I Manoscritti del Mar Morto (Qumran)

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Claudio Cava
00venerdì 8 aprile 2005 02:29

Manoscritti del Mar Morto

Con la locuzione manoscritti del Mar Morto, detti anche manoscritti di Qumran, ci si riferisce a quella che è stata definita come la più importante scoperta archeologica del XX secolo; l’espressione allude ai rotoli e ai frammenti trovati in undici grotte nell’area di Qumran.

La località

Sulla sponda nord-occidentale del Mar Morto, 12 Km. a sud di Gerico, si incontrano delle rovine isolate che gli arabi chiamano Khirbet Qumran (dall’arabo khirbeh, rudere di pietra).

Il terreno su cui sorge il Khirbet Qumran è costituito da una terrazza marnosa che si stende tra il ripido versante roccioso di una montagna del deserto di Giuda e il dirupo che sovrasta il Mar Morto. Il fatto che la zona si trovi a 400 m. sotto il livello del Mediterraneo, e che sia incassata tra catene di montagne, rende il clima pesante in tutte le stagioni per l’afa, il gran caldo e l’aria immobile, carica di un’alta percentuale di umidità dovuta alla rapida evaporazione delle acque del lago.

La scoperta

In un’epoca non precisata, ma quasi certamente l’aprile del 1947, un giovane pastore beduino di nome Muhammad ed-Dib (Maometto il lupo), appartenente alla tribù ta’amireh, scoprì casualmente quella che oggi è chiamata grotta 1, posta a circa 1 Km. a nord di Qumran. I dettagli della scoperta sono materia di pettegolezzo, ma sembra che Muhammad abbia scoperto la grotta inseguendo una capra che si era staccata dal suo gregge. Il giorno dopo ritornò con un compagno e si arrampicò nella grotta scoprendo una serie di giare di terracotta, tutte più o meno cilindriche e munite di coperchio, nelle quali erano stati deposti dei rotoli avvolti nel lino.

Alcuni mesi dopo quell’inattesa scoperta, i beduini si recarono al mercato di Betlemme da un mercante cristiano di nome Khalil Iskander Shahin, che prese in consegna i rotoli in cambio di pochi spiccioli. Khalil, che era membro della chiesa siro-giacobita, portò i rotoli a Gerusalemme dal suo superiore religioso, il metropolita Mar Athanasius Yeshue Samuel, che li acquistò per 97,20 dollari. Athanasius, avendo intuito l’importanza dei documenti, riuscì a scoprire la posizione della grotta che fu oggetto di un provvisorio sopralluogo.

Alla fine del 1947 altri tre rotoli furono acquistati per vie analoghe da un archeologo dell’università ebraica di Gerusalemme, il professor Eliezer Lipa Sukenik, che si rese immediatamente conto dell’autenticità e dell’antichità dei testi. Il 29 novembre Sukenik si recò a Betlemme presso il mercante al quale i beduini si erano rivolti originariamente, dove esaminò le giare provenienti dalla grotta e altri materiali manoscritti che acquistò in blocco.

Gli scavi

Alla fine del 1951 gli studiosi cominciarono ad interessarsi a tutta l’area attorno alla grotta in cui furono rinvenuti i manoscritti. Ulteriori campagne di ricerca e di scavi portarono, alla fine di marzo del 1956, alla scoperta di altre dieci grotte contenenti manoscritti e resti di vario genere.

Il totale di tutti i documenti frammentari ritrovati è di circa 900. In origine, nelle grotte vi erano circa 1000 documenti; una parte dei rotoli è stata scoperta e portata via già nell’antichità e nel medioevo. Altri rotoli sono marciti nel corso di circa due millenni senza lasciare tracce o sono stati trasformati dall’umidità in solidi blocchi impossibili da sciogliere. Inoltre, di rotoli originariamente molto grandi, sono rimasti nella maggior parte dei casi, solo pochi frammenti. Non di rado i frammenti sono così piccoli che non è stata possibile neppure l’identificazione dell’opera di provenienza.

I manoscritti
Numerazione

Le singole grotte sono state enumerate da 1 a 11 nell’ordine della loro scoperta e contrassegnate con la lettera Q (Qumran), per distinguere i manoscritti ivi rinvenuti da quelli trovati altrove. Queste indicazioni di provenienza sono sempre seguite da una designazione relativa al contenuto del manoscritto, per lo più con le abbreviazioni abitualmente in uso nelle pubblicazioni scientifiche. Le sigle che identificano i manoscritti di Qumran, si presentano quindi in una forma che può essere, ad esempio, 1QIs in riferimento al rotolo con il testo del libro biblico di Isaia, scoperto nella grotta 1 del complesso di Qumran.

Nel caso in cui diversi manoscritti di una determinata opera provengano dalla stessa grotta, si usano per distinguerli, delle lettere collocate in posizione di apice. Così, ad esempio, i due rotoli di Isaia rinvenuti nella prima grotta vengono indicati con 1QIsª e 1QIsb

Lingua

La grande maggioranza dei testi di Qumran è scritta in lingua ebraica, ma un considerevole numero di essi è stato redatto in aramaico, una lingua strettamente connessa con l’ebraico e usata dalla maggioranza dagli ebrei di Palestina negli ultimi due secoli AC e nei primi secoli DC. Ci sono anche pochi testi dell’Antico Testamento in greco, trovati nelle grotte 4 e 7.

Datazione

La datazione dei manoscritti è stata effettuata principalmente con il metodo paleografico, ossia attraverso l’individuazione della forma e dello stile (variabile nel corso dei secoli) con cui gli scribi hanno redatto i testi. Alcuni manoscritti sono stati datati con il metodo della spettrometria di massa e del radiocarbonio. Sono stati distinti tre periodi paleografici per i rotoli: arcaico (250 – 150 AC), asmoneo (150 – 30 AC) ed erodiano (30 AC – 68/70 DC). La datazione con la spettrometria di massa ha comunque fornito alcuni termini di gran lunga anteriori: 4Q534 (388 – 353 AC), 4Q365 (339 – 324 AC).

La comunità

Esistono evidenti somiglianze tra i dettagli citati da antichi scrittori come Giuseppe Flavio, Plinio il Vecchio, Filone Alessandrino, riguardo gli Esseni, e i manoscritti del Mar Morto. In effetti, l’identificazione della comunità di Qumran con gli Esseni è oggi l’opnione della maggioranza degli studiosi che hanno studiato i manoscritti, tra i quali si possono citare: Sukenik, Dupont-Sommer, Yadin, Vermes, Milik, Cross, Soggin, Fitzmyer, Stegemann, Martinez, Moraldi, Riesner.

Il contenuto
I manoscritti più importanti sono:

1QIsa - questo testo, datato paleograficamente al 125 – 100 AC e con il radiocarbonio al 202 – 107 AC, contiene tutti i 66 capitoli del libro di Isaia; è scritto su 54 colonne di varia larghezza, su 17 pezzi di pelle di pecora cuciti insieme a formare un rotolo di 7,35 m di lunghezza per 30 cm di altezza. Questo rotolo rende testimonianza della fedeltà con cui il libro di Isaia è stato copiato nei secoli dagli scribi ebrei, poiché 1QIsa è sostanzialmente identico al testo masoretico, di mille anni posteriore.
1QS - Il serek hayyahad, più comunemente chiamato "Regola della comunità" o "Il Manuale di disciplina", datato al 100 – 75 AC. Questa è la copia di un regolamento comunitario scritto in calligrafia asmonea e contiene undici colonne di uno scritto settario ebraico. Il Manuale di disciplina ha un’introduzione che fissa lo scopo e il fine della comunità insediata a Qumran, descrive poi il rito d’ingresso nell’alleanza della comunità, i principi teologici settari, come ad esempio la dottrina dei due spiriti, il codice penale, il testo di un inno di lode al Creatore. Il testo è chiaramente composito ed ha subito revisioni a varie riprese, riscontrabili nei diversi livelli di composizione.
1QM - Il milhamah, anche detto "Regola della guerra", scritto in calligrafia erodiana.
Composto verso la fine del I secolo AC, è un libro di istruzioni per una guerra escatologica di quarant’anni che la comunità di Qumran, chiamata "i figli della luce", pensava di intraprendere insieme a Dio e ai suoi angeli, contro i suoi nemici, "i figli delle tenebre", alla fine dei tempi. Inizia con una generica descrizione della guerra a venire, il massacro finale e la distruzione dei figli delle tenebre. Più in dettaglio detta regole circa le trombe, gli stendardi e gli scudi da usare nella lotta e descrive l’ordine di battaglia della fanteria e le sue armi.

1QH - Gli hodayot, ossia gli "Inni di ringraziamento", così chiamati perché molti degli inni iniziano con le parole odeka adonay, "ti ringrazio o Signore". Questa copia è scritta in calligrafia erodiana, datata paleograficamente al 50 AC – 68 DC, e raccoglie almeno 25 salmi o inni rassomiglianti ai salmi canonici, che tendono ad imitare.
3Q15 - Il rotolo di rame. Nella grotta 3 sono state trovate due sezioni di un testo inciso su una piastra di rame, datato verso il 100 DC. È l’unico documento scritto su un materiale diverso dal cuoio o dal papiro. Quando è stato trovato, il rotolo era talmente ossidato che è stato impossibile srotolarlo; per poterne leggere il contenuto è stato necessario tagliarlo in strisce verticali. Negli studi qumranici questo testo rappresenta una specie di enigma, perché nessuno sa che cosa rappresenti o che cosa l’autore volesse dire. Il contenuto è formato da dodici colonne di testo che elencano una lista di sessantaquattro località della Palestina in cui si ritiene che siano nascosti dei tesori in metallo e altri materiali preziosi. Il prof. J.M. Allegro, credendo che la lista parlasse di un reale tesoro sepolto, diresse una campagna di scavi nel 1962 in alcuni dei siti facilmente identificabili nel testo, ma non trovò nulla.
11QTemple - Il rotolo del tempio, datato con il radiocarbonio al 97 AC – 1 DC, è un testo ebraico più lungo del libro di Isaia, conservato in 66 colonne e scritto in calligrafia erodiana. Questo testo sembra aver rappresentato, per la comunità di Qumran, una seconda Torah: esso non solo cita molte norme del Pentateuco, ma spesso le affina e le riformula in modo da renderle più stringenti e rigorose. Le sue esigenze di purificazione cultuale, in particolare, sono molto rigide. L’inizio frammentario del rotolo contiene alcune parole che richiamano la seconda alleanza stipulata sul monte Sinai (Es 34). Segue una lunga sezione che riguarda il tempio, con le relative feste e i sacrifici. Il tempio che viene descritto qui, non corrisponde a nessuno dei santuari storici d’Israele: era pensato come modello di un nuovo tempio che si sarebbe costruito in futuro, quando i giusti sarebbero riusciti a prevalere


Tratto da wikipedia



demon'sdesire
00domenica 10 aprile 2005 16:45
scusate, ma come mai a questi testi viene data una tale rilevanza a carattere esoterico?
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