FAZIO: LE DOMANDE

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INES TABUSSO
00venerdì 26 agosto 2005 00:31

CICR = COMITATO INTERMINISTERIALE PER IL CREDITO ED IL RISPARMIO

IL SOLE 24 ORE
24/8/2005

scalate bancarie
Cinque dubbi sul tavolo del Cicr
Ecco le domande che i ministri faranno al Governatore
di Isabella Bufacchi


1 - La scalata e la stabilità
Il Governatore ha esercitato il suo potere di vigilanza sulla scalata di
Fiorani all'Antonveneta guardando alla stabilità del sistema e alla sana
e prudente gestione della banca vigilata?
Il Tub attribuisce alla Banca d'Italia la competenza sulla stabilità complessiva
del sistema bancario e il potere di vigilanza « avendo riguardo alla sana
e prudente gestione dei soggetti vigilati » .
È all'interno di questa cornice che il Governatore dovrà spiegare al Cicr
le autorizzazioni concesse alla ex Popolare di Lodi per acquisire il controllo
di una banca molto più grande, tre volte la sua capitalizzazione. Una contro
Opa che, almeno fino alla sospensione, ha messo fuorigioco il colosso olandese
Abn Amro: pur sollevando più di una perplessità in Italia e all'estero. Una
scalata, quella di Gianpiero Fiorani, sulla quale la Banca d'Italia, dopo
la Consob, ha innestato la retromarcia.
A via Nazionale era ben chiaro che l'operazione Bpi, per andare in porto,
avrebbe avuto bisogno di massicci interventi di rafforzamento patrimoniale
da realizzarsi in tempi brevi. E che la Bpi sarebbe dovuta passare attraverso
sforamenti temporanei dei requisiti sui ratios patrimoniali ( scesi ben sotto
l' 8%, la quantità di capitale minima richiesta a una banca a fronte degli
impieghi).
Tutto in regola, dunque, fino a quando la magistratura non ha fatto precipitare
la situazione.
I Pm milanesi hanno denunciato la « pirateria finanziaria » dell'ad della
Bpi, Gianpiero Fiorani, e dei suoi alleati. Sono così emersi dettagli inquietanti
sul castello di operazioni oscure, fuoribilancio per non dire fuorilegge,
della ex Lodi, corredate da credit default swap e total return swap. La magistratura
sta puntando il dito accusatore sull'opacità delle cessioni di quote di minoranza
di società partecipate da Bpi per 1,08 miliardi: vendite che potrebbero rivelarsi
fittizie, " a elastico", temporanee, effettuate con finanza strutturata e
veicoli ad hoc ( Sonata, Earchimede). Poi una sospetta operazione lampo:
un aumento di capitale per 1,5 miliardi di euro chiuso facendo leva esclusivamente
sulla rete. Nell'ambito del calcolo dei ratios patrimoniali post Opa, rientra
anche la revisione voluta da Bankitalia del patto parasociale del 16 maggio
stipulato da Fiorani con gli altri azionisti ( Gnutti, Lonati, Coppola) di
AntonVeneta: nel mirino le clausole di recesso e la rivendita dei pattisti
delle quote a Bpi. Lo stesso giorno del sequestro delle azioni, Via Nazionale
dirama un comunicato dai toni forti: « Nel rispetto della magistratura inquirente,
Banca d'Italia ribadisce la correttezza del suo operato e dei provvedimenti
adottati » . E a questa correttezza farà riferimento la relazione di Fazio
al Cicr di venerdì. Ma dalle investigazioni dei magistrati è emerso un rapporto
a firma di due dirigenti della Banca d'Italia, Claudio Clemente e Giovanni
La Castaldi, i quali l' 8 luglio avevano espresso parere contrario all'Opa
di Bpi su AntonVeneta. Un altro rapporto non firmato a opera della Vigilanza
denunciava forti dubbi sulla forza patrimoniale della Bpi. Anche su questo
Fazio potrebbe essere chiamato a rispondere. Secondo fonti vicine a Via Nazionale,
il Governatore potrebbe far perno sul fatto che i due dirigenti hanno applicato
i nuovi requisiti di capitalizzazione " Ias", quando invece questi criteri
contabili entrano in vigore dal primo gennaio 2006. La solidità patrimoniale
della Bpi, applicando gli Ias, cambia in quanto operazioni fuoribilancio
devono essere contabilizzate a valore di mercato (mark to market). Resta
da vedere se anticipare i criteri Ias possa rientrare nell'ottica della «
sana e prudente gestione » . Il Governatore ha accordato l'autorizzazione
all'Opa Bpi contro le indicazioni degli esperti interni della Vigilanza.
Al Cicr, il Governatore sarà chiamato a spiegare come l'ok a Fiorani abbia
contribuito a preservare la stabilità del sistema e quali sono i punti d'incontro
tra il via libera all'Opa Bpi e la vigilanza al fine della sana e prudente
gestione. Se per contro alla Banca d'Italia fosse sfuggita qualche operazione
ai limiti della legittimità, questo non implicherebbe comunque una scarsa
capacità dell'istituto nel garantire la stabilità del sistema, soprattutto
sulla scia degli scandali Parmalat e Cirio?

2 Il parere degli uffici e i consulenti esterni
Perchè Fazio è ricorso a consulenze esterne per affrontare una questione
di vigilanza bancaria, competenza di Banca d'Italia?
Un altro quesito al quale Fazio potrebbe essere chiamato a rispondere al
Cicr riguarda l'utilizzo di tre consulenze esterne a firma di illustri professori
( Agostino Gambino, FabioMerusi, Paolo Ferro Luzzi, quest'ultimo il più critico
nei confronti della solidità della banca di Fiorani), in aiuto al Governatore
proprio sul disco verde all'Opa Bpi. Il Governatore non si è fidato delle
sole valutazioni critiche e delle perplessità espresse dall'ufficio di Vigilanza
della Banca. Questo farebbe intendere che le professionalità di Palazzo Koch
non sono adeguate. Stando a fonti vicine a Via Nazionale, il Governatore
potrebbe rispondere che la Banca d'Italia fa solitamente ricorso a consulenze
esterne: è una prassi consolidata. Il tipo di consulenti dall'esterno utilizzato
da Via Nazionale, però, almeno fino all'arrivo di Fazio pare riguardasse
quesiti di natura legale, come i disegni di legge.

3 Opa, contro Opa e tutela dell'italianità
Il Governatore ha favorito gli scalatori italiani a spese di Abn Amro e Bbva
pur di difendere l'italianità del sistema bancario?
La difesa dell'italianità del sistema bancario non rientra nelle competenze
affidate alla Banca d'Italia dal Tub: per il Governatore potrebbe rappresentare
comunque un obiettivo sottinteso o concordato con il Governo, un mezzo per
preservare la stabilità del sistema. Le critiche che sono fioccate sul Governatore
ultimamente hanno lamentato un suo presunto favoreggiamento delle contro
Opa italiane per bloccare le Opa straniere. Abn Amro, nel suo ricorso al
Tar, denuncia seccamente una disparità di trattamento: i tempi del disco
verde al colosso olandese sul raggiungimento di certe soglie di capitale
Antonveneta sarebbero stati molto più lunghi rispetto a quelli accordati
da Bankitalia a Fiorani.
Il Tar, accogliendo la tesi difensiva di Via Nazionale, ha sostenuto che
le due richieste di autorizzazione non erano identiche quindi i tempi di
approvazione non sono confrontabili: gli olandesi miravano esplicitamente
al controllo di Antonveneta, Fiorani chiedeva il mero raggiungimento di soglie.
Il Governatore dovrà spiegare allora se chi dice il vero all'autorità di
vigilanza rischia di essere penalizzato rispetto a chi nasconde, almeno proceduralmente,
i suoi veri fini. La presunta imparzialità di Fazio riguarderebbe anche l'Opa
su Bnl: c'è chi ha insinuato che il Governatore ha seguito molto più da vicino
l'Unipol mentre gli spagnoli della Bbva avrebbero avuto scarsissime possibilità
di dialogo con Via Nazionale. L'imparzialità fa parte o non fa parte del
codice di condotta del Governatore della Banca d'Italia? Il Governatore è
un arbitro oppure un regista con pieni poteri discrezionali? Se l'istituto
di vigilanza viene equiparato a un ufficio della pubblica amministrazione,
allora il numero uno di Palazzo Koch è tenuto a rispettare l'art. 97 della
Costituzione: « I pubblici uffici sono organizzati secondo disposizioni di
legge, in modo che siano assicurati il buon andamento e la imparzialità dell'amministrazione
» .
Non basta. L'articolo 2 del Codice di condotta adottato e sottoscritto dai
membri del Consiglio direttivo della Banca centrale europea, tra i quali
lo stesso Fazio, dispone che i membri « sono tenuti ad agire dando prova
di onestà, indipendenza, imparzialità, discrezione » .

4 Le telefonate con Fiorani e il conflitto d'interessi
Nello stretto rapporto di amicicia tra Fazio e Fiorani, emerso anche dal
tenore delle intercettazioni telefoniche, non si delinea un caso di conflitto
d'interessi?
Le intercettazioni telefoniche tra Fazio e Fiorani hanno tenuto banco questa
estate e potrebbero finire sul tavolo del Cicr del 26 agosto. Questo tipo
di documentazione acquisita dai magistrati e divulgata a mezzo stampa, spiegano
fonti vicine al Governatore, non costituisce un elemento di prova e Fazio
non ne farà menzione nella sua relazione al Comitato. Ma al di là del contenuto
delle intercettazioni, il fatto stesso che il Governatore abbia dialogato
molto amichevolmente con un banchiere coinvolto in un'Opa bancaria potrebbe
far insorgere comunque una questione di conflitto d'interessi. Il codice
di condotta Bce, al quale è soggetto Fazio in qualità di membro del Board
a Francoforte, parla chiaro all'articolo 4 comma 1: « I membri del Consiglio
direttivo evitano qualsiasi situazione che possa dar lugo a un conflitto
d'interessi.
Un conflitto d'interessi si configura allorchè i membri del consiglio direttivo
hanno un interesse privato o personale che possa influire o sembri influire
sulla loro imparzialità e obiettività nell'assolvimento dei compiti ad essi
assegnati » . Non è ancora chiaro se queste regole deontologiche si applicano
esclusivamente alle questioni di politica monetaria in ambito Uem o se devono
essere rispettate dai Governatori nel contesto delle competenze nazionali.

5 Il segreto d'ufficio e il via libera informale
Fazio ha violato le regole sul segreto d'ufficio?
È passata da 12 minuti la mezzanotte dell' 11 luglio. Fazio telefona a Fiorani
il via libera all'Opa. « Ti ho svegliato? ... Ho appena messo la firma »
, dice il Governatore.
Fiorani, chiamandolo " Tonino", risponde: « Sono commosso. Ti ringrazio.
Ti darei un bacio sulla fronte... » . Queste intercettazioni telefoniche
hanno fatto il giro del mondo, con traduzioni in lingua straniera che le
hanno rese addirittura grottesche.
Non è escluso che i ministri al Cicr intendano approfondire le implicazioni
della comunicazione di Fazio a Fiorani in anteprima, in via confidenziale
e riservata, dell'autorizzazione all'Opa. È o non è un caso di violazione
del segreto d'ufficio? L'articolo 7 del Tub stabilisce che « tutte le notizie,
le informazioni e i dati in possesso della Banca d'Italia in ragione della
sua attività di vigilanza non coperti da segreto d'ufficio ... a eccezione
del ministro del Tesoro » .
Non è detto però che divulgare la notizia di un'autorizzazione concessa con
tanto di firma rappresenti una violazione del segreto d'ufficio. Non si tratterebbe
di un « segreto » nel senso stretto della parola: autorizzazione concessa,
decisione presa, documento firmato e atto entrato in vigore. Agli atti, però,
c'è anche il segreto professionale così come definito nell'ambito del Sistema
europeo delle banche centrali: « Il rispetto del segreto professionale, di
cui all'articolo 38 dello stato del Sebc, comporta il dovere di non divulgare
informazioni riservate » . Il via libera a un'Opa, prima dell'invio della
lettera di autorizzazione, è un'informazione riservata?
24 agosto 2005


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