Alberto Breccia - I miti di Cthulhu

Una recensione che attendevo di presentarvi da un po', sperando che a qualcuno venga la voglia di prendere contatto con questo assoluto capolavoro di quello che è il più grande disegnatore argentino di tutti i tempi, autore di Mort Cinder, de l'Eternauta, di Dracula e di numerosi altri fumetti immortali.
Trattasi di adattamento dei leggendari racconti di Lovecraft, nel quale si riportano amplissimi brani caratterizzanti il testo originale.
Come tale, soffrono di numerosi difetti, in primis una sintesi che spesso danneggia la sapiente architettura dei cosiddetti grandi testi, favorendo la trasposizione soprattutto delle opere brevi.
Per tale motivo delude un pochino il troppo breve "La maschera di Innsmouth" mentre ha un valore assoluto il suo antesignano "La ricorrenza".
Ma è sul piano del disegno che Breccia si dimostra il genio di sempre. Colossale la sua tecnica che crea una commistione di iperrealismo addirittura fotografico e acquarello allucinato o chine immerse in un vortice di incubo.
Proprio da tale contrasto tra naturale e realistico e innaturale e delirante nasce l'inquietudine di questi miti, ove l'autore adotta uno stile sempre differente e adatto alla diversa temperie dei singoli racconti.
Si va così dalla matita accuratissima alla china, dall'impianto di fotografia e disegno al collage, dal materiale all'astratto.
Una cosa per tutte: intelligentissima la scena di rappresentare il grande Cthulhu e gli antichi dei in modo assolutamente non figurativo.
L'incubo nasce dal caos e il caos è la condizione inconsapevole nella quale viviamo finchè le stelle non saranno di nuovo allineate e gli esseri venuti dall'altrove non faranno ritorno per prendere possesso della realtà.
Voto: 9 (e solo per le sbavature di adattamento suddette).