LA BENEDIZIONE TRASVERSALE SULLA FUSIONE TRA UNICREDIT E CAPITALIA

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INES TABUSSO
00mercoledì 23 maggio 2007 18:10


IL TEMPO
22 maggio 2007
Sull’intesa la «benedizione trasversale» di quei settori della politica meno
vicini al premier
di MARZIO LAGHI

«LA POLITICA non c’entra». È la parola d’ordine «trasversale» che fa da
corollario alla fusione tra Unicredit e Capitalia. Un’operazione «benedetta» da
una parte dei Ds, specialmente quella vicina al vicepremier Massimo D’Alema,
della Margherita, in particolare dalla «corrente» legata agli ex popolari
Marini e Franceschini, e della Cdl, Forza Italia e Udc in testa. Insomma, tutto
il mondo che non è vicino a Prodi, per non dire che gli è contro, festeggia la
nascita di Unicredit e Capitalia. Certo, il Prof può vantare un posticino per
il «suo» Costamagna nel cda di Mediobanca. Ma la nuova superbanca sarà il
diretto concorrente di Intesa-Sanpaolo, nato con la benedizione di Prodi e di
Giovanni Bazoli, presidente di Intesa, legato al premier da un’amicizia più che
ventennale. È la nascita del bipolarismo bancario. Da un lato il polo milanese-
torinese, via Brescia, la città di Bazoli. Dall’altra il polo milanese-romano,
via Sesto San Giovanni (dove D’Alema riunì a dicembre il top del credito e dell’
impresa nazionale) e via Arcore (residenza berlusconiana). E non è un caso che
proprio da Ds e Forza Italia arrivino gli applausi più scroscianti a Uni-
Capitalia. Il ministro della Quercia Pier Luigi Bersani fa sapere che la
fusione «è una buona cosa ma non confondiamo i mezzi con i fini. Fare massa
critica è un mezzo, adesso staremo a vedere il piano industriale». Secondo il
titolare dello Sviluppo economico questa nuova fusione «dovrebbe portare a fare
cose nuove, aspetteremo per vedere e verificare». Mette le mani avanti invece
il dalemiano Nicola Latorre: «Come sempre accade di fronte a operazioni di
questa importanza - sottolinea il vicecapogruppo dell’Ulivo, braccio destro del
lìder Maximo - si cerca sempre di costruire dei retroscena. Magari figli anche
di qualche considerazione fatta così... E dalla quale se ne fanno derivare
congetture prive di qualsiasi fondamento. Non credo che dietro l’operazione
Intesa-SanPaolo ci sia la regia di Prodi, né, men che meno, ritengo che dietro
la fusione Capitalia-Unicredit ci siano D’Alema o fantomatici assi. Si sono
lette le cose più fantasiose. Mai come questa volta - aggiunge - la politica è
stata alla finestra, tra l’altro informata quando le decisioni erano già state
prese. Poi, siccome siamo in Italia, c’è sempre il retroscena sul quale bisogna
costruire qualcosa. Ma lo escludo nella maniera più assoluta». Fatta la
premessa, obbligata, Latorre comunque, lui sì, «benedice» l’accordo. «È una
grande operazione che, assieme a quella di Banca Intesa-SanPaolo, contribuirà a
cambiare e a modernizzare il capitalismo italiano». E un battimani arriva anche
da Pier Ferdinando Casini, secondo il quale è «un’operazione molto positiva e
brillante perchè introduce un importante elemento di concorrenza con Intesa-San
Paolo». Secondo il leader dell’Udc, «la politica è giusto che si estranei, ma
che non rimanga indifferente». «Positiva» anche la valutazione del presidente
dei centristi, Rocco Buttiglione. Poco più in là, l’uomo-banche di Forza Italia
Luigi Grillo (colui il quale portò l’allora governatore Fazio da Silvio
Berlusconi per siglare il patto dello Sciacchetrà, dal vino delle Cinque Terre
che fu bevuto a tavola) osserva che «occorre dare atto a Profumo e Geronzi di
aver privilegiato l’interesse del sistema e del Paese, di aver agito secondo
logiche di mercato, di aver creato le condizioni per proiettare una grande
banca italiana sulla scena mondiale». Gianni Alemanno, ex ministro di An, con
una frase dà la chiave del risultato dell’operazione: «Va salutata con favore
perchè riequilibria il mercato del credito dopo la fusione Intesa-San Paolo»,
spiega. Insomma, la fusione ha in ogni caso un effetto di contrappeso sulla
«bilancia» del sistema bancario. Un sistema che innegabilmente ha da sempre
rapporti sottili ma «forti» con la politica. E le nozze sono state salutate
positivamente (sebbene secondo molti masticando amaro), persino dal Professore,
che ieri ha detto: «Non ho mai negato di vedere con estremo favore le fusioni
bancarie: è l’unico modo per avere una rete globale». politico@iltempo.it



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