De Pedis: i legali, si all'apertura della tomba

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unforgiven
00martedì 1 luglio 2008 13:21




ROMA - I fratelli e la vedova di Enrico De Pedis, il boss della Banda della Magliana ucciso nel gennaio 1990, hanno fatto sapere oggi ai magistrati che indagano sulla scomparsa di Emanuela Orlandi che non c'é alcuna loro contrarietà a far ispezionare la tomba del loro congiunto, sepolto nella basilica di Sant'Apollinare, nel centro di Roma.

"Non ne possiamo più di tutte le chiacchere di questi giorni" hanno fatto riferire al pm Andrea De Gasperis tramite gli avvocati Maurilio Prioreschi e Lorenzo Radogna e che sono favorevoli all'apertura del sepolcro se non altro per fugare tutti i sospetti nati dopo una telefonata arrivata anni fa alla trasmissione "Chi l'ha visto" nel corso della quale una voce anonima diceva, se si voleva far luce sul caso Orlandi, di "andare a vedere dentro la tomba di De Pedis".

Il pm De Gasperis, titolare degli accertamenti insieme con i colleghi Simona Maisto e Roberto Staffa, sta valutando in questi giorni se sia il caso o meno di rivolgersi al Vaticano, al quale compete decidere, per chiedere di aprire la tomba. Gli stessi familiari di "Renatino" hanno ribadito che una volta eseguita l'eventuale ispezione, è loro intenzione procedere alla cremazione dei resti. Intanto i familiari di De Pedis si accingono a querelare Sabrina Minardi, la supertestimone che ha chiamato in causa De Pedis, del quale è stata amante, attribuendogli la responsabilità del sequestro e dell'omicidio di Emanuela Orlandi. La donna, cocainomane, ha raccontato che il cadavere della ragazza e quello di Domenico Nicitra furono gettati da "Renatino" in una betoniera a Torvaianica.

Il racconto contiene l'incongruenza rappresentata dal fatto che Nicitra, figlio di un pentito, scomparve nel 1993, tre anni dopo la morte di De Pedis, ma al di là di questo gli inquirenti sono convinti che nella versione della supertestimone ci siano degli aspetti di verosimiglianza. A proposito di inquirenti, il gruppo di lavoro che si occupa della scomparsa di Emanuela dovrà fare a meno da domani di Italo Ormanni, il procuratore aggiunto nominato capo del Dipartimento Affari Giustizia del ministero di via Arenula. Oggi c'é stato il passaggio di consegne. Da domani sarà direttamente il procuratore della repubblica Giovanni Ferrara a coordinare le indagini.




Il fatto che uno dei boss della banda della Magliana sia sepolto in una basilica tra le spoglie di alti prelati è davvero inquietante.
Che il Vaticano fosse coinvolto in vicende sconvenienti era noto ma questa è un'ombra davvero difficile da giustificare.
Onoreromano
00lunedì 7 luglio 2008 09:37

Non dovrebbero solo aprirla, ma rimuoverla...
pollicinonelbosco
00lunedì 7 luglio 2008 21:07
Re:
unforgiven, 01/07/2008 13.21:





ROMA - I fratelli e la vedova di Enrico De Pedis, il boss della Banda della Magliana ucciso nel gennaio 1990, hanno fatto sapere oggi ai magistrati che indagano sulla scomparsa di Emanuela Orlandi che non c'é alcuna loro contrarietà a far ispezionare la tomba del loro congiunto, sepolto nella basilica di Sant'Apollinare, nel centro di Roma.

"Non ne possiamo più di tutte le chiacchere di questi giorni" hanno fatto riferire al pm Andrea De Gasperis tramite gli avvocati Maurilio Prioreschi e Lorenzo Radogna e che sono favorevoli all'apertura del sepolcro se non altro per fugare tutti i sospetti nati dopo una telefonata arrivata anni fa alla trasmissione "Chi l'ha visto" nel corso della quale una voce anonima diceva, se si voleva far luce sul caso Orlandi, di "andare a vedere dentro la tomba di De Pedis".

Il pm De Gasperis, titolare degli accertamenti insieme con i colleghi Simona Maisto e Roberto Staffa, sta valutando in questi giorni se sia il caso o meno di rivolgersi al Vaticano, al quale compete decidere, per chiedere di aprire la tomba. Gli stessi familiari di "Renatino" hanno ribadito che una volta eseguita l'eventuale ispezione, è loro intenzione procedere alla cremazione dei resti. Intanto i familiari di De Pedis si accingono a querelare Sabrina Minardi, la supertestimone che ha chiamato in causa De Pedis, del quale è stata amante, attribuendogli la responsabilità del sequestro e dell'omicidio di Emanuela Orlandi. La donna, cocainomane, ha raccontato che il cadavere della ragazza e quello di Domenico Nicitra furono gettati da "Renatino" in una betoniera a Torvaianica.

Il racconto contiene l'incongruenza rappresentata dal fatto che Nicitra, figlio di un pentito, scomparve nel 1993, tre anni dopo la morte di De Pedis, ma al di là di questo gli inquirenti sono convinti che nella versione della supertestimone ci siano degli aspetti di verosimiglianza. A proposito di inquirenti, il gruppo di lavoro che si occupa della scomparsa di Emanuela dovrà fare a meno da domani di Italo Ormanni, il procuratore aggiunto nominato capo del Dipartimento Affari Giustizia del ministero di via Arenula. Oggi c'é stato il passaggio di consegne. Da domani sarà direttamente il procuratore della repubblica Giovanni Ferrara a coordinare le indagini.




Il fatto che uno dei boss della banda della Magliana sia sepolto in una basilica tra le spoglie di alti prelati è davvero inquietante.
Che il Vaticano fosse coinvolto in vicende sconvenienti era noto ma questa è un'ombra davvero difficile da giustificare.





il vaticano è coinvolto in quasi tutte le peggiori porcate della storia italiana degli ultimi 70 anni.
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