente del Venezia Luigi Gallo. Si tratta della fase piacentina dello scandalo, con il Genoa che chiede favori e il Piacenza che li nega.
L’ultima tappa il 5 luglio, giorno più importante dell’inchiesta: verranno sentiti i padroni delle due squadre (Enrico Preziosi e Franco Dal Cin), i loro figli (Matteo Preziosi e Michele Dal Cin), i diesse Capozzucca e Pagliara. Si tratta dei personaggi principali di questa brutta storia. Secondo la ricostruzione fatta dalla magistratura genovese, saremmo di fronte all’illecito classico. Con un presidente che chiama l’altro e quest’ultimo che si dichiara d’accordo. Con i due che raccontano quasi tutto ai figli. Con l’incarico di chiudere passato ai due direttori sportivi.
Responsabilità diretta che, se provata, costringerà i giudici a decretare la retrocessione del Genoa e a squalificare pesantemente i dirigenti. In questo caso ci guadagnerebbe il Perugia, danneggiato in modo evidente dalla conbine. Gli accusati spiegano l’intreccio di telefonate con le trattative per il trasferimento di Maldonado al Genoa. E i 250 mila euro come si spiegano?
Visti gli atti, letti i testi delle registrazioni telefoniche, fatto tutto questo, il generale Pappa e i suoi collaboratori non vedono come Preziosi e a Dal Cin possano riuscire a spiegare parole e musica dei loro colloqui in modo diverso dal biscotto. Si registra euforia in via Allegri. Non si profila un processo indiziario, ma una sentenza che potrebbe non lasciare dubbi. Le registrazioni, a quanto pare, inchiodano senza speranze gli attori principali di questo film, incastrati da numerose intercettazioni telefoniche oltre che dall’episodio della valigetta piena di soldi.
Il procedimento non dovrebbe presentare sorprese: l’ufficio indagini questa volta promette di far presto e bene. E ritiene di avere già in mano gli elementi più compromettenti: registrazioni, incontri, passaggio del danaro. Non resta che sentire gli interessati.

workaholic
00giovedì 30 giugno 2005 12:15
MILANO, 30 giugno 2005 - Enrico Preziosi dubita fino all’ultimo dell’opportunità di parlarci, perché è fisicamente percepibile la pressione alla quale è sottoposto e il conseguente timore di sbandare, attaccando tutto e tutti, gli consiglia prudenza. Poi però, imponendosi la freddezza necessaria con un gesto rivelatore — si aggiusta il nodo della cravatta — Preziosi sollecita la prima domanda. E’ l’inizio di un’intervista che definisce con precisione il punto di vista del presidente indagato del Genoa.
— Personalmente o tramite familiari e collaboratori, lei ha mai comprato un risultato?
"Assolutamente no".
— Ritiene che nelle intercettazioni telefoniche in mano alla Procura di Genova da una parte, e all’Ufficio indagini della Federcalcio dall’altra, possa esserci qualche dialogo che dimostri il contrario?
"Lo escludo. Ci sono alcuni passaggi da spiegare, questo sì, ma non possono esistere prove di un illecito mai accaduto. Per capire quello che è successo occorre fare mente locale sull’andazzo delle ultime giornate dei campionati. Di tutti i campionati italiani, perché questo è un problema generale: non siamo sportivi, l’unica cultura che conosciamo è quella del tifo".
— D’accordissimo, ma non la butti sulla filosofia...
"Mi spiego subito con la massima concretezza. Per come si ragiona in Italia, comprare la vittoria sul Venezia sarebbe ridicolo perché una partita del genere non può che finire con la vittoria del Genoa. Non dico che sia giusto né che sia bello, ma è così: a fine stagione le squadre che inseguono un obiettivo battono quelle che non ne hanno più. A meno che qualcuno, interessato al mio stesso traguardo, non stimoli in qualche maniera il mio avversario, altrimenti demotivato".
— Lei sospetta che qualcuno abbia pagato il Venezia per non lasciarsi battere dal Genoa?
"Io non voglio gettare fango su nessuno a mezzo stampa, e quindi non le dirò alcun nome. Ma stia certo che se qualcuno ha invogliato il Venezia e prima il Piacenza a giocarsela alla morte contro di noi, salterà fuori. Il 5 luglio sono atteso dal generale Pappa nella sede giusta, l’Ufficio indagini federale, per dare un volto ai miei dubbi".
— Cosa c’è da spiegare delle chiacchierate telefoniche fra lei e Dal Cin?
"Una premessa: a parte forse Galliani, credo che Franco Dal Cin sia il dirigente che meglio conosce gli aspetti tecnici dei regolamenti. Per questo motivo, nelle varie trattative di Lega mi sono sempre appoggiato a lui, il che ha reso normale una certa frequenza di contatti telefonici. Voglio dire che se ci sentiamo 6-7 volte al giorno non c’è nulla di strano: succede sempre, mica solo la settimana di Genoa-Venezia".
— Ma in quella settimana cosa vi siete detti?
"Giravano delle voci sul fatto che qualcuno avesse promesso un premio a vincere al Venezia. Io gli manifestavo la mia preoccupazione, Dal Cin mi rassicurava sul fatto che sarebbe stata una "normale" partita di fine stagione".
— Che il Venezia avrebbe lasciato vincere al Genoa?
"Che il Venezia non avrebbe giocato come se fosse la finale di Champions... ma sì, è ovvio che adesso sembri tutto sporco, ed è questo che mi fa una rabbia... Stiamo parlando di consuetudini del mondo del calcio. Sbagliate, ma radicate. Le giuro che non ho mai comprato una partita, e a maggior ragione che soltanto uno scemo può attivarsi per combinare una gara che a logica è segnata. Beh, io non mi ritengo uno scemo".
— Eppure il Venezia si giocò quella gara.
"Siamo riusciti a vincerla soltanto grazie a due gol fantastici di Milito e uno di Rossi. E Lejsal, il loro portiere, è uscito per l’infortunio alla mano subito da Caccia: l’hanno visto tutti, non si può sospettare che sia stato sostituito perché parava troppo. Lo sa qual è il paradosso? Che si indaga su due partite combattutissime, mentre nessuno apre bocca... ma lasciamo perdere".
— Nessuno apre bocca sulla quantità di gare penose che si vedono dalla serie A in giù nelle ultime giornate: 90 minuti di passaggetti laterali.
"Io non accuso nessuno. Veda lei".
— Torniamo alle telefonate: lei chiedeva rassicurazioni a Dal Cin dopo essersi scottato a Piacenza?
"Se qualcuno mi spiega perché Garilli e Iachini dopo il 2-2 si sono abbracciati come se avessero vinto il titolo mondiale...".
— Veniamo ai 250 mila euro consegnati in contanti a Giuseppe Pagliara. Lei li spiega nell’ambito del trasferimento di Maldonado dal Venezia al Genoa, ma i regolamenti non ammettono pagamenti cash: tutto deve transitare per la Lega. Si rende conto che a tre giorni di distanza dalla partita, un simile movimento di denaro risulta sospetto?
"Io non conoscevo Pagliara, l’ho ricevuto perché mi era stato segnalato come nuovo dirigente del Venezia. Comunque... sì, ammetto l’ingenuità".
— Erano soldi neri?
"Macché. Li ho prelevati dalla contabilità, e il "nero" non si prende certo da lì. Il Venezia aveva bisogno di cash per saldare i giocatori, ottenere le liberatorie e non fallire, io ho aderito alla richiesta precisando però che poi avrei chiesto i soldi indietro per effettuare il pagamento regolare via Lega. Insomma, era un prestito. O forse una trappola".
— Con quale fine?
"Senta, vorrei fosse chiaro che io non mi sento una vittima, come è stato detto. Io sono determinato a uscire pulito da questa storia, e le dico con certezza che nessuno toglierà la serie A al Genoa, perché non ce n’è motivo e io ho fiducia nella giustizia sportiva e negli organi inquirenti. Allo stesso tempo le dico che quanto sta succedendo non è casuale, e che dietro i paraventi c’è qualcuno che agisce contro di me anche oltre l’ambito sportivo. Parlo della mia azienda, la Giochi Preziosi, un colosso che ho costruito da zero, duemila dipendenti che ora se ne stanno col fiato sospeso, e che voglio rassicurare".
— Le sue parole vogliono rassicurare anche i tifosi del Genoa.
"Proprio in queste ore ho valutato l’ipotesi di lasciare la presidenza per togliere un po’ di pressione al club, ma poi ho deciso di rimanere per una questione d’onore. In ogni caso ne sarei rimasto il proprietario: i 10 mila abbonamenti già sottoscritti malgrado l’incertezza della situazione sono un vincolo morale, i tifosi credono in me e io non li abbandonerò mai. Ho già lasciato la vicepresidenza di Lega, invece, per dignità e perché non posso più rappresentare gente come Gaucci, che appena ha visto — o creduto di vedere — una carcassa affiorare vi si è lanciato come un avvoltoio".
— Il Genoa ha anche grossi problemi di arretrati fiscali. Al momento è fra i club a rischio iscrizione. Come pensa di porvi rimedio?
"Versando il dovuto, è logico. Lo farò domani (oggi, n.d.r.): quasi tredici milioni di euro cash per sanare, attraverso un aumento di capitale, un debito ereditato".
Beautiful Freak
00giovedì 30 giugno 2005 12:23
mi sembra che Preziosi si stia arrampicando sugli specchi
PinKuricchio
00giovedì 30 giugno 2005 16:23
Re:

Scritto da: workaholic 30/06/2005 12.15
Le giuro che non ho mai comprato una partita, e a maggior ragione che soltanto uno scemo può attivarsi per combinare una gara che a logica è segnata.




Un'autoaccusa insomma.

[Modificato da PinKuricchio 30/06/2005 16.24]

PinKuricchio
00venerdì 1 luglio 2005 12:35
Scommesse: Flachi interrogato a Genova
Il sampdoriano sentito come persona informata dei fatti

GENOVA - L'attaccante della Sampdoria Francesco Flachi sarà interrogato stamani nella caserma dei
carabinieri di Forte San Giuliano dai sostituti procuratori Giovanni Arena e Alberto Lari che indagano sulle scommesse clandestine sulle partite di calcio. Flachi viene sentito come persona informata dei fatti. Il giocatore non è accompagnato da avvocati. Il suo nome sarebbe
emerso durante le intercettazioni telefoniche di vari giocatori con due commercianti di Nervi che scommettevano o facevano scommettere sui risultati delle partite di serie A e B dopo aver
parlato con i giocatori del previsto esito delle gare.
Supernova23
00domenica 24 luglio 2005 19:12
Le richieste della Procura Figc
"Il Genoa va retrocesso in C/1"

MILANO - La retrocessione all' ultimo posto della classifica di serie B per il Genoa e quattro anni di interdizione per Enrico Preziosi e Franco Dal Cin per illecito sportivo: ecco le principali richieste della Procura Federale, in merito alla presunta combine nella partita Genoa-Venezia nell'ultimo turno di campionato. Nessuna sanzione per il club lagunare, che è recentemente fallito.

In caso di reponsabilità diretta del club, il procuratore federale Palazzi invoca quindi la retrocessione all' ultimo posto della classifica di serie B. In via subordinata -nel caso si accerti solo la responsabilità oggettiva - la penalizzazione in punti, sempre nella classifica di serie B, "purchè efficace" o la non assegnazione o revoca del titolo sportivo. In ogni caso, niente serie A.

Ecco le altre richieste: tre anni e un mese di inibizione per Stefano Capozucca (direttore generale Genoa) e per Michele Dal Cin (direttore generale Venezia), tre anni e sei mesi di inibizione per Giuseppe Pagliara (general manager Venezia). E poi squalifica per tre anni e un mese per Massimo Borgobello (calciatore Venezia), per un anno per Martin Lejsal (calciatore Venezia), per sei mesi per Massimiliano Esposito (calciatore Venezia), Infine, sei mesi di inibizione per Roberto Cravero (ex direttore sportivo del Torino).

Al portiere Lejsal viene riconosciuta l'attenuante della collaborazione.
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