Il libro nero del Cristianesimo

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(Upuaut)
00lunedì 12 dicembre 2005 16:00
JACOPO FO, SERGIO TOMAT, LAURA MALUCELLI

Il libro nero del Cristianesimo
Duemila anni di crimini nel nome di Dio



Papa Woytila ha chiesto perdono per i crimini compiuti dalla Chiesa Cattolica negli ultimi 2000 anni.
Quante vite sono state distrutte, direttamente o indirettamente, dallo strapotere del clero? Quante persone sono state uccise? 500 milioni? Un miliardo? Il calcolo esatto è impossibile ma siamo di fronte a un orrore di proporzioni bibliche sul quale i libri di storia tacciono.

Crociate, caccia alle streghe, agli eretici, agli omosessuali, l’Inquisizione, lo schiavismo, il colonialismo, l’alleanza con il nazismo, la benedizione a regimi sanguinari, l’ingerenza storica nelle peggiori vicende del passato e dei giorni nostri. E proprio in questi ultimi 50 anni la morte misteriosa di un papa, lo IOR, la P2, il ritrovamento del corpo senza vita di Calvi. Una storia che arriva sino all’elezione di Ratzinger.

Il sangue scorre a fiumi nella storia del cristianesimo. Un horror che non ha nulla da invidiare a Stephen King.

Nuova edizione, quasi interamente riscritta e aggiornata, del celebre saggio che nel 2001 si classificò tra i bestseller con più di 100.000 copie vendute. A distanza di soli quattro anni, dopo la morte di Woytila, l’ascesa di Ratzinger e il continuo richiamo alle religioni in tempi di guerra, il controverso argomento religioso mantiene la sua attualità.

Tra i nuovi argomenti trattati:
- Nazismo e Vaticano
- La storia di Papa Lucani
- Calvi, lo IOR e il Banco Ambrosiano
- Il vero ruolo di Wojtila nel crollo del muro di Berlino
- La Chiesa Pedofila
- Ratzinger il grande inquisitore


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Estratto dal Capitolo primo

Credo che dobbiamo in gran parte al Cristianesimo se oggi il mondo ci appare meno inumano, sadico e violento che in passato. Per 2000 anni, milioni di credenti hanno cercato in ogni modo di testimoniare la parola di pace e amore che Gesù ha predicato. Si vedevano credenti al capezzale dei malati, a raccogliere orfani per strada, a curare i feriti dopo le battaglie e i saccheggi. C'erano cristiani come San Francesco a dare un tetto e conforto ai divorati dalla lebbra e cibo a chi moriva di stenti. E molti come lui attraversavano le prime linee delle battaglie per cercare di porre pace tra gli eserciti. C'erano fedeli a soccorrere i superstiti delle inondazioni, dei terremoti, delle carestie. C'erano cristiani a cercare di porre un limite alla brutalità verso gli schiavi e i servi della gleba oppressi dai "possessores". Cristiani che si esponevano in prima persona pur di ottenere la grazia di un innocente condannato senza prove, solo a causa della follia del fanatismo religioso. Si son visti sacerdoti costruire comunità di indios e morire insieme a loro quando i conquistatori cattolici decidevano che riunirsi in comunità egualitarie e non pagare le tasse costituiva un crimine contro Dio e la corona. Furono sacerdoti a creare cooperative e scuole per i lavoratori, a organizzare le casse di mutuo soccorso, a far fuggire ebrei e zingari perseguitati... Ma queste persone meravigliose, che in due millenni hanno contribuito grandemente a migliorare la condizione umana e civile dei minori, raramente facevano parte dei vertici della Chiesa. Com'è accaduto per tutte le religioni del mondo, nel momento in cui sono diventate "culto di Stato", i centri di potere delle principali chiese cristiane sono stati conquistati da individui spregiudicati e scaltri pronti a sfruttare fede e slancio mistico al solo scopo di acquistare ricchezza e autorità. Certo, dobbiamo stare attenti a non generalizzare: ci sono stati uomini religiosi assunti a grandi cariche nella sfera ecclesiastica che hanno agito con giustizia e notevole onestà e che soprattutto hanno condiviso, mettendo a rischio anche la propria vita, il diritto alla dignità e alla sopravvivenza dei poveri, colpendo con parole e atti concreti i ricchi pasciuti e potenti, nemici di Cristo e degli uomini (da un'omelia di Sant'Ambrogio). Per secoli i papi continuarono a vendere le cariche religiose al miglior offerente e per essere ordinato vescovo bastava pagare, non era necessario neppure essere preti. Giulio II consacrò cardinale un ragazzino di sedici anni per denaro. Così, alla fine, molti lestofanti si sono fatti eleggere perfino papi e si sono macchiati di crimini agghiaccianti. Oggi, Papa Woityla si rende perfettamente conto di questa nefasta memoria storica e ha sentito il dovere di chiedere perdono a Dio per i peccati commessi da coloro che rappresentavano e appartenevano alla Chiesa. Ma, ahimé, per quanto esteso sia l'elenco degli atti nefasti ricordati non possiamo pretendere che esso risulti completo. Allora ci siamo presi la briga di raccogliere, con dovizia di particolari, il maggior numero di documenti che ci producano un'idea meno vaga del "peccato" di cui si sarebbe macchiata la Chiesa. Nel realizzare questa ricerca ci siamo trovati davanti un quadro terrificante, costellato da un numero incredibile di episodi alle volte grotteschi ma sempre tragici. Fatti per lo più sconosciuti perfino agli studenti della facoltà di storia. Infatti, non sono storie che si trovano su tutti i libri. Anzi, i testi che raccontano questi eventi (salvo rare eccezioni) sono collocati in un limbo per super specialisti (e ci sorge il dubbio che siano scritti in un linguaggio astruso ed erudito proprio perché rimanga quasi impossibile leggerli). Ma per quale ragione ci siamo imbarcati in una simile avventura? Non certo per un anticlericalismo maniacale da mangiapreti di fine secolo. Oggi anche nel clero si è aperto un dibattito molto fertile sulla ricerca storica del percorso delle religioni. Per fortuna tutta la Chiesa è percorsa da una grande febbre di rinnovamento e ovunque nascono gruppi di fedeli che cercano di praticare la parola di Gesù e costruiscono solidarietà, libertà, pace, opportunità di affrontare insieme, nell'amore, le difficoltà della vita. Superando ostacoli che si frappongono ancora alla realizzazione di un mondo dove anche la vita prima della morte sia degna di essere vissuta. Ma perché questo rinnovamento sia fertile è indispensabile immergersi profondamente nel clima storico, politico e religioso che determinò il sacrificio di tanti martiri, vittime della parte corrotta e autoritaria del clero spesso in combutta con i gruppi di potere. Solo se riusciamo ad analizzare e discernere la natura e la gravità degli abusi si può costruire quella coscienza e quella cultura che potrà impedire il ripetersi di tali orrori. Questo libro è dedicato a tutti i cristiani e agli uomini di fede diversa di buona volontà. è dedicato anche agli atei che, proprio perché non credenti, hanno l'obbligo morale di possedere un profondo senso religioso della vita.


Gesù amava le donne



Gesù predicava l'amore, la fratellanza e la pietà in un'epoca nella quale questi sentimenti erano considerati spesso infamanti segni di debolezza. I Vangeli ci testimoniano che fra i seguaci da lui più stimati c'erano in prima fila le donne. Ancora, gli Evangelisti narrano come Gesù disprezzasse la ricchezza e condannasse violentemente coloro che tentavano di fare mercato della fede. Questa filosofia mette, da subito, i cristiani in contraddizione con la cultura e i potenti del loro tempo e ben presto iniziano le persecuzioni. Ma dopo appena tre secoli dalla crocifissione del Messia, il Cristianesimo diventa religione unica dell'Impero Romano il che significa che a nessun suddito è permesso di professare un altro credo, pena la persecuzione più feroce, spesso il patibolo. Roma era l'impero del male! Roma aveva crocefisso Cristo! Come è stato possibile venire a patti col demonio? Come è stato possibile? Dall'amore di Gesù alla Chiesa di Stato dell'Impero Romano! è un salto abissale! Per capirne la portata bisogna analizzare che cosa fosse l'Impero Romano. La scuola ci ha riempito la testa di storie su generali geniali e raffinati legislatori. Ma Roma era ben altro. Le donne venivano considerate animali di proprietà di padri e mariti, che avevano il diritto di batterle e ucciderle. Chi non picchiava la moglie era considerato un asociale. Una degna moglie romana era quella che, insidiata da un malvagio, si toglieva la vita. Non tanto per salvare il proprio onore, quanto per glorificare quello del marito. I bambini a scuola conoscevano ben presto la frusta e gli insegnanti ne tenevano di varie misure e forme appese in classe. Come succede ancora oggi in certe zone dell'India, anche a Roma le neonate femmine venivano spesso soffocate o abbandonate. Questo succedeva soprattutto nelle famiglie nobili. Alle neonate abbandonate più fortunate capitava poi di esser raccolte da mercanti di schiavi che le allevavano e a 5-6 anni le avviavano alla prostituzione. Lo stupro, la tortura dei prigionieri, violenze di ogni tipo sugli schiavi erano incoraggiati in tutti i modi. L'inventore dello sterminio di massa non può essere considerato Giulio Cesare. Prima di lui conosciamo altri straordinari massacratori (Ittiti, Assiri, Babilonesi), ma di certo il divino Giulio può ben essere eletto a perfezionatore emerito del genocidio organizzato. Egli, di suo pugno, nel De bello gallico ci racconta di come ha organizzato e scatenato le orde di briganti Galli e Germani, contro il popolo degli Eburoni, reo di non volersi assoggettare all'Impero, offrendo a quei criminali alleati asilo e protezione nei suoi accampamenti fortificati. L'augusto imperatore narra poi con un certo compiacimento di come è riuscito a mettere in campo tutto un campionario di infamità, tradimenti e trappole fino a eliminare definitivamente dalla faccia della terra la razza degli Eburoni.1 è il primo condottiero a uccidere tutti gli abitanti di una città, bambini compresi, per punirli di avergli resistito (Mosè, almeno, dopo aver conquistato la città di Madian, risparmia le femmine vergini). Questo è il pianeta del male!!! Per secoli i Romani si divertono a vedere i prigionieri di guerra scannarsi tra di loro nei circhi. In un solo mese l'imperatore Diocleziano fa ammazzare tra di loro 40 mila uomini nel Colosseo, più di mille al giorno, mentre una folla esaltata beve vino misto a miele e piombo, fuma oppio, fa affari e si accoppia con prostitute e prostituiti per lo più preadolescenti. Il tanfo del sangue e delle interiora squarciate non li infastidisce e in parte è coperto dal lezzo di vomito, visto che i romani, pur di continuare a ingozzarsi di cibo e liquori, hanno escogitato l'espediente di infilarsi due dita in gola per vomitare il pasto appena ingerito. Questa era la civiltà dei Romani: predoni sanguinari e inumani, il loro unico valore era la forza e la sopraffazione giocata con ogni mezzo. La corruzione e il sopruso allucinante erano legge. Il Cristianesimo era stato crudelmente vessato e aveva sofferto per più di un secolo persecuzioni inaudite dal potere imperiale. I cristiani venivano trascinati nelle arene e lì massacrati fra i lazzi e gli sghignazzi di una folla di appassionati del genocidio ludico. Poi, quasi improvvisamente, i persecutori diventano paladini della Chiesa. Religione di Stato. Teologia, ritualità, interpretazione del Vangelo venivano finemente trasformati e adattati al linguaggio e al pensiero del potere romano. Il Cristianesimo non redime chi aveva martirizzato i primi cristiani, si limita a diventarne servitore. Le storie sulle conversioni degli imperatori sono quasi sempre frottole oscene e colossali. Costantino è colui che adotta il Cristianesimo come culto ufficiale dell'Impero. Per dire che tipo fosse, basti ricordare che fece uccidere il proprio figlio, la moglie, il suocero e il cognato. La leggenda vuole addirittura che Gesù gli fosse apparso di persona promettendo la vittoria in battaglia in cambio dell'adozione del culto cristiano come religione unica del "mondo civile" e dell'acquisizione del simbolo della croce da levarsi trionfante in battaglia. Naturalmente non tutti i seguaci di Gesù si ritrovarono d'accordo con questo patto che implicava una vera e propria abiura dei fondamentali valori cristiani. E così il primo gesto cristiano di Costantino è quello di perseguitare tutti i cristiani che pretendono di seguire il Vangelo alla lettera e che quindi, forzatamente, si ritrovano in conflitto con i devoti del potere. Ne fa uccidere non si sa quanti, altri finiscono in esilio, spogliati di ogni avere, altri sono fatti schiavi. E i primi secoli di cristianesimo sono segnati da continue lotte contro i cristiani che non accettano aggiustamenti e chiose nei dettami del Figlio di Dio. A queste si intrecciano lotte per la spartizione del potere tra papi e imperatori, papi e antipapi, papi e vescovi, vescovi e vescovi, in un susseguirsi di congiure scismi e lotte senza esclusione di colpi. Credo che non sia possibile raccogliere tutti gli eventi sanguinosi che sconquassarono l'Europa prima e il mondo poi, che scaturiscono dalle lotte di potere nelle quali la Chiesa si schierò virilmente tra le forze combattenti. Milioni di piccole congiure, guerricciole e soprusi che in gran parte nessuno ha mai raccontato. In questo libro ci limitiamo a citare gli eventi più macroscopici ma ci affidiamo alla fantasia del lettore per completare il quadro della situazione della fede in quei tempi. Erano tempi nei quali la parola "brutalità" aveva un senso terribilmente incisivo. Uccidere, rubare, umiliare, mentire per aumentare il proprio potere era il primo comandamento che una parte consistente della popolazione seguiva con fanatica devozione. E, ovviamente, i massimi livelli di ferocia si raggiungono quando si deve soffocare la rinascita delle idee originarie di Gesù. Esse non hanno mai cessato di risvegliare le genti alla dignità e alla celebrazione del valore collettivo dell'amore cristiano. A testimonianza di questo straordinario, magico potere della parola di Gesù, per secoli dal suo insegnamento, scaturiscono incredibili utopie sociali, comunitarie, che funzionano benissimo fino a che non arrivano i soldati del papa e dell'imperatore, eccezionalmente riunificati, per massacrare i cristiani che vivono nella pace, nell'amore, in comunità senza capi e senza tasse.



Dopo secoli di depravazione totale assoluta
si vede uno spiraglio



Succede che dopo secoli di schiavitù romana la malvagità e gli orrori di quella società infernale portano al crollo di ogni valore. Tutti lottano contro tutti, non c'è più alleanza possibile, in orge di sangue e di sesso, in un livello di violenza, alcolismo e sadismo incredibile. I potenti per secoli hanno delapidato ricchezze inaudite maltrattando in ogni modo i deboli, usando ogni tipo di corruzione e inganno. Gente che aveva a disposizione schiave e schiavi di ogni età per far di loro qualsiasi cosa, anche soltanto ucciderli per noia. Hanno prodotto la propria progressiva depravazione mentale e spirituale. La violenza è anche un danno per chi la compie: uccide la sensibilità e il contatto con la parte sottile, felice, amorosa della vita. A Roma vivevano esseri umani che avevano bruciato in un parossismo maniacale ogni sensibilità umana, ogni fiducia nell'amore. Essi vivevano un trauma in grado di annichilire le coscienze e marchiavano a fuoco questo dolore nei loro figli picchiandoli continuamente e violentandoli nel loro bisogno di amore e di tenerezze. Mostri, figli di mostri. Una cultura di morte e sopraffazione si incide nei comportamenti, nel linguaggio, nelle modalità stesse del pensiero di quegli uomini. Si respira un'aria terribile, a Roma. A Roma nessuno si può più fidare di nessuno. Alla fine, dopo secoli, la malattia giunge al culmine. La cultura romana è marcia. Non ci sono più regole. L'imperatore può nominare senatore il suo cavallo o violentare sua madre. Che importa? Dopo secoli di follia la società impazzisce totalmente e il contagio colpisce chi respiri l'aria della città. E l'Impero si scioglie rapidamente in una guerra civile totale dove tutti sono contro tutti. E i "Barbari" ai confini, forti dei loro valori e della loro compattezza sociale, arrivano a ondate ma rapidamente sono coinvolti dalla febbre del tradimento e della sfiducia. E nessun impero resiste a lungo. Poi, nel macello degli scontri religiosi e politici, amplificati dalle invasioni "barbariche", succede spesso che un re tradito dai suoi e abbandonato dai mercenari ricorra ai contadini offrendo loro la libertà e la proprietà delle terre e ottenendo in cambio eserciti invincibili. Questo coinvolgimento dei contadini nella politica, l'esplosione dell'artigianato, delle manifatture, della cultura dei mestieri e la professionalizzazione di strati contadini (grazie alle nuove tecnologie adottate) porta il popolo a maturare un'idea più dignitosa di sé e un senso della giustizia più profondo. Così verso l'anno mille questa nuova forma di concepire e vivere il mondo si salda con quel che resta delle idee del Cristianesimo primitivo. Si sviluppa un movimento che unisce, all'ideale del ritorno al cristianesimo puro, l'intento di organizzare una società senza re, generali e schiavitù. Sostanzialmente il popolo dei minori si è reso conto del macchiavello e delle menzogne sul quale posa il potere sacrato e benedetto dei nobili padroni, sorretti dall'immancabile clero. Inoltre ha scoperto che i potenti, anche come guerrieri professionisti, non valgono poi questo gran che dal momento che essi, artigiani e contadini, riuniti nel Comune, armati di lunghe picche e ben allenati riescono ad abbatterli più volte come fantocci.

Pius Augustus
00lunedì 12 dicembre 2005 17:57
Pio XII ,all'occasione dell'invasione della russia da parte della Wermacht benedì la crociata contro il comunismo...questa è la chiesa.
Comodo poi slavare cento ebrei nelle chiesette,dopo che ne hai benedetto gli assassini.Quanti morti è costata la "crociata"?
Riccardo.cuordileone
00lunedì 12 dicembre 2005 18:04
Tze Woytila e tutti i papi riformatori...

Ora non voglio fare il difensore della Chiesa, però ci tengo a precisare che le crociate non sono state un crimine, la chiesa non centra niente con lo schiavismo e il colonialismo, l'alleanza con il nazismo e la benedizione ai regimi sanguinari mi pare veramente un'esagerazione.

Per quanto rigurda l'esempio citato da Pius, la Chiesa non era certo a conoscenza del genocidio degli ebrei, è ovvio che politicamente appoggiava una guerra contro il comunismo.

Inoltre bisogna fare differenza tra ciò che realmente fece la Chiesa e ciò che fecero gli uomini sfruttando la religione, vedi l'uccisione degli indios.
Pius Augustus
00lunedì 12 dicembre 2005 18:16
Re:

Scritto da: Riccardo.cuordileone 12/12/2005 18.04
Tze Woytila e tutti i papi riformatori...

Ora non voglio fare il difensore della Chiesa, però ci tengo a precisare che le crociate non sono state un crimine, la chiesa non centra niente con lo schiavismo e il colonialismo, l'alleanza con il nazismo e la benedizione ai regimi sanguinari mi pare veramente un'esagerazione.

Per quanto rigurda l'esempio citato da Pius, la Chiesa non era certo a conoscenza del genocidio degli ebrei, è ovvio che politicamente appoggiava una guerra contro il comunismo.

Inoltre bisogna fare differenza tra ciò che realmente fece la Chiesa e ciò che fecero gli uomini sfruttando la religione, vedi l'uccisione degli indios.



Spiegami perchè la chiesa giudicava immorale il comunismo ma non il nazismo che era un miscela di paganesimo e razziamo estremo.Comunque degli ebrei sapevano abbastanza,del genocidio no,poichè non c'era ancora stato, ma dei campi di concentamento e della segregazione si.
E non dissero nulla.
Sulle crociate sono daccordo con te,erano solo un conlitto di potenza come tanti altri,criminalizzarle è stupido,come pue beatificarle.
Riccardo.cuordileone
00lunedì 12 dicembre 2005 18:22
Re:

Scritto da: Pius Augustus 12/12/2005 18.16
Spiegami perchè la chiesa giudicava immorale il comunismo ma non il nazismo che era un miscela di paganesimo e razziamo estremo.Comunque degli ebrei sapevano abbastanza...


Perchè il comunismo era antireligioso, i cristiani venivano perseguitati, le chiese venivano chiuse e i preti arrestati o addirittura uccisi. Il nazismo invece pur ponendo la religione in secondo piano non l'attaccava, anzi in molti motti nazisti viene nominato Dio e le chiese e i preti venivano lasciati in pace.
Per quanto rigurda gli ebrei non so quanto sapessero, noi adesso siamo a conoscenza di tutta la storia, ma allora chissà, certamente per le leggi razziali e la distruzione delle Sinagoghe, essendo gli ebrei diretti concorrenti, la Chiesa sarà stata contenta.
Pius Augustus
00lunedì 12 dicembre 2005 18:25
Re: Re:

Scritto da: Riccardo.cuordileone 12/12/2005 18.22

Perchè il comunismo era antireligioso, i cristiani venivano perseguitati, le chiese venivano chiuse e i preti arrestati o addirittura uccisi. Il nazismo invece pur ponendo la religione in secondo piano non l'attaccava, anzi in molti motti nazisti viene nominato Dio e le chiese e i preti venivano lasciati in pace.
Per quanto rigurda gli ebrei non so quanto sapessero, noi adesso siamo a conoscenza di tutta la storia, ma allora chissà, certamente per le leggi razziali e la distruzione delle Sinagoghe, essendo gli ebrei diretti concorrenti, la Chiesa sarà stata contenta.



Concordo;e tu concorderai con me che ciò è spregevole.
Riccardo.cuordileone
00lunedì 12 dicembre 2005 18:29
Re:

Scritto da: Pius Augustus 12/12/2005 18.25
Concordo;e tu concorderai con me che ciò è spregevole.


Guarda io ho un mio modo di vedere le cose, ossia non condanno la Chiesa, perchè dal suo punto di vista mi sarei comportato alla stessa maniera; dal mio punto di vista però credo che sia inaccettabile la sua presa di posizione, capisco l'appoggio per la campagna di russia, però addirittura le lodi al nazismo e quel silenzio verso gli ebrei mi pare ingiusto.
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