Anemonephobia (magari sapessi cosa significa)

Anemonephobia
00domenica 6 maggio 2007 21:06
è la verità: non so da dove provenga il mio nick. L'ho composto utilizzando parole ("anemone" e "phobia") che mi sembrava avessero un bel suono, che fossero "vincenti", il risultato, poi, non so dirvi qual'è. Ad ogni modo posso parlare più chiaramente (ma non molto) riguardo il mio stile poetico, tutt'altro che refrattario a cambiamenti, ripensamenti e influenze varie... Ho cominciato con uno stile che rasentava l'iperrealismo, estremamente cupo e depresso (ma questa è quasi una costante nella mia scrittura) per andare poi sfumando verso uno stile che faceva grande uso di immagini surreali e minacciose, sfruttando all'inverosimile la ripetizione e i cambi improvvisi di situazione ma sempre con un linguaggio abbastanza essenziale. Lentamente ho abbandonato questo stile per approdare a qualcosa di più lieve e dolce, meno surreale e violento, ma ugualmente semplice nel linguaggio. è lo stile che attualmente adotto pur sentendomi non poco attratto da stili poetici che fanno uso di metafore e immagini oscure e sconcertanti. Vi propongo qui alcune mie poesie, partendo da quelle più "vecchie":

La prigione di gomma

Perchè non mi metti giù?
Potrei spegnere
il tuo sole al neon
Hai sempre una chiave in più
Potrei usare
qualche spruzzo di freon
Certo che conosco la tua famiglia
Certo che sono un romanticone
Certo che mi piace il thè
Che mi piace il thè
Il thè

Perchè non mi metti giù?
Potrei diventare
parte dell'arredamento
Vuoi forse un motivo in più
Potrei riposare
tra le stelle del firmamento
Tra un'ora sarò rosso
Tra due ore sarò blu
Tra un giorno sarò bianco
Tra un mese sarò nero
Certo che sei una bella ragazza
Certo che sei un giorno d'estate
Certo che hai l'accento francese
Ma tutto quello che sale
deve scendere

Coesione

Non chiedermi se sono stanco
Forse potrei
Guardare il diavolo in faccia
Se solo non fossi così bianco
E vorrei
Diventare una specie di macchia
Alcuni numeri non risponderanno
Cosa direi
Alle nuvole che bruciano
Tutto quello che scriveranno
Scapperei
Dove loro non guardano

Cercheranno d'imitare
Quello che c'è oltre i tuoi occhi
Incollato ad una foto del nulla
Dove risplendi tu
Ma non potranno
Non ci riusciranno mai

Non ti chiederò come ti senti
Perchè
Ho sfogliato troppi dizionari
Ogni volta che ti presenti
Con me
Come protagonisti e comprimari
Alcuni pianeti non esploderanno
E vorrei
Mangiare foglie sconosciute
Lo farei
Ma tutti quanti sceglieranno
Una voce più altisonante

Cercheranno di copiare
Il flusso del tuo sangue
Perchè non conoscono
La forza di due occhi azzurri
E non potranno
Non lo impareranno mai

Il volo

Lei mi accarezza
Mi porta verso il cuore
La sua destrezza
Forte come il liquore
è dentro di me
Si scioglie nel mio sangue
Lontano da me
Riposa lieve nelle acque

Devo essere riconoscente
Devo essere riconoscente
Riconoscente
Riconoscente

Lei mi avvolge
Nel manto della lucidità
Mi sconvolge
Con la sua frigidità
è dentro di me
Ma non parlo mai
è tutta per me
Ma non la spoglio mai

Devo essere riconoscente
Devo essere riconoscente
Riconoscente
Riconoscente

Ma sono solo un cavallo di Troia
E sputo sulle sue labbra di zucchero
Sono solo un pesce in salamoia
Che fissa gelido gli occhi del Cerbero

Rimarrò fermo ad ascoltare
I tuoi discorsi elettorali
Perchè non ho niente da fare
Oltre spegnere i fanali

Dimentico facilmente
Sarò riconoscente
Dimentichi facilmente
Sarò riconoscente

Altre, invece, appena più recenti e decisamente distanti da questo stile:

Sulla spiaggia deserta, guardando la luna

Il cielo è la mia tela,
ogni verso una sfumatura
che riempie l'immenso paesaggio
su cui spargi la tua luce

è lei il mio canto,
quel candore che illumina
l'oscura purezza della notte
che mormora sulla mia testa

Sei tu come conchiglia
che approdi sulla mia spiaggia
portandomi il fruscio del mare
da un pianeta solitario

E di questo dono
ti sarò eternamente grato
finchè argentea brillerai
e dipingerai la traiettoria
del mio triste pennello

Come fiori sulla sabbia

Uno, due, tre...
Quanti ne avrò piantati
con queste mani ferite
dalle crudeli spine
di passate primavere?

Eppure sono qui
In questo deserto infinito
come tante piaghe aperte
sul corpo tremolante
di un bambino

Fiori bagnati
Appassiti, forse ancora vivi
esalano amari respiri
nell'autunno desolato
che li avvolge

Per ogni fiore
c'è un amore
Quanti ne avrò piantati
sulla sabbia?

Altre, recentissime:

L'ossessione del viaggiatore

Vorrei che la strada
mi portasse ovunque
mentre le nuvole
scorrono via
dolci ed eterne.

Vorrei respirare
come se compiessi
un atto di magia,
come se scoprissi
un nuovo pianeta
nel luccichio
del firmamento.

Divenire essenza
tra i profumi,
sfumatura
tra i colori,
brandello di frase
tra le lingue.

Le mie scarpe
calpesteranno il suolo
ancora ignoto.
è un giuramento,
non una promessa.

Aspettando l'arcobaleno

Lontano dal frastuono
delle voci,
bruciando le ore
con gli occhi spenti
(la mente inchiodata
da flebili pensieri)
resto solo a guardare
la grigia compostezza
del cielo senza uccelli
aspettando l'arcobaleno.

A voi i giudizi [SM=g27811]

dueanime
00martedì 8 maggio 2007 07:57
Per me

il tuo primo stile era molto interessante (soprattutto la prigione di gomma). Aspetto di leggerti sul forum [SM=g27822]


due
Versolibero
00domenica 13 maggio 2007 23:59
Ho letto qualcosa ma ci ritornerò... per ora ti dico che la prima poesia mi è piaciuta molto, anche per gli effetti fonici.

Ciao!

Rosanna
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