10 dicembre 2007 - 21.46
Kosovo: Ue; senza Cipro, sì a indipendenza coordinata e controllata
Francisco Javier Solana Madariaga
BRUXELLES - C'è ormai solo la piccola e divisa Cipro ad opporsi al riconoscimento di un'indipendenza "coordinata e controllata" del Kosovo, sbocco inevitabile di un processo delicato e difficile che la comunità europea e internazionale cerca da mesi di accompagnare per mano, per evitare il ritorno all'instabilità nei Balcani.
"Oggi abbiamo fatto un altro passo in avanti verso una convergenza tra i 27, ma abbiamo bisogno di farne altri la prossima settimana", ha riferito il ministro degli esteri portoghese Luis Amado al termine di un lungo consiglio dei ministri degli esteri dedicato quasi interamente al futuro status del Kosovo. Sulla necessità che l'Unione euroepa si assuma le proprie responsabilità in Kosovo, anche con l'invio di una missione civile e di polizia di 1'800 uomini, non ci sono dubbi.
"Tutti hanno sostenuto la missione, speriamo che questo orientamento favorevole venga confermato venerdì dai capi di stato e di governo dell'Ue", ha detto l'Alto rappresentate per la politica estera Javier Solana. Ma restano divergenze sulla prospettiva dell'indipendenza per la provincia serba a maggioranza albanese che da oggi, preso atto del fallimento dei negoziati con Belgrado, ha cominciato a preparare la secessione, che si concretizzerà - ha assicurato Pristina - "senza fretta e in coordinamento" con i partner occidentali.
La discussione di oggi ha smussato l'opposizione di Slovacchia, Grecia, Romania, Ungheria e Spagna, passate ora nello schieramento favorevole all'ipotesi dell'indipendenza purché coordinata. Ma non ha convinto Cipro che non intende riconoscere un Kosovo indipendente perché teme che l'accettazione di un atto unilaterale del Kosovo rappresenti un precedente per la repubblica turca di Cipro del Nord (Rtcn), riconosciuta solo dalla Turchia.
SDA-ATS